Da quando l'istmo di Panama divide l'Atlantico dal Pacifico, le particelle d'acqua fanno questa strada. Da oltre tre milioni di anni. Da allora, solo uno spostamento dei continenti avrebbe potuto variare la circolazione termoalina. Avrebbe potuto! L'uomo ha distrutto l'equilibrio del clima. E, mentre gli esperti discutono se il surriscaldamento possa portare allo scioglimento delle calotte polari e quindi bloccare la Corrente del Golfo, essa si è già fermata, perché ci hanno pensato gli yrr. Hanno fermato il viaggio delle particelle, interrompendo così il calore per l'Europa, bloccando il futuro di quella specie che si è autodefinita divina. Perché essa sa bene che cosa succederà col blocco della circolazione marina, proprio al contrario dei loro nemici, che non sanno nulla delle conseguenze delle proprie azioni, che non ricordano il futuro perché privi di memoria genetica e della consapevolezza che il senso della creazione sta nella trasformazione dell'inizio nella fine e della fine nell'inizio.
Mille anni, piccola particella. Più di dieci generazioni umane e tu hai fatto una volta il giro del mondo.
Mille di questi viaggi e il fondale marino si è completamente rinnovato un'altra volta.
Centinaia di questi rinnovamenti e i mari sono spariti, i continenti sono stati trascinati l'uno contro l'altro e intanto ne sono cresciuti di nuovi, sono nati nuovi oceani, il volto del mondo è cambiato.
Un secondo del tuo viaggio, piccola particella, e le forme di vita più semplici nascono e muoiono. Nanosecondi e le particelle elementari cambiano il loro posto. In un tempo ancora più breve, si completano le reazioni chimiche.
E, da qualche parte là in mezzo, l'uomo.
Soprattutto gli yrr.
L'oceano è diventato consapevole di se stesso.
Tu hai viaggiato per il mondo, com'era e com'è, come parte della grande circolazione che non conosce inizio né fine, ma solo variazione e ritorno. E cambia fin da quando questo pianeta è nato. Tutti gli esseri viventi formano un unico tessuto che ricopre la Terra, indivisibili nei loro legami alimentari, strettamente legati tra loro. Il più semplice si cambia con il più complesso, molte forme di vita sono scomparse per l'eternità, altre si sono sviluppate, alcune ci sono sempre state e ci saranno sempre, finché la Terra non cadrà nel sole.
Da qualche parte, là in mezzo, l'uomo.
Da qualche parte, nel tutto, gli yrr.
Cosa vedi?
Cosa vedi?
Karen si sente incredibilmente stanca, come se fosse in viaggio da anni. Una piccola particella stanca, triste e sola.
«Mamma? Papà?»
Deve costringersi a spostare lo sguardo sugli strumenti.
Pressione interna, okay. Ossigeno, okay.
Inclinazione: zero.
Zero?
Il Deepflight è orizzontale. Sobbalza. Karen si riscuote. Anche il controllo della velocità di discesa segna zero.
Profondità: 3466 metri.
Tutt'intorno il nero.
Il batiscafo non affonda più. È sul fondo. Ha raggiunto il fondo del bacino di Groenlandia.
Quasi non si azzarda a guardare l'orologio, perché ha paura di scoprire qualcosa di terribile, che è là sotto da ore, che non avrà abbastanza ossigeno per tornare in superficie, qualcosa del genere. Ma l'indicatore digitale, splendendo tranquillamente, le comunica che la sua discesa è iniziata trentacinque minuti prima. Non riesce a ricordare il momento in cui ha toccato il fondo, ma è andato tutto bene. Le eliche sono ferme, i sistemi attivi. Potrebbe risalire subito.
Poi, improvvisamente, inizia.
Insieme
In un primo momento, Karen pensa a un'allucinazione. Un debole alone blu a una certa distanza. L'apparizione si presenta vorticando e poi sparisce, come se qualcuno avesse soffiato della polvere blu scura dal palmo di una mano gigantesca.
Una nuova luminescenza, stavolta più vicina e con una maggiore superficie. Si ferma e poi si ritira, formando un arco sopra il batiscafo. Karen è costretta a guardare in. alto. Quello che vede le ricorda una nube cosmica. È impossibile dire quanto sia grande e a che distanza si trovi. Karen ha la sensazione di non essere sul fondo del mare, ma di aver raggiunto il bordo di una galassia lontana.
Poi il blu si perde. Per un istante, lei crede che stia diventando più debole, poi teme di essere vittima di un'allucinazione, perché la nuvola si schiude in una più grande che scende lentamente verso il batiscafo.
Allora capisce che, se vuol mandare fuori Rubin, non è una buona idea restare sul fondale.
Il momento è arrivato. Ora o mai più.
Fa uscire gli alettoni laterali e accende le eliche. Il Deepflight scivola per un tratto sul fondo, solleva vortici di sedimenti e si alza. Lampi splendono sull'orizzonte incommensurabile, nero come la notte.
La fusione è iniziata.
L'insieme è gigantesco.