Читаем Il quinto giorno полностью

«Vuole dire che abbiamo rischiato di affondare?»

«Difficile dirlo. Ha mai sentito parlare del 'buco della strega'?»

«No.»

«Dieci anni fa, un uomo è uscito in mare e non è più tornato. L'ultima cosa che ha detto per radio era che voleva farsi un caffè. Poco dopo, una nave da ricerca ha trovato il relitto. A cinquanta miglia marine dalla costa, affondato a una profondità insolita sul fondo del mare del Nord. I marinai chiamano quella zona 'buco della strega'. Il relitto non aveva il minimo danno ed era appoggiato verticalmente sul fondale. Come se fosse sprofondato come un sasso, come qualcosa che non potesse galleggiare.»

«Sembra quasi il triangolo delle Bermuda.»

«Ha colto nel segno. L'ipotesi è proprio questa, l'unica che regge a un esame accurato. Tra le Bermuda, la Florida e Porto Rico ci sono sempre violenti blowout. Quando il gas sale nell'atmosfera, può addirittura incendiare le turbine degli aerei. Un blow-out di metano più grande di quello che abbiamo appena visto rende l'acqua così sottile che si affonda.» Indicò la cisterna frigorifera. «Manderemo quel materiale a Kiel il più presto possibile. Lo analizzeremo, così sapremo che cosa succede là sotto. E lo scopriremo, glielo prometto. Per colpa di quella schifezza abbiamo perso un uomo.»

«È…?»

«È morto sul colpo.»

Johanson rimase in silenzio.

«Prenderemo i prossimi campioni con l'autoclave anziché con la benna. È molto più sicuro. Dobbiamo fare chiarezza. Non voglio stare a guardare mentre si costruiscono sconsideratamente delle stazioni sul fondale marino.» Bohrmann sbuffò e si staccò dal parapetto. «Ma ormai ci siamo abituati, eh? Cerchiamo di spiegare come funziona il mondo e nessuno ci ascolta. E ora che succede? I colossi industriali sono i nuovi committenti della ricerca. Noi due siamo su una nave da queste parti soltanto perché la Statoil ha trovato un verme. Fantastico. L'industria paga i ricercatori perché lo Stato non può più farlo. Non c'è più traccia della ricerca di base. Questo verme non è visto come oggetto di ricerca, ma come un problema che bisogna far sparire dalla faccia della Terra. È richiesta la ricerca applicata, e fatta in maniera tale che le industrie possano avere carta bianca. Forse però il problema non è il verme. Ci ha mai pensato? Forse è qualcosa di completamente diverso e, mentre eliminiamo un problema, ne creiamo uno molto più grande. Sa una cosa? Talvolta mi viene da vomitare.»

Percorrendo alcune miglia marine verso nord-est, fecero una dozzina di carotaggi dei sedimenti senza altri incidenti. L'autoclave, un tubo con rivestimento isolante lungo cinque metri inserito in un telaio, risucchiava come una siringa il campione dal fondale marino. Ancora in profondità, il tubo era chiuso ermeticamente da una valvola. In tal modo, all'interno, c'era un piccolo universo sigillato: sedimenti, ghiaccio e fango insieme con la superficie intatta, acqua di mare ed esseri viventi che continuavano a sentirsi a proprio agio perché, nel tubo, temperatura e pressione erano mantenute costanti. Bohrmann fece portare il tubo chiuso nella cella frigorifera della nave per non creare scompiglio nelle forme di vita raccolte con cura. A bordo non era possibile esaminare i carotaggi; solo nel simulatore di abissi marini c'erano le condizioni adatte. Per il momento, dovevano limitarsi ad analizzare l'acqua del mare e a fissare i monitor.

Nonostante la drammaticità, l'immagine sempre uguale degli idrati ricoperti di vermi aveva qualcosa di noioso. Nessuno aveva voglia di parlare. Nella luce pallida dei monitor, sembravano impallidire anche tutti i presenti, gli uomini di Bohrmann, quelli del petrolio, i marinai. L'uomo della Statoil morto teneva compagnia ai carotaggi nella cella frigorifera. Il previsto incontro con la Thorvaldson nel luogo in cui si progettava di costruire la stazione era stato disdetto per poter raggiungere il più presto possibile Kristiansund, dove avrebbero lasciato il cadavere e portato i campioni al vicino aeroporto. Johanson se ne stava nella sala radio o nella sua cabina e valutava le risposte che aveva ricevuto. Non esisteva nessuna descrizione del verme, nessuno l'aveva mai visto. Alcuni dei suoi corrispondenti avevano manifestato il dubbio che si trattasse di vermi del ghiaccio messicani, cosa che non contribuì granché all'avanzamento delle conoscenze.

A tre miglia marine da Kristiansund, Johanson ricevette una risposta da Lukas Bauer. La prima risposta positiva, ammesso che il contenuto potesse definirsi tale.

Lesse il testo e si mordicchiò il labbro inferiore.

I contatti coi colossi dell'energia spettavano a Skaugen; da Johanson ci si aspettava che s'informasse presso istituti e scienziati che non fossero in evidente rapporto col mondo delle esplorazioni petrolifere. Ma, dopo l'incidente con la benna, Bohrmann aveva detto una cosa che metteva la questione sotto una luce diversa.

L'industria paga i ricercatori perché lo Stato non può più farlo.

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