Читаем Il quinto giorno полностью

Una particella non si chiede quanto durerà. Semplicemente si muore o sta ferma. Segue il ritmo della creazione, obbediente servitrice del tutto. Quella assillante domanda sulla durata è tipica degli umani, è la lotta contro la propria natura, la divisione in epoche… Agli yrr il tempo non interessa. Il tempo lo portano nel loro genoma, fin dall'inizio della vita cellulare, quando, duecento milioni di anni fa, i blocchi di roccia oceanica si attaccarono alle masse continentali che formano l'odierna America settentrionale; quando, sessantacinque milioni di anni fa, la Groenlandia cominciò ad andare alla deriva, allontanandosi dall'Europa; quando, trentacinque milioni di anni fa, si formarono le caratteristiche topografiche dell'Atlantico; quando la Spagna era ancora lontana dall'Africa; quando i fondali sottomarini sprofondarono tanto che, venti milioni di anni fa, finalmente si mise in moto lo scambio tra oceano Artico e Antartico, grazie al quale, particella, è possibile il tuo viaggio, iniziato nel bacino di Groenlandia e che ti porterà, costeggiando l'Africa, verso sud, all'Antartico.

Sei in viaggio nella corrente circumpolare, la stazione di smistamento delle correnti marine, l'eterna circolazione.

Dal freddo al freddo.

È vero, sei solo una particella, ma fai parte di un tutto che ha una portata d'acqua corrispondente a ottanta volte il Rio delle Amazzoni. Scorrete sul fondale marino, superate l'equatore e arrivate nell'Atlantico meridionale, fino all'estrema punta del Sudamerica. Fino a quel punto, il vostro corso è stato regolare e tranquillo. Ma oltre capo Horn entrate in una turbolenza tempestosa. Barcollando e sobbalzando, sarai trascinata in qualcosa che assomiglia al traffico di mezzogiorno intorno all'Arc de Triomphe, ma infinitamente più imponente. La corrente circumpolare antartica si muove da ovest a est intorno al continente bianco, un movimento di smistamento in cui entrano ed escono tutti i mari. La corrente circolare non si ferma mai, non colpisce mai la Terra. Insegue se stessa all'infinito. Ha una portata corrispondente a ottocento Rio delle Amazzoni, aspira in sé tutte le acque del mondo, le scompiglia e le miscela, annulla la loro origine e la loro identità. Immediatamente prima dell'Antartico ti prende un gelo che fa tremare. Sei trascinata in superficie da frangenti schiumosi e poi riaffondi, per diventare parte del grande carosello circumpolare.

Esso ti porta per un tratto e poi ti scarta.

Ti muovi di nuovo verso nord, a ottocento metri di profondità. Tutti i mari si nutrono della corrente circumpolare antartica. Una parte dell'acqua ritorna nell'Atlantico, un'altra va nell'oceano Indiano, la maggior parte viene spinta nel Pacifico, dove vai anche tu. Stretta al fianco occidentale del Sudamerica, scorri fino all'equatore, dove gli alisei dividono le acque e il calore tropicale ti riscalda. Risali in superficie, e sei trascinata verso ovest, in mezzo al caos dell'Indonesia: isole e isolette, correnti, mulinelli, fondali bassi e vortici… un passaggio sembra impossibile. Sei trascinata a sud, lungo le Filippine e attraverso lo stretto di Makasar, tra Borneo e Sulawesi. Potresti schiacciarti nello stretto di Lombok, ma c'è la deviazione a est di Timor, una rotta migliore, attraverso la quale raggiungi finalmente l'oceano Indiano.

Ora vai verso l'Africa.

Le calde acque basse del mare Arabico ti saturano di sale. Viaggi verso sud, lungo il Mozambico, e la tua compagnia di viaggio si chiama corrente di Agulhas. Scorri sempre più veloce, pregustando il piacere del ritorno al tuo luogo d'origine, ti getti nella grande avventura che è costata la vita a tanti marinai, superare il capo di Buona Speranza, e sei ricacciata indietro. Là si scontrano troppe correnti. La place de l'Étoile antartica col suo traffico del venerdì sera è troppo vicina. Per quanto ti sforzi, non riesci a procedere. Infine, insieme con altre particelle, ti stacchi in un vortice dalla corrente principale e finalmente ti ritrovi a galleggiare nell'Atlantico meridionale. Tu e i tuoi simili andate alla deriva verso ovest con la corrente equatoriale, girate in un gigantesco vortice lungo il Brasile e il Venezuela sino alla Florida e siete strappate l'una dall'altra.

Hai raggiunto i Caraibi, il bacino d'origine della Corrente del Golfo. Col carico del sole tropicale, cominci il tuo viaggio verso Terranova. Avanti ancora in direzione dell'Islanda, galleggi orgogliosa in superficie e lasci generosamente all'Europa il tuo calore, come se ne avessi all'infinito. Diventi impercettibilmente sempre più fredda, l'acqua più densa dell'Atlantico settentrionale ti lascia un carico di sale che diventa sempre più pesante e improvvisamente ti ritrovi sopra il bacino di Groenlandia, il punto d'inizio del tuo viaggio.

Sei stata in viaggio mille anni.

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