«È un esperimento di Rich» rispose Alexander. «La stanza è un ambiente a bassa concentrazione di ossigeno e alta concentrazione di anidride carbonica. Non è pericoloso» si affrettò a precisare. «C’è un quindici per cento di ossigeno e l’un per cento di biossido di carbonio, non fa male, quantomeno se non lo si respira a lungo. I bidoni servono per conservare prodotti particolari come uva, pere e frutta di ogni genere, ognuna mantenuta nel proprio ambiente ideale per garantirne una lunga conservazione. I bidoni sono ermetici e la miscela di biossido di carbonio viene controllata dal computer.»
Charlie cercò di aprire uno dei bidoni ma Alexander gli afferrò il braccio.
«Non lo faccia. Guardi.» C’era un cartello con dei simboli che a Charlie non dicevano nulla. «Il cartello spiega che il bidone ha una concentrazione di biossido di carbonio del dodici per cento e che la temperatura è di cinque gradi e mezzo. È meglio aprirlo dopo aver aspirato il gas.»
Charlie esaminò altri bidoni con altri cartelli, tutti leggermente diversi, tutti contenenti biossido di carbonio. «E quella?» domandò indicando la porta in fondo.
«È un montavivande che arriva alla dispensa. Dovrebbe servire per portare una mezzena di bue, grosse quantità di frutta o cose troppo pesanti da trasportare giù per le scale.»
Charlie lo guardava con un’espressione incredula. «Spero che si riesca ad aprirlo» disse.
«Oh, certo. So cosa sta pensando, Mr Meiklejohn, mi creda. Uno stuolo di poliziotti ha esaminato la stanza, i bidoni e tutto il resto e non è riuscito a elaborare nessuna ipotesi plausibile che giustificasse i loro sospetti. Guardi, questo bidone è vuoto.» Alexander lo aprì. Era profondo circa una sessantina di centimetri e altrettanto largo, ma si restringeva verso il fondo. Lo richiuse e andò ad aprire la porta del montavivande, un vano di acciaio inossidabile sessanta per un metro e alto circa un metro e mezzo. Il pannello di comando era semplice, prevedeva un pulsante nero per la salita e uno per la discesa. Sulla porta esterna c’era una barra che fungeva da maniglia, mentre l’interno era tutto completamente liscio senza pulsanti né appigli.
Charlie ormai guardava Alexander con uno sguardo torvo. «Andiamo al piano di sopra a dare un’occhiata al montavivande» borbottò seccamente. Fu un sollievo uscire dalla cella frigorifera. Constance tremava e Charlie era piuttosto infreddolito. Il montavivande si trovava nella dispensa al di là di un’altra porta ben isolata. Sul muro c’erano due pulsanti di comando. Alexander allungò la mano per premerne uno ma Charlie scosse la testa. «Un momento.» Aprì la porta ed esaminò lo spazio interno. Dall’alto vide che c’erano delle prese d’aria sul tetto della cabina. Charlie si voltò verso Alexander con un’aria interrogativa.
«C’è una condotta che prende aria dall’esterno. Sa, in caso ci fosse una perdita. L’anidride carbonica è più pesante dell’aria e una volta arrivata in cima alle scale non potrebbe fuoriuscire dalla porta stagna, mentre potrebbe invadere il montavivande. Se il montavivande arriva quassù con dell’anidride carbonica, l’aria all’interno viene aspirata automaticamente prima che la porta si apra. Perlomeno è così che funziona quando il computer è acceso.» Alexander indicò una sorta di termometro senza mercurio appeso accanto ai pulsanti di salita e discesa. «Questo è un sensore di supporto per garantire maggiore sicurezza» spiegò. «Rileva la presenza di biossido di carbonio nel vano del montavivande.»
Charlie annuì e premette il pulsante di chiamata ma non accadde nulla.
«Non funziona con la porta aperta.»
Charlie chiuse la porta e riprovò. Il meccanismo si mise silenziosamente in funzione. Poco dopo arrivò il montavivande e la porta si aprì.
7
Charlie e Constance non si lamentarono quando Alexander cominciò ad accelerare per terminare velocemente il giro della casa. Mostrò loro come ogni porta fosse tenuta sotto osservazione durante il gioco, e come i sensori a pavimento fossero nascosti sotto la passatoia in modo che nessuno potesse entrare in una stanza senza che il suo passaggio venisse registrato.
«Rivoluzionerà sicuramente i sistemi di sicurezza» disse il giovane con convinzione.
«Il Grande Fratello è vivo ed è in mezzo a noi» fu l’amaro commento di Charlie.
«Se si deve garantire la sicurezza occorre anche utilizzare dei buoni impianti. La stanza di Gary era al piano di sopra. La volete vedere?» Sembrava aver assunto un atteggiamento difensivo e allo stesso tempo leggermente aggressivo.
«Hanno portato via tutto?» domandò Charlie.
«Intende dire se hanno preso i suoi oggetti personali? Quelli sì, ma l’arredamento è rimasto com’era e i computer che usava sono ancora lì. La stanza non è stata chiusa né l’accesso vietato.»
«Possiamo vederlo da soli, ma prima che lei vada mi dica qualcosa dell’apparecchio di cui parlava Bruce, l’unità di controllo. Ha detto che è grande come un pacchetto di sigarette, giusto? Cos’era in grado di fare esattamente con un congegno così piccolo?»