Non appena l'idrovolante si fu alzato da terra, Anawak disse a Denny: «Deve sparare una sonda nel blubber della balena. 'Blubber' è il termine scientifico per indicare lo strato di grasso. Si tratta di una parte insensibile al dolore. Per anni abbiamo avuto il problema di far rimanere attaccati i trasmettitori alla pelle delle balene. Recentemente, un biologo di Kiel ha avuto l'idea di usare una balestra con frecce speciali, al cui fusto sono fissati una trasmittente e uno strumento di misurazione. La punta della freccia s'infila nel grasso e la balena porta in giro gli apparecchi per un paio di settimane senza accorgersene.»
Danny lo guardò. «Un biologo di Kiel? Bene.»
«Crede che non funzioni?»
«No, mi chiedo solo se qualcuno si è assicurato che non faccia davvero male alla balena. Si tratta di un maledetto lavoro di precisione. Come si fa a essere sicuri che la freccia non penetri oltre lo strato di grasso?»
«Grazie alla cotenna di maiale», disse Anawak.
«Come?»
«Hanno testato l'arma sulla cotenna di maiale finché non sono stati in grado di determinare con precisione la profondità che raggiungeva la punta. Tutta una questione di calcoli.»
«Ma guarda un po'», commentò Danny, sollevando le sopracciglia oltre il bordo degli occhiali da sole. «Ah, i biologi.»
«E che succede se si spara a un uomo?» chiese Alicia dal sedile posteriore. «Anche in quel caso la freccia penetra solo un po'?»
Anawak si voltò verso di lei. «Sì. Un po' troppo. Lo uccide.»
Il DHC-2 virò. Sotto di loro risplendeva la laguna.
«Avevamo diverse opzioni», disse Anawak. «Il problema centrale è che per molto tempo abbiamo potuto fare solo osservazioni saltuarie delle balene. Piazzare sonde con la balestra si è dimostrato il metodo più sicuro. Il cronotachigrafo registra frequenza cardiaca, temperatura del corpo e dell'ambiente, profondità, velocità di nuoto e altre cose ancora. Attrezzare le balene con le telecamere è più difficile.»
«Perché non spariamo anche la telecamera con la balestra?» chiese Danny. «Non mi sembra una cosa difficile.»
«Perché non si può sapere come cadrebbe. Inoltre preferirei vedere le balene, vorrei osservarle e questo si può fare solo se la telecamera è dietro di loro, non sulla loro schiena.»
«Per questo usiamo l'URA», spiegò Alicia. «Un robot nautico giapponese.»
Anawak sorrise, divertito. Alicia aveva pronunciato quelle parole come se fosse stata lei a inventare quel robot.
Danny si guardò intorno. «Non vedo nessun robot.»
«Infatti non è qui.»
L'idrovolante aveva raggiunto il mare aperto e procedeva vicinissimo alle onde. Normalmente, al largo di Vancouver Island, c'erano sempre in viaggio piroscafi, zodiac e kajak, ma ormai neppure i più coraggiosi osavano uscire in mare aperto. Si spingevano al largo soltanto i grossi cargo e i traghetti, cui le balene non potevano fare nulla. Così la superficie dell'acqua era deserta, a parte una nave gigantesca. Sembrava che niente potesse affondare quella nave o anche solo metterla in difficoltà. L'idrovolante si allontanò dalla riva rocciosa e si diresse verso la nave.
«L'URA è sul
John Ford era a poppa del
Ford teneva la radio accostata alla bocca e chiamava Anawak sulla frequenza anti-intercettazione. Un'intera serie di frequenze era stata riservata a scopi scientifici e militari. «Leon? Tutto bene?»
«Ti sento, John. Dove le hai viste l'ultima volta?»
«A nord-ovest. A meno di duecento metri da noi. Le abbiamo avvistate circa cinque minuti fa, ma si tengono a distanza. Dovrebbero essere otto o dieci animali. Ne abbiamo identificati due. Uno ha preso parte all'attacco alla
«Non hanno cercato di attaccarvi?»
«No. Evidentemente siamo troppo grandi.»
«E tra di loro? Come si comportano tra di loro?»
«Pacificamente.»
«Bene. Probabilmente appartengono tutte allo stesso gruppo, ma dobbiamo concentrarci su quelle identificate.»
Ford seguì con lo sguardo il DHC-2 che diventava sempre più piccolo, poi lo vide inclinarsi, fare una larga virata e tornare indietro. Spostò lo sguardo sul ponte del