Karen non crede in Dio, ma è costretta a ricordarselo per non mettersi a mormorare qualche preghiera. Ricorda Samantha Crowe, che aveva parlato degli extraterrestri forgiati sul modello umano, del narcisismo degli uomini nella rappresentazione delle altre specie, della loro assoluta incapacità di dare spazio a visioni più coraggiose. Forse Samantha avrebbe criticato quella purezza della luce, e si sarebbe augurata una luce meno carica di simboli di quel sacro bianco. Ma esso non è paragonabile a nulla. È bianco solo perché la bioluminescenza produce spesso luce bianca, come pure blu, verde o rossa. Non è la manifestazione di un dio, ma soltanto un effetto generato da organismi unicellulari capaci di produrre luce. Tuttavia, a parte questo, quale dio simile agli uomini si manifesterebbe sotto forma di tentacoli?
La cosa che fa quasi impazzire Karen è che non esiste possibilità di ritorno. Non si può più discutere se gli organismi unicellulari possono sviluppare l'intelligenza o no. La questione è chiusa: l'autorganizzazione di queste cellule porta alla conclusione che si tratti di vita consapevole di se stessa, e non di un comportamento mimetico altamente sviluppato. Quando si sono infilati nello scafo dell'
Il suo sguardo si perde in quella volta blu, finché non raggiunge il vertice, dal quale scende lentamente qualcosa, una formazione dalla cui parte inferiore si diramano i tentacoli. Ha una forma quasi sferica ed è grande come la luna. Sotto la superficie bianca scivolano ombre grigie. Per qualche secondo compaiono complicate decorazioni, sfumature di bianco sul bianco, luci simmetriche, file splendenti di punti e linee, un codice criptico che farebbe la gioia di un semiologo. Quell'essere sembra a Karen un computer vivente, al cui interno avvengono calcoli di mostruosa complessità. Rimane a guardare quella cosa che pensa e improvvisamente comprende che pensa per tutto l'insieme, per tutta quella massa gigantesca, per il firmamento blu.
Alla fine Karen capisce cosa sta osservando.
Ha trovato la regina.
La regina prende contatto.
Karen quasi non osa respirare. Le tonnellate di pressione hanno compresso i liquidi in Rubin e li hanno fatti uscire dal corpo massacrato, disperdendoli in acqua. Da tutti i punti in cui gli hanno iniettato la soluzione sono usciti i feromoni concentrati cui gli yrr hanno reagito istintivamente. La fusione era appena iniziata e si è arrestata di colpo. Karen è sempre incerta sull'esito del piano. Tuttavia, se non si è sbagliata, quell'esperienza deve aver portato l'insieme a una confusione babelica, con la differenza che a Babele si riconoscevano l'un l'altro ma non si capivano più, mentre l'insieme capisce senza riconoscere. Il messaggio feromonico era sempre stato diffuso e compreso solo dagli yrr. L'insieme non può riconoscere Rubin. Indubbiamente è il nemico di cui si era decisa la distruzione, ma il nemico dice: «Fondersi».
Rubin dice: «Sono uno yrr».
Che cosa succederà nella regina? Si accorgerà del trucco? Riconoscerà che Rubin non è un insieme di yrr, che le sue cellule sono strettamente legate tra loro, che gli mancano i recettori? Sicuramente non è il primo uomo che gli yrr esaminano. Tutto ciò che percepiscono classifica Rubin come nemico. Secondo la logica degli yrr, chi non è yrr è da ignorare o da combattere. Ma gli yrr hanno mai combattuto contro gli yrr? Può esserne sicura?
Almeno su quel punto, Karen non ha dubbi e sa che Sigur, Anawak e tutti gli altri l'avrebbero pensata nello stesso modo. Gli yrr non si uccidono tra loro. Eliminano le cellule malate e difettose, il feromone si occupa di uccidere le cellule, ma ciò non è molto diverso da un corpo che elimina le cellule morte della pelle. Nessuno parlerebbe di una lotta tra le cellule del corpo, perché insieme esse formano un essere unico, e per gli yrr è la medesima cosa. Sono innumerevoli miliardi, ma nel contempo uno. In ultima analisi, anche i diversi insiemi con le diverse regine sono un unico essere con un'unica memoria, un cervello diffuso in tutto il mondo che può prendere decisioni sbagliate, ma che non conosce nessun senso di colpa morale, che lascia spazio alle idee individuali, senza che una singola cellula possa rivendicare diritti di superiorità, all'interno del quale non vengono somministrate pene e non si fanno guerre. Ci sono soltanto yrr intatti e yrr difettosi e quello che è difettoso muore.
Eppure uno yrr morto non emetterà mai un contatto feromonico come quel pezzo di carne di forma umana, che è un nemico, che è morto e tuttavia non è nessuna delle due cose.
Karen, lascia stare i ragni.