Читаем Il quinto giorno полностью

Karen è piccola, ha preso in mano un libro per schiacciare un ragno. Anche lui è piccolo, ma ha commesso l'imperdonabile errore di venire al mondo in forma di ragno.

Perché?

Il ragno è odioso.

Dipende da chi guarda. Perché trovi i ragni odiosi?

Domanda stupida. Perché un ragno è odioso? Perché lo è. Non guarda con gli occhioni sgranati da cucciolo, non è dolce e affettuoso, non si può accarezzare, ha un aspetto strano e malvagio e quindi è da eliminare.

Il libro scende e il ragno è schiacciato.

Poco tempo dopo, Karen si pente amaramente di quell'atto. Sta guardando una puntata dell'Ape Maia. Ha imparato che le api sono okay. In quella puntata compare un ragno, con le sue otto zampe e lo sguardo fisso: di certo vuole riempirsi immediatamente la pancia. Ma il ragno apre una bocca sottile senza labbra e parla con un'incantevole voce squillante, da bambino. E non lancia terribili minacce, come Karen si aspetterebbe dai ragni; sembra la bontà in persona, affettuoso e dolce.

Ormai Karen non riesce più nemmeno a immaginare di schiacciare un ragno. Ancora peggio, uno le appare in sogno e la accusa con quella voce infantile. La cosa è terribile e Karen piange.

Quella volta ha imparato il rispetto.

Ha imparato quello che, anni dopo, a bordo dell'Independence è maturato in un'idea. Come può una specie intelligentissima metterne nel sacco un'altra, aggirando completamente il suo intelletto per ottenere un rinvio dello scontro o forse addirittura qualcosa di simile a una comprensione reciproca? E che l'uomo — abituato a porsi come punto di riferimento per giudicare il livello di sviluppo — arrivi al punto di voler somigliare agli yrr?

Una cosa inaccettabile per il vertice della creazione!

Dipende da come lo s'intende.

Sopra di lei si muove lieve la bianca luna pensante.

E si abbassa.

I tentacoli si staccano da Rubin, che torna visibile come un busto mummificato dalla gelatina, e si ritirano all'interno. La regina incombe sul Deepflight ed è molte volte più grande del batiscafo. Il nero dell'oceano è sparito. Il corpo della regina comincia a chiudersi intorno al veicolo. Tutto è illuminato. Intorno a Karen pulsano luci bianche. La regina prende in sé il batiscafo e assorbe i suoi pensieri.

Karen sente tornare la paura. Non respira. Contrasta l'impulso di accendere le eliche, benché non desideri altro che andarsene. L'incantesimo è finito e rimane la minaccia reale, ma lei sa che le eliche, mordendo in quella gelatina solida e flessibile, avrebbero come unico risultato quello di far arrabbiare l'essere… Magari invece lo divertirebbero o lo lascerebbero indifferente… In ogni caso, è meglio non pensare alla fuga, almeno per il momento.

Il batiscafo viene sollevato. L'essere può vederla?

Karen non ha la minima idea di cosa succederà. L'insieme non ha occhi, ma ciò esclude che possa vedere?

Avrebbero avuto bisogno di più tempo, a bordo dell'Independence.

Spera che l'essere possa in qualche modo vederla o almeno percepirla all'interno della cupola di vetro. E che alla regina non venga la tentazione di aprire l'abitacolo per tastarla. Non sarebbe una buona idea, ma almeno sarebbe stato il tentativo finale di una presa di contatto.

Non lo farà. Lei è intelligente.

Lei?

Come si fa in fretta a ricadere nel modo di pensare umano.

Karen scoppia a ridere. E, come se avesse dato un segnale, la luce all'intorno si fa diafana. Sembra che l'essere si allontani in tutte le direzioni. L'essere che lei chiama regina si sta dissolvendo. Per un istante meraviglioso, si diffonde come la polvere di stelle delle origini dell'universo. Proprio sopra la cupola danzano minuscoli punti bianchi. Se sono gli esseri unicellulari, allora hanno una dimensione considerevole, quasi come piselli.

Poi il Deepflight è fuori, la luna si fonde di nuovo e ora è sotto di lei, sorretta da un ampio disco blu scuro. La regina deve aver sollevato il batiscafo di un bel po'. Sulla superficie del disco si muove qualcosa che Karen riesce a definire solo in un modo: «traffico formicolante». Miriadi di esseri luminosi volteggiano lungo la sfera blu. Pesci simili a chimere, i cui corpi risplendono di complesse decorazioni, schizzano dall'interno della gelatina, s'incontrano e poi tornano a sprofondare nella massa. Lontano scintillano cose che sembrano fuochi d'artificio, poi immediatamente davanti al batiscafo ardono cascate di punti rossi, che si dispongono continuamente in nuove forme, troppo veloci perché gli occhi possano seguirli. Mentre cadono e si avvicinano al centro bianco, prendono lentamente una forma, ma soltanto quando si trovano appena sopra la regina palesano la loro vera natura. A Karen vengono le vertigini. Non si tratta di un banco di pesciolini, come aveva pensato, ma di un unico essere gigantesco con dieci braccia e un corpo lungo e sottile.

Un calamaro. Grande come un autobus.

La regina fa uscire un tentacolo chiaro e tocca il calamaro nel mezzo. Il gioco delle macchie rosse si ferma.

Cosa sta succedendo?

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