Quale istituto poteva ancora fare ricerca liberamente?
Se la ricerca dipendeva sempre più dall'economia, allora quasi tutti gli istituti si trovavano a lavorare per i colossi industriali. Non si finanziavano con risorse pubbliche. Se non volevano rinunciare al loro lavoro, non avevano altra scelta. Anche il Geomar di Kiel stava trattando un accordo finanziario con la Deutsche Ruhrgas, che aveva intenzione di sponsorizzare una cattedra per lo studio degli idrati del gas. L'idea di fare ricerca coi soldi dei colossi industriali era seducente, ma era schiava degli sponsor, che volevano veder trasformati in risultati i loro cospicui investimenti.
Johanson rilesse la risposta di Bauer.
Aveva trattato la faccenda nel modo sbagliato. Prima di rivolgere domande in tutto il mondo, avrebbe dovuto mettere sotto la lente d'ingrandimento i legami occulti tra ricercatori e industria. Mentre Skaugen tentava un approccio sull'argomento coi consigli d'amministrazione dei colossi industriali, lui poteva fare il terzo grado agli scienziati «collaborazionisti». Prima o poi, qualcuno avrebbe parlato.
Il problema era mettersi sulle tracce di quei legami. No, non era un problema. Bastava lavorare con impegno.
Si alzò e lasciò la sala radio per cercare Tina.
24 aprile
Vancouver Island e Clayoquot Sound, Canada
Alluci, talloni.
Anawak si dondolava impazientemente sui piedi. Si metteva in punta di piedi e poi si lasciava cadere all'indietro, insistendo imperterrito in quel movimento. Era mattina presto. Il cielo splendeva di un azzurro intenso, una giornata che sembrava uscita dal più ruffiano dei dépliant.
Anawak era nervoso.
Alluci, talloni. Alluci, talloni.
In fondo al molo di legno attendeva un idrovolante. Il suo scafo bianco si specchiava nel blu intenso della laguna sfaccettata dalle increspature delle onde. L'aereo era uno di quei leggendari Beaver DHC-2 che la ditta canadese De Havilland aveva costruito cinquant'anni prima. Erano ancora in servizio perché, dopo di loro, il mercato non aveva offerto niente di meglio. Il Beaver era arrivato anche in Polonia. Era senza dubbio robusto e sicuro.
Proprio quello che serviva per ciò che Anawak aveva in mente.
Guardò la palazzina del check-in, pitturata di rosso e bianco. Il Tofino Airport, a pochi minuti di macchina dalla città, non aveva nulla in comune coi classici aeroporti. Ricordava molto di più un insediamento di cacciatori o di pescatori. Qualche bassa casa di legno disposta pittorescamente su un'ampia baia, contornata da colline coperte di boschi dietro cui svettavano le montagne. Gli occhi di Anawak si spostarono sul viale d'accesso che, dalla strada principale, passando sotto alberi giganteschi, conduceva alla laguna. Gli altri sarebbero arrivati da un momento all'altro. Aggrottò la fronte ascoltando la voce che usciva dal suo cellulare.
«Ma è stato due settimane fa», replicò infine. «In tutto questo tempo, Mister Roberts non ha voluto o potuto parlare con me. Eppure aveva detto di volermi tenere al corrente.»
La segretaria suggerì che Roberts era un uomo molto impegnato.
«Lo sono anch'io», sbottò Anawak. Smise di dondolarsi e si sforzò di essere gentile. «Mi ascolti, ormai ci troviamo di fronte a una vera escalation. Ci sono evidenti legami tra i nostri problemi e quelli della Inglewood. Se ne renderà conto anche Mister Roberts se…» Ci fu una breve pausa.
«Che somiglianze ci sarebbero?» chiese poi la donna.
«Somiglianze con le balene, ovvio», spiegò lui.
«La
«Sì, certo. Ma i rimorchiatori sono stati attaccati», le ricordò Anawak.
«Un rimorchiatore è affondato, sì», disse lei in tono cortese ma freddo. «Ma non so nulla delle balene. Comunque riferirò a Mister Roberts che lei ha chiamato.»
«Gli dica che è nel suo interesse.»
«Si metterà in contatto con lei nelle prossime settimane.»
Anawak sussultò. «Ha detto 'settimane'?»
«Mister Roberts è in viaggio.»
«Mister Roberts mi avrebbe informato se…»
«A Nanaimo hanno bisogno di campioni!»
«Se ne occuperà al suo ritorno.»
«È troppo tardi! Ha capito? Ah, non fa niente, richiamerò.»
Con un gesto di stizza mise via il telefono. Poi scorse la Land Cruiser di Shoemaker che stava percorrendo il viale d'accesso. Il fuoristrada svoltò nel piccolo parcheggio di fronte alla palazzina del check-in e si fermò di botto, facendo schizzare la ghiaia da sotto i pneumatici.
«Non siete un esempio di puntualità», gridò Anawak, di pessimo umore, andando verso la Land Cruiser.