In quel caso, il precipizio si stendeva sotto di lei per quasi tre chilometri. La
Bauer le fece cenno di avvicinarsi. Era completamente calvo, con occhiali dalle lenti gigantesche e un pizzetto bianco. Il suo aspetto lo avvicinava al modello del professore svagato molto più di tutti gli altri scienziati che Karen Weaver avesse mai conosciuto. Aveva sessant'anni e la schiena curva, ma in quel corpo magro e piegato c'era un'energia indomabile. Karen Weaver ammirava gli uomini come Lukas Bauer. Ammirava il superuomo che c'era in essi, la loro forza della volontà.
«Venga qui, Karen!» gridò Bauer con voce chiara. «Non è incredibile? Qui sotto precipitano circa diciassette milioni di metri cubi d'acqua al secondo. Diciassette milioni!» La guardò, raggiante. «È venti volte la portata di tutti i fiumi della Terra.»
«Dottor Bauer…» Karen lo prese sotto braccio. «Me l'ha già detto tre volte!»
Bauer socchiuse le palpebre. «Davvero? Non mi dica.»
«Piuttosto si è dimenticato di spiegarmi come funziona il suo drifter. Se vuole che mi occupi dei comunicati stampa, deve dedicarmi un po' di tempo.»
«Ma certo, il drifter… Pensavo che fosse chiaro. Lei è qui per questo.»
«Sono qui per elaborare simulazioni al computer del movimento delle correnti, in modo che si possa sapere dove stanno andando i suoi drifter. L'ha già dimenticato?»
«Ah, certo. Lei non può, lei non ha… Cioè, purtroppo, non ho tempo. Ho ancora tante cose da fare. Perché non dà un'occhiata e…»
«No, dottor Bauer. Stavolta no. Mi voleva spiegare qualcosa sul sistema di funzionamento.»
«Sì, certo. Nelle mie pubblicazioni…»
«Ho letto le sue pubblicazioni, dottor Bauer, e ne ho capito circa la metà. E ho una formazione scientifica. Gli articoli scientifici divulgativi devono essere scritti in modo che tutti capiscano.»
Bauer la guardò, contrariato. «Sono convinto che i miei trattati siano perfettamente comprensibili.»
«Sì. Lo sono per lei e per un paio di dozzine di suoi colleghi in tutto il mondo.»
«Eh, come? Se si studia il testo con attenzione…»
«No, dottor Bauer, me lo spieghi lei.»
Lui aggrottò la fronte, poi sorrise indulgente. «Nessuno dei miei studenti si azzarderebbe a interrompermi così spesso. Posso interrompermi soltanto io.» Scrollò le spalle magre. «Ma che cosa posso fare? Non posso respingerla. No, non posso. Mi è simpatica, Karen. Lei è una… cioè, una… mi ricorda… Ah, non fa niente. Guardiamoci un po' il drifter.»
«E poi parleremo dei risultati del suo lavoro. Ho ricevuto alcune richieste.»
«Sì? Da chi?»
«Da riviste, da trasmissioni televisive e da alcuni istituti.»
«Interessante.»
«No, solo logico. La conseguenza del mio lavoro. A volte mi chiedo se capisca come sia difficile fare l'addetto stampa.»
Bauer fece un sorriso birichino. «Me lo spieghi.»
«Volentieri, anche se sarebbe la decima volta. Ma prima mi racconti lei qualcosa.»
«No, non è possibile», esclamò Bauer, agitato. «Dobbiamo calare in acqua il drifter, e subito dopo devo urgentemente…»
«Dopo deve fare quello che mi ha promesso», lo ammonì Karen.
«Ma, bambina mia, io ricevo richieste in continuazione. Sono in corrispondenza con scienziati di tutto il mondo! Non può neanche immaginare che cosa vogliono da me. Poco fa ho ricevuto un'e-mail in cui qualcuno mi chiede di un verme. Un verme, pensi un po'! E vuole sapere se abbiamo misurato un aumento della concentrazione di metano. Certo che l'abbiamo rilevato, ma come fa a saperlo? Vede che devo…»
«Posso occuparmene io. Mi renda sua complice.»
«Finché…»
«Se le sono davvero simpatica.»
Bauer spalancò gli occhi. «Ah, capisco.» Cominciò a ridacchiare. Le spalle curve vibrarono. «Vede, è proprio per questo che non mi sono sposato: si vive sotto un costante ricatto. Va bene… Venga, venga.»
Karen lo seguì. Il drifter era appeso al braccio della gru sopra la grigia superficie del mare. Era lungo diversi metri e infilato in una base di sostegno; in mezzo alla struttura c'era un tubo sottile e splendente e due contenitori sferici di vetro formavano la parte superiore.
Bauer si stropicciò le mani. Il piumino gli era indubbiamente troppo grande e lo rendeva simile a un bizzarro uccello artico. «Allora, mettiamo questa cosa nella corrente, che la trascinerà con sé come una… particella d'acqua virtuale», disse. «Prima giù in verticale, infatti proprio qui sotto l'acqua cade, come le ho detto prima… Allora, naturalmente non si vede un processo di caduta, capisce, ma cade… bene… Uh, come posso spiegarglielo?»
«Possibilmente senza parole strane.»