Tina non rispose. Johanson si mise seduto davanti a lei, con la schiena appoggiata al bordo della barca. Poi ricordò che teneva ancora in mano la bottiglia, e gliela porse. «Evidentemente la nostra amicizia è troppo forte per l'amore.»
Sapeva che suonava banale e patetico, ma sortì l'effetto voluto. Lei si mise a ridacchiare, prima con nervosismo, poi evidentemente sollevata. Prese la bottiglia, bevve una lunga sorsata, e rise ancora di più. Si coprì il volto con una mano come se volesse cancellare quella risata troppo forte e del tutto fuori luogo, ma essa continuava a uscire, sebbene soffocata dalle dita. Poi anche Johanson scoppiò a ridere senza freni.
«Puah!» fece lei.
Rimasero in silenzio per un po'.
«Sei arrabbiato?» gli chiese infine a bassa voce.
«No, e tu?»
«Io… no, non sono arrabbiata. Per niente. È solo che… È tutto così sconclusionato. Sulla
Le prese di mano la bottiglia e bevve. «No», disse lui. «Siamo sinceri, sarebbe andata nello stesso modo. Proprio come stasera.»
«Da che cosa dipende?»
«Tu lo ami.»
Tina strinse le braccia intorno alle ginocchia. «Parli di Kare?»
«E chi se no?»
Rimase a fissare il vuoto, per molto tempo, e Johanson bevve di nuovo. Non era compito suo fare chiarezza nei sentimenti di Tina Lund.
«Credevo di potergli sfuggire, Sigur.»
Pausa. Se Tina si aspettava una risposta, l'avrebbe aspettata a lungo, pensò lui. Avrebbe dovuto capirlo da sola.
«Siamo sempre stati così distanti, tu e io», disse Tina dopo un po'. «Nessuno dei due voleva legarsi: una premessa ideale. Però non l'abbiamo mai verificata. Non c'è stato un solo momento in cui abbia pensato: ora deve assolutamente succedere. Io… non sono mai stata innamorata di te. Non ho mai
«Questo è amore.»
«A dire la verità, pensavo fosse altro. Come l'influenza. Non riuscivo più a concentrarmi sul lavoro, ero costantemente altrove con la testa, avevo la sensazione che mi mancasse la terra sotto i piedi, ed è una cosa che nella mia vita non ha senso.»
«Così hai pensato che, prima di perdere definitivamente il controllo, era il caso di verificare l'opzione uno.»
«Sei arrabbiato!»
«No. Ti capisco. Neanch'io ero innamorato di te.» Rifletté. «Ti ho desiderato. Tra parentesi, proprio da quando sei insieme con Kare. Ma io sono un vecchio cacciatore. Pensavo fosse seccante che qualcuno mi contendesse la preda, non lo sopportavo e ciò ha offeso la mia vanità…» Sorrise. «Hai visto quello splendido film con Cher e Nicolas Cage,
«Perché tutto ha a che fare con la paura. La paura di essere soli, la paura che accada qualcosa senza essere interpellati; ma la peggiore di tutte è la paura di scegliere e sbagliare… Tu e io non potremo avere altro che un rapporto, ma con Kare… Con Kare non posso avere altro che un legame. Non c'è voluto molto perché lo capissi. Si desidera qualcuno che non si conosce neppure, lo si vuole a ogni costo. Ma puoi ottenerlo solo se prendi anche tutta la sua vita. Da qui nasce una sorta d'incertezza che rende diffidenti.»
«Perché potrebbe rivelarsi un errore.»
Lei annuì.
«Sei già stata con qualcuno?» chiese. «In questo modo, voglio dire.»
«Una volta», rispose Tina. «Molto tempo fa.»
«Il tuo primo amore?»
«Mmm.»
«Cos'è successo?»
«Nulla di originale. Davvero. Io mi aspettavo qualcosa di travolgente, ma di fatto lui a un certo punto ha detto basta e a me è rimasto solo il dolore.»
«E poi?»
Appoggiò il mento sulle mani. Se ne stava lì, seduta nella luce della luna, con una piccola ruga verticale tra le sopracciglia: era splendida. Tuttavia Johanson non sentiva la minima traccia di rammarico. Né per quello che aveva cercato di fare, né per com'era andata.
«Dopo sono sempre stata io a lasciare gli altri.»
«L'angelo vendicatore.»
«Sciocchezze. No, a volte quelli che conoscevo mi davano sui nervi. Troppo lenti, troppo carini, troppo duri di comprendonio. Altre volte sono scappata per mettermi al sicuro prima… Lo sai che sono veloce.»
«Non costruiamoci una bella casa, perché potrebbe arrivare una tempesta e distruggerla.»
Tina sollevò gli angoli della bocca. «Troppo elegiaco per me.»
«Può essere. Ma è così.»
«Sì, può essere.» Tina aggrottò la fronte. «C'è anche un'altra possibilità: costruisci la casa e, prima che qualcuno la possa distruggere, la distruggi tu stesso.»
«Kare uguale casa.»
Da qualche parte, un grillo iniziò a cantare. Lontano, un altro gli rispose.