— Ecco… — Redpath esitò. Forse si stava spingendo troppo in là, forse correva un pericolo; ma quello che gli aveva detto Leila gli aveva instillato dei dubbi sui confini tra realtà e incubo. — Per il momento non voglio darvi il nome del soggetto, però deve aver visto qualcosa nella stanza da bagno, qualcosa di spaventoso di cui non ha voluto parlarci. Non so nemmeno perché ve lo dico… Voi non entrerete in casa, vero?
— Dipende. — Nella voce di Knight si sentiva di nuovo una nota di dubbio. — Queste cose si improvvisano sul momento.
— Allora aspetto di risentirvi. — Redpath mise giù il telefono e si girò a guardare Leila, che se ne stava con le mani sui fianchi. Sembrava la caricatura dello sdegno. Redpath non si sentiva più così eccitato, però aveva la certezza confortante di aver fatto una mossa utile, anche se piccolissima, contro le forze del caos e dell’assurdo. Era la prima volta che gli si presentava l’occasione di restituire un colpo.
— Non avevi nessun diritto di fare una cosa del genere, John Redpath — disse Leila. I suoi occhi mandavano lampi di collera. — Cosa dirà Henry se la storia arriva ai giornali? Capisci in che posizione potrebbe trovarsi?
— Credi che io mi diverta? — Redpath afferrò la camicia, cominciò a vestirsi. — Credi che mi piaccia?
— Forse no, ma…
— Forse no! Leila, io sto cercando di rientrare nella razza umana. E una battaglia che devo combattere da solo, ma se quel giornalista richiama e dice che i particolari sono esatti… Be’, qualcuno dovrà starmi a sentire. E tutto.
— E se succede il contrario? — chiese Leila. — Se quella casa non esiste?
Redpath sorrise, stanco. — Allora saprò che ieri sono rimasto tutto il giorno fuori di me. Dovrò accettare l’idea.
— Promesso?
— Non c’è bisogno di promettere. Non arriverei a negare i fatti.
— In questo caso, col pollo vuoi insalata verde o insalata di patate? — disse Leila, cambiando umore.
Redpath capì che lei si aspettava una risposta negativa da Dave Knight, e che nel frattempo preferiva non affrontare più l’argomento. L’idea di una tregua, di un ritorno alla normalità, per quanto momentaneo, era indubbiamente attraente. Si prestò subito al gioco.
— Insalata verde — disse — però voglio prepararla col mio condimento speciale all’italiana. Fa miracoli. Non si limita a stimolare le papille gustative;le fa marciare su e giù per la lingua a branchi agguerriti che chiedono cibo, cibo.
Leila si avviò alla porta. — Perché esageri sempre?
— Non hai mai visto un’armata di papille gustative inferocite? — le disse, seguendola in cucina. — È uno spettacolo spaventoso.
Aiutò Leila a preparare una cena semplice. Mentre mangiavano scoprì che la televisione dava uno dei suoi film preferiti, un thriller comico con Jack Haley, “Scared Stiff”. Leila accettò di guardarlo; e mentre se ne stavano seduti assieme in quel buio invitante, ridendo delle stesse cose di cui altra gente aveva riso in altri tempi e in altri posti, sentendosi vicini, lui desiderò che il telefono non squillasse. Voleva un po’ di calma. Era stanco di discutere e di sentirsi spaventato, di lottare per assimilare concetti estranei a quelli su cui si era basato fin da bambino, e poi tutto sembrava così magico, così tranquillo, lì su quel divano, accanto alla donna che amava, mentre le tenebre scendevano dal cielo e niente gli impediva di lasciarsi risucchiare nel minuscolo universo meraviglioso del tubo catodico, dove la faccia di Jack Haley fluttuava periodicamente come una cometa… una cometa comica… una cometa comica che gli faceva venir sonno…
Redpath si addormentò tranquillamente, pacificamente.
A qualche chilometro di distanza, sull’altro lato della città, i lampioni blu e bianchi si erano accesi lungo il canyon di mattoni rossi di Woodstock Road, proiettando ombre innaturali, producendo strane metamorfosi nel colore dei vestiti e delle macchine. Gli autobus correvano ancora, costellazioni mobili e solidissime di stelle gialle; e le luci dei negozi scavavano alti zampillii nel buio, luci color miele nel caso dei negozi di confezioni, delle tabaccherie, delle tavole calde, dei locali pubblici vecchio stile; e luci fredde, immobili, bianche, nel caso di agenzie immobiliari, imprese edili e negozi di lusso che lasciavano le vetrine accese tutta la notte, per incoraggiare i passanti e scoraggiare i ladri. Anche i semafori aggiungevano la loro luminosità di rubino, topazio e smeraldo, e non si sarebbero mai fermati per tutta la notte, dirigendo pazientemente i flussi e contro-flussi di veicoli che esistevano solo nelle protomenti delle loro scatole automatiche di controllo.