«Notevole.» Samantha sorrise. «E quel bell'uomo coi capelli lunghi capisce la lingua dei delfini?»
Anawak annuì. «Meglio della nostra. A volte.»
Si ritrovarono nella sala riunioni di fronte all'LFOC. Samantha conosceva già la maggior parte dei presenti, sia personalmente sia attraverso i contatti stabiliti grazie al videotelefono. Fu presentata a Murray Shankar — il direttore scientifico del SOSUS — a Karen Weaver, a Mick Rubin e anche al comandante dell'
«Jack Vanderbilt», si presentò. «A dire la verità, la madre di E.T. me la immaginavo diversa.»
«'Figlia' sarebbe stato un po' più elegante», ribatté Samantha, asciutta.
«Non si aspetti complimenti da uno che ha il mio aspetto», disse Vanderbilt, ridacchiando. «Non è fantastico, dottoressa Crowe? Finalmente ha l'occasione di mettere da parte il suo vano tentativo di proiettare nello spazio speranze e timori.»
Tutti sedettero. Judith Li prese la parola per riassumere gli ultimi avvenimenti, benché fossero già noti a tutti. Gli Stati Uniti avevano presentato una proposta all'ONU e, nel corso di una riunione segreta, avevano ricevuto all'unanimità il mandato per svolgere il ruolo di guida logistica e tecnologica nella lotta contro l'entità sconosciuta. Nel frattempo, il Giappone e alcuni Stati europei erano arrivati alla stessa conclusione del team dello Château: non erano gli uomini a minacciare l'umanità, ma una forma di vita sconosciuta. Comunque sembravano tutti sollevati all'idea di non aver dovuto pregare gli Stati Uniti per mettersi alla guida delle operazioni.
«Alcuni fatti inducono a pensare che siamo prossimi alla scoperta di un antidoto contro le tossine delle alghe killer, ma gli effetti collaterali non sono ancora ben definiti. Inoltre sono comparsi granchi che veicolano agenti patogeni mutati. Le infrastrutture degli Stati colpiti più duramente sono crollate. L'America si è accollata la responsabilità di dirigere le operazioni, ma dobbiamo ammettere che riusciamo appena a proteggere le nostre coste. I vermi si stanno raccogliendo sulla scarpata continentale e — ancor peggio — intorno a isole vulcaniche come La Palma, dove il dottor Frost e il dottor Bohrmann stanno cercando di ripulire le aree infestate con una specie di aspirapolvere abissale. E veniamo alle balene. Gli attacchi col sonar non ottengono risultati perché gli animali sono sopraffatti da un organismo estraneo. A ogni buon conto, fermare le balene non ci permetterebbe di bloccare il massimo incidente ipotizzabile provocato dal metano e tantomeno di rimettere in moto la Corrente del Golfo. La lotta contro i sintomi non risolve il problema, e finora non abbiamo potuto intervenire sulla causa, perché tutte le operazioni subacquee sono state sabotate. Non sappiamo cosa stia succedendo là sotto. I cavi sottomarini sono inutilizzabili. Il bilancio catastrofico di questa guerra è che siamo diventati sordi e ciechi. Diciamo pure tranquillamente che l'abbiamo persa.» Judith Li fece una pausa. «Chi dobbiamo attaccare? A che serve una battaglia se La Palma frana e una montagna d'acqua si abbatte sulle coste dell'America, dell'Africa e dell'Europa? In breve, non possiamo fare passi avanti finché non conosciamo meglio il nostro avversario, e noi non lo conosciamo affatto. Ecco perché il senso della nostra missione non è la lotta, ma la trattativa. Dobbiamo prendere contatto con questa forma di vita sconosciuta e convincerla a fermare le sue aggressioni terroristiche contro l'umanità. So per esperienza che si può trattare con ogni avversario. Molti elementi ci portano a pensare che il nostro nemico sia proprio qui, nel mar di Groenlandia.» Sorrise. «Speriamo in una soluzione pacifica. E adesso passo la parola alla dottoressa Samantha Crowe, ultima arrivata all'interno del nostro gruppo, alla quale porgo anche il mio benvenuto.»