Harry versò nei bicchieri gli altri due aperitivi e li posò sul bancone. «Di solito sono controllate da Smart House» disse. «Come tutto il resto.» Charlie porse il bicchiere a Constance e cominciò a sorseggiare il suo Martini. «Cosa pensa di riuscire a scoprire esattamente in un fine settimana, Mr Meiklejohn?» gli domandò Harry energicamente, come tutto ciò che faceva. «La polizia ci ha tenuto qui per giorni, e continua comunque a tornare per le indagini. Ho votato contro un suo coinvolgimento, volevo informarla di questo.»
«So già alcune cose di cui la polizia non è stata informata» rispose tranquillamente Charlie. «So del gioco e dei computer portatili che potevano intervenire sul sistema operativo principale. E ora so che la decisione di aprire un’altra indagine non è stata unanime. Direi che ho fatto dei progressi.»
Harry si rabbuiò e il suo sguardo si fece più penetrante. Laura rise sommessamente. «Harry però si è convinto» intervenne la donna. «Quando ne abbiamo discusso alla fine si è detto d’accordo con tutti gli altri.»
Harry le fece segno di tacere e Charlie notò che, nonostante Laura fingesse di ignorarlo, in realtà era incredibilmente attenta a ogni gesto e a ogni espressione del marito.
«Di che computer portatile sta parlando?» domandò Harry.
Charlie guardò Harry e poi Jake che rispose scuotendo la testa. «Gary non lo ha fatto vedere a nessuno di voi due?» Poi, rivolto a Laura: «Nemmeno a lei?»
Questa volta Laura fece una risatina nervosa, raggiunse il marito dietro al bancone e cominciò a esaminare attentamente le bottiglie. «Può aggiungere ancora un particolare al conto delle cose che sa e che non abbiamo raccontato alla polizia. Gary amava i segreti più di qualsiasi altra cosa. Le assicuro che se avesse avuto un giocattolino come quello lo avrebbe conservato gelosamente, quantomeno finché non fosse stato pronto per la grande dimostrazione di lunedì. Non è così, tesoro?» disse rivolta a Harry con un tono beffardo.
«Tutto quello che so è che non me ne ha parlato.»
«Mi venisse un colpo» mormorò Jake Kluge. «Ma è ovvio che doveva avere una cosa del genere, più di una. Dove sono? Lei li ha visti? Ce li ha Alexander?»
Charlie scosse la testa. «Temo di no. Alexander dice di non essere riuscito a trovarli. Perché ha detto che è ovvio?»
«Avremmo dovuto immaginarlo» rispose Jake. «È ovvio che ci debba essere un comando manuale. Un altro asso nella manica di Gary. Devono essere da qualche parte. Alexander li ha cercati?»
«Ha detto che non è riuscito a trovarli. Perché sono importanti, Mr Kluge?»
Jake trasalì poi sorrise. «La prego, Jake. Posso chiamarvi Charlie e Constance?» domandò. «Lo vede, Charlie, è già riuscito a spiegarci qualcosa. C’erano alcune funzioni svolte da questa dannata casa che non siamo stati in grado di immaginare, e questo spiega perché. Se Gary poteva sovrapporre un comando manuale al sistema principale, avrebbe avuto la possibilità di farlo funzionare secondo determinate caratteristiche. Harry, andiamo a cercare Alexander. Grazie, Charlie.»
Harry uscì da dietro al bar e si allontanarono insieme.
«Solo una cosa prima che andiate via» li fermò Charlie. «Mi sembra di capire che nessuno di voi due fosse molto entusiasta di chiarire una volta per tutte questa brutta situazione. Perché avete cambiato idea?»
Jake si strinse nelle spalle. «Io non ho mai detto di essere contrario.»
«Ma lo era?»
Per un istante guardò Charlie con curiosità, poi annuì. «Penso che ognuno di noi desideri solo lasciarsi tutto questo alle spalle e riprendere l’attività aziendale. Come ha detto Harry, crediamo poco nell’apporto di una nuova investigazione.»
«È stata la casa?» domandò Charlie quasi in un bisbiglio.
«Cristo santo!» sbottò Harry. Riprese a camminare ma Jake lo afferrò per un braccio.
«Aspetta un attimo» gli disse Jake. «Lo abbiamo assunto. La società lo ha assunto per fare domande e noi abbiamo accettato di rispondere.» Quindi lasciò la presa e volse lo sguardo verso Charlie, «No, Charlie, non nel modo che insinua con la sua domanda. La casa non poteva intenzionalmente uccidere nessuno.»
«Non ho parlato di intenzioni» borbottò Charlie. «Ma Jake, Harry, se non è stata la casa allora è stata una persona. Volete lasciarvi alle spalle anche questo? Volete lasciar perdere tutto anche nel caso in cui arrivassimo a stabilire che è stata una persona a uccidere due uomini?»
Harry lanciò un’occhiata rabbiosa a Milton Sweetwater, come se la responsabilità di avergli fatto cambiare idea fosse tutta dell’avvocato. «La Bellringer potrebbe andare a picco» rispose bruscamente Harry. «Non mi interessa un accidente chi sia stato. Voglio solo risolvere la faccenda una volta per tutte, così potremo tornare a occuparci della società. La soddisfa questo?»
Charlie annuì. «Assolutamente sì. Jake?»
«È vero, lei non ha parlato di intenzioni, ma nemmeno di morti accidentali. Questa è la terza ipotesi.»