LUCREZIA – Ho sempre avuto paura che la voglia di messer Nicia di avere figli, ci potesse portare a qualche errore[55]; e per questo, quando lui mi proponeva qualcosa, ero sempre sospettosa, soprattutto dopo quel caso quando andavo in chiesa ogni mattina e un frate ha comiciato a corrermi dietro. Ma di tutte le cose che abbiamo provato a fare, questa mi pare la più strana. Non posso nemmeno pensare a sottomettere il mio corpo a questo vituperio, in più causare la morte dell’uomo che mi vitupererà. Perché io non credo che mi sia permesso fare così. Anche se fossi l’unica donna rimasta al mondo che deve fare risorgere tutta l’umana famiglia, nemmeno in questo caso lo farei.
Fra’ Timoteo, Lucrezia
FRA’ TIMOTEO – Benvenuta. Io so quello che Lei vuole sentire da me, perché messer Nicia me ne ha parlato. A dire il vero, io sono stato sui libri più di due ore a studiare questo caso, e, dopo molti studi, ho scoperto molti argomenti che, ed in particolare ed in generale, possono fare al caso nostro. Lucrezia – Padre, Lei dice la verità o ride?
FRA’ TIMOTEO – Ah, madonna Lucrezia! Non sono cose da ridere. Ma lei mi conosce da molto tempo!
LUCREZIA – Padre, no; ma questa mi pare la più strana cosa che ho mai sentito.
FRA’ TIMOTEO – Madonna, La capisco, ma io non voglio che Lei dica più così. Ci sono molte cose che da lontano sembrano terribili, insopportabili, strane, ma dopo, quando ti avvicini diventano umane, sopportabili, familiari. Si dice speso che sono maggiori gli spaventi che i mali: e questa è una di quelle cose.
LUCREZIA – Se Dio vuole!
FRA’ TIMOTEO – Voglio tornare a quello che dicevo prima. Quanto alla coscienza, Lei deve seguire la regola che dice: dove c’è un bene certo e un male incerto, non si deve mai lasciare quel bene per paura di quel male. Qui c’è un bene certo, che Lei resterà incinta, acquisterà un’anima a messer Domenedio; il male incerto è che quello che andrà a letto con lei, dopo la pozione, morirà. Ma si trovano anche quelli che non muoiono! Ma perché la cosa è vaga e non si sa mai, è meglio che messer Nicia non corra quel pericolo. Quanto all’azione in sé, che sia peccato, questo è una favola, perché la volontà è quella che pecca, non il corpo. Un peccato vero e proprio è dispiacere al marito. Lei invece lo compiace. Poi, è un peccato trovare piacere in quel vituperio, ma lei già soffre e quindi non pecca. Oltre a questo, lo scopo è più importante di tutto il resto: il Suo scopo è di riempiere una sedia in paradiso, e di accontentare Suo marito. Dice la Bibbia che le figlie di Lot, credendo essere rimaste sole nel mondo, sono andate a letto col proprio padre; e, perché la loro intenzione era buona, non hanno peccato.
LUCREZIA – Di che cosa mi persuade?
FRA’ TIMOTEO – Giuro sul mio cuore consacrato, non è un gran peccato. Se lei cede al desiderio di Suo marito farà un peccato come, per esempio, se mangia la carne il mercoledì che è un peccato che se ne va con l’acqua benedetta Si lasci persuadere. Deve anche rendersi conto che una donna, che non ha figli, non ha casa: quando muore il marito, resta come una bestia, abbandonata da tutti.
LUCREZIA – A che cosa mi conduce, padre?
FRA’ TIMOTEO – La conduco a una cosa per cui Lei sarà sempre grata a me e pregherà Dio per me; e tra un anno sarà soddisfatta. Di che ha paura? Nella nostra città ci sono almeno cinquanta donne che al tuo posto leverebbero le mani al cielo.
LUCREZIA – Va be’, sono d’accordo: ma non so se sarò viva domattina.
FRA’ TIMOTEO – Non dubitare, figlia mia: io pregherò Iddio per te, io dirò la preghiera dell’Angelo Raffaello, che ti accompagni. Vada serena e in pace, e si prepari a questo mistero.
LUCREZIA – Stia in pace anche Lei, padre. Dio m’aiuti e la Nostra Donna, che non mi succeda nulla di male[56].
Fra’ Timoteo, Ligurio, Messer Nicia
FRA’ TIMOTEO – O Ligurio, uscite qua!
LIGURIO – Come va?
FRA’ TIMOTEO – Bene. Se n’è andata a casa, è pronta a fare ogni cosa, e non ci saranno problemi.
MESSER NICIA – Davvero?
FRA’ TIMOTEO – Beh, Lei è guarito dalla sordità?
LIGURIO – Santo Chimenti gli ha fatto grazia.
FRA’ TIMOTEO – Bisognerebbe fare un’elemosina in suo onore per annunciare alla gente questa guarigione
MESSER NICIA – Torniamo ai fatti nostri però. Che mi dice, adesso mia moglie mi ubbedirà e farà quello che io voglio?
FRA’ TIMOTEO – Certamente.
MESSER NICIA – Sono il più contento uomo del mondo.
FRA’ TIMOTEO – Appunto. Lei avrà un bel figlio maschio.
LIGURIO – Frate, vada alle Sue orazioni, e, se ci sarà bisogno, verremo a trovarLa. Lei, messere, vada da Sua moglie, per tenerla salda in questa scelta, e io andrò a trovare maestro, per procurarci della pozione. Ci rivediamo tra un’ora perché si deve parlare ancora un po’ della faccenda.
MESSER NICIA – Addio!
FRA’ TIMOTEO – Andate tranquilli e in pace.
Задание 3