«Da lì si vede e si ascolta sott'acqua», proseguì Peak, imperturbabile. «Sorveglianza dei sottomarini, rete di sonar SOSUS, Surtass LFA e molto altro. Rileviamo qualunque cosa si avvicini all'
Peak li condusse nella stanza attigua. Era quasi completamente in penombra, illuminata solo da grandi schermi, monitor e display. Al CIC era collegato l'LFOC, il Landing Force Operation Center. «Funziona come centrale d'intervento per le truppe di terra. Ogni unità di combattimento dispone di una propria console. In caso di emergenza, i rilevamenti satellitari e gli aerei spia mostrano la posizione del nemico.» Era impossibile non sentire l'orgoglio nella voce di Peak. «Dall'LFOC possiamo spostare fulmineamente le truppe e sviluppare strategie. Il computer centrale collega in ogni momento il comandante con le unità in loco.»
Samantha vide su alcuni schermi il ponte di volo e, d'istinto, le venne da porre una domanda. E, benché sapesse che Peak avrebbe reagito aspramente, la fece comunque. «A che ci serve tutto questo, maggiore? Il nostro nemico è negli abissi marini.»
«Esatto.» Peak la guardò, irritato. «È appunto da qui che possiamo dirigere un'operazione sottomarina. Dov'è il problema?»
«La prego di scusarmi. Sono stata troppo a lungo nello spazio.»
Anawak sorrise. Finora aveva evitato ogni commento e si era limitato a seguirli. A Samantha piaceva averlo vicino. Peak mostrò loro altre sale di controllo. Adiacente al CIC si trovava il JIC, il Joint Intelligence Center. «Qui vengono decifrati e interpretati i dati di tutti i servizi d'informazione», commentò Peak. «All'
«Una grande responsabilità», mormorò Samantha.
«Alcune cose vengono interpretate dal computer. Ma lei ha ragione.» Peak abbracciò la sala con un movimento della mano. «Il CIC e il JIC sono i settori scientifici. Tra l'altro, qui siamo costantemente aggiornati su ciò che avviene nel mondo. Abbiamo televisori sintonizzati sulla CNN, sull'NBC e su un'altra dozzina di reti. Lei avrà accesso a tutte le informazioni immaginabili e a tutte le banche dati della Defense Mapping Agency. Avrà il piacere di lavorare con la cartografia degli abissi marini elaborata dalla Marina, di gran lunga più dettagliata di quella che hanno a disposizione i ricercatori indipendenti.»
Ripresero a scendere. Visitarono lo spaccio di bordo, le camerate vuote, le sale di ricreazione e il gigantesco settore sanitario al livello 3, un'area asettica e deserta con seicento letti, sei sale operatorie e un enorme reparto di terapia intensiva. Samantha immaginò come doveva essere quel luogo durante una guerra. Uomini insanguinati che gridavano, medici e infermieri che correvano da tutte le parti. L'
«Il tunnel conduce a zig-zag dal ventre della nave fino all'isola», disse Peak. «L'
I loro passi risuonavano tra le pareti d'acciaio. A Samantha, quel luogo fece venire in mente un parcheggio; poi il tunnel sfociò in un gigantesco hangar. Lei sapeva che occupava, in lunghezza, circa un terzo della nave e, in altezza, almeno due ponti. Era esposto alle correnti d'aria. Su due lati si aprivano imponenti portoni che conducevano alle piattaforme esterne. L'illuminazione, di un giallo pallido, si confondeva con la luce del giorno, creando un'atmosfera surreale. Tra i costoloni laterali si vedevano piccoli uffici e punti di controllo dietro pareti di vetro. Un sistema di trasposto a rotaia fornito di ganci si stendeva lungo il ponte, Samantha vide grandi muletti e, sullo sfondo, due fuoristrada Hummer.
«Normalmente l'hangar è pieno di velivoli», disse Peak. «Ma, per questa missione, abbiamo sei elicotteri Super Stallion in coperta. In caso di emergenza, ognuno di essi può evacuare cinquanta persone. Abbiamo anche due elicotteri da combattimento Super Cobra per le missioni rapide.» Indicò le due aperture sui lati. «Le piattaforme esterne sono elevatori, con cui normalmente spostiamo i velivoli da qui al ponte di volo. Hanno una portata di oltre trenta tonnellate.»