«A Johanson ne abbiamo iniettati dieci millilitri», rispose Peak. «Una dose maggiore l'avrebbe messo fuori combattimento e non ce lo possiamo permettere. Quella sostanza nel cervello funziona come una gomma per cancellare, ma non c'è garanzia che non ricordi nulla.»
«Quant'è elevato il rischio?»
«Difficile dirlo. Una parola, un colore, un odore… Se il cervello trova un punto di collegamento è in grado di ricostruire tutto.»
«Il rischio è molto elevato», ringhiò Vanderbilt. «Fino a oggi non siamo riusciti a trovare una droga che possa eliminare completamente i ricordi. Sappiamo troppo poco del sistema di funzionamento del cervello.»
«Quindi dovremo tenerlo sotto sorveglianza», disse Judith Li. «Che ne pensa, Mick? Per quanto crede che dipenderemo ancora da Johanson?»
«Oh, siamo molto avanti», esclamò Rubin in tono concitato. Lì poteva recuperare terreno. «Karen Weaver e Leon Anawak hanno avuto l'idea di una fusione feromonica. Anche Sue Oliviera e Sigur Johanson sono arrivati alla conclusione che possa dipendere dall'odore. Oggi pomeriggio faremo dei test di fase per ottenere la conferma. Se è vero che la fusione avviene in seguito a un odore, allora avremo un punto di partenza che ci dovrebbe portare velocemente alla meta desiderata.»
«Nel caso, se, forse, potrebbe…» sbuffò Vanderbilt. «Quando avrà quel maledetto strumento?»
«Questo è lavoro di ricerca, Jack», disse Rubin. «Nessuno si è seduto in grembo ad Alexander Fleming per chiedergli di quanto tempo aveva ancora bisogno per scoprire la penicillina.»
Vanderbilt stava per ribattere, quando una donna si alzò dalla console e venne verso di loro. «Al CIC hanno decifrato il segnale», disse.
«
«Così pare. Samantha Crowe ha detto a Shankar che lo ha decifrato.»
Judith Li guardò la console su cui arrivavano le immagini e le conversazioni del CIC. Dalla prospettiva di una telecamera nascosta, si vedevano Shankar, Samantha e Anawak intenti in una conversazione.
«Quindi tra poco riceveremo la notizia», disse. «Va bene. Allora, signori, mostriamo la dovuta sorpresa.»
Combat Information Center
Tutti si accalcavano intorno a Samantha e a Shankar per vedere la risposta. Non più in forma di spettrogramma, ma come rielaborazione visiva del segnale ricevuto il giorno precedente.
«È una risposta?» chiese Judith Li.
«Bella domanda», disse Samantha.
«Che cos'è
«
«Quello che siamo riusciti a scoprire è la struttura di
«Abbiamo dovuto dilatarlo per poter dividere le singole unità», disse Shankar. «Così lo abbiamo rallentato finché è diventato una serie di singoli impulsi di diversa intensità e lunghezza.»
«Quasi come un alfabeto Morse», disse Karen.
«Pare che funzioni in maniera analoga.»
«E come viene rappresentato?» chiese Judith Li. «Con uno spettrogramma?»
«In parte. Ma non è sufficiente. Visto che si tratta di sentire, allora la cosa migliore è ascoltare realmente qualcosa. Così siamo ricorsi a un trucco simile a quello usato nella rappresentazione delle immagini dei satelliti, quando le riprese radar vengono rese visibili colorandole artificialmente. In questo caso, trasportiamo ogni segnale in base alla sua lunghezza e alla sua intensità su una frequenza che possiamo udire. Teniamo conto anche delle originali altezze delle frequenze. Così abbiamo fatto con
Il suono sembrava quello di un tamburo picchiato sott'acqua. Una sequenza veloce, quasi troppo per poterla seguire completamente, ma indubbiamente composta da impulsi di differente lunghezza e intensità.
«In effetti, sembra un codice», borbottò Anawak. «Che vuol dire?»
«Non lo sappiamo.»
«Non lo sapete?» le fece eco Vanderbilt. «Pensavo che l'aveste decifrato.»