Charlie si chinò nascondendosi dietro a una pianta, poi dietro a quella successiva. Riusciva ancora a vedere Constance, ma dal modo in cui lei si guardava attorno capì che lo aveva perso di vista. Rimase nascosto dietro a piante e alberi e continuò a scendere lungo gli ampi gradini che sembravano formare un terrazzamento naturale. Arrivato al pianterreno si fermò, non riusciva più a scorgere Constance dietro alla vetrata. Raggiunse il bar e i tavoli. L’illusione di trovarsi in una giungla era quasi totale. La debole illuminazione sembrava luce lunare filtrata attraverso una sottile coltre di nubi. Passò dietro a un’altra fioriera con un banano dalle foglie lunghe due metri e mezzo. Proseguì verso la piscina senza fermarsi, ne percorse il bordo e raggiunse il corridoio che portava alla sala idromassaggio e agli spogliatoi. Sul muro vide il quadro di comando delle luci. Accese quelle della piscina, entrò nella sala idromassaggio e si guardò intorno, riattraversò il corridoio, si affacciò nello spogliatoio e ritornò indietro passando nuovamente accanto alla piscina alla ricerca dell’uscita più vicina all’ascensore. Si sentiva molto indifeso e vulnerabile, avvolto da una pallida luce blu che gli sembrò più luminosa di quanto ricordasse. Arrivato alla porta si fermò e agitò le braccia facendo segno a Constance di raggiungerlo. Non era sicuro che lo potesse vedere, dal momento che lui non vedeva nulla al di là della vetrata.
Constance lo vide apparire e scomparire e poi ricomparire di nuovo dopo che Charlie ebbe acceso le luci della piscina. Quando le fece segno di scendere sospirò profondamente, e solo in quel momento si rese conto di aver quasi trattenuto il respiro per cercare di non fare rumore. Lasciò la sua postazione davanti alla vetrata e si avviò lungo il corridoio. Raggiunte le scale, iniziò a scenderle senza nemmeno prendere in considerazione l’ascensore in fondo al corridoio.
"C’è qualcosa" pensò. "C’è qualcosa di strano…"
Charlie le andò incontro, e Constance esclamò a bassa voce: «Ma certo!»
Come la raggiunse l’abbracciò, e non riuscì a spiegarsi la sensazione di sollievo che lo investì. «Allora?» le domandò.
«Tu che impressione hai avuto?»
«Che stessi osservando ogni mio movimento. Quanto sei riuscita a vedere?»
«È la stessa impressione che hanno avuto tutti durante il gioco, quella di essere spiati in ogni movimento. E non solo durante il gioco. È questa dannata casa» disse, e la indicò con un gesto. «Persino in questo momento ho la sensazione che ci siano centinaia di occhi puntati su di me.»
«Tesoro» la sollecitò pazientemente spingendola verso la cucina «dimmi cos’hai visto.» In cucina era stata lasciata accesa una tenue luce. Charlie trovò l’interruttore e ne accese qualche altra.
«Oh, be’, non molto. Ti ho visto al bar e poi, quando le luci si sono accese, ti ho visto camminare lungo il bordo della piscina e avvicinarti alla porta. Charlie, c’è dell’altro…» T pensieri le si affollavano nella mente, mentre Charlie la faceva sedere al grande tavolo di quercia e si accomodava a pochi centimetri da lei. Charlie non insistette perché lei continuasse, non le chiese nulla, si limitò ad aspettare e a fissarla.
«Ha a che fare con Gary» disse infine Constance a voce bassissima. «Persino adesso che il computer è spento, è come se la casa mi ascoltasse» disse storcendo la bocca in un sorriso che esprimeva tutto il suo disappunto. «Proviamo un irresistibile bisogno di sussurrare, di guardarci attorno per assicurarci che nessuno ci stia spiando o ascoltando. È la casa. Quanto sarà grande? Diecimila metri quadri, forse di più? Inoltre è tutta esposta alla vista, non c’è intimità da nessuna parte. Si ha la sensazione di essere osservati in ogni minuto, come se gli altri potessero vedere ogni cosa che fai. È colpa di tutto quel vetro, della posizione delle camere e di tutta una serie di cose. È un’enorme vasca per i pesci. A livello emozionale Gary era simile a un bambino, quantomeno questo è ciò che continuano a ripeterci. Gary era come un ragazzino pieno di segreti che amava i giochi, le sorprese e i misteri. Disponeva di molto denaro con cui giocare, non poteva resistere alla tentazione di mettere a punto un sistema segreto per spostarsi senza essere visto. Sono certa che è così, Charlie!»
«Le copie cianografiche scomparse» sussurrò. La guardò con un’espressione quasi intimorita. «Credo che tu abbia centrato il problema.»
«Potrebbe non avere nulla a che fare con gli omicidi» disse Constance. «Se ha visto Rich in giro con le copie cianografiche potrebbe aver fatto in modo di nasconderle per custodire il suo segreto finché non fosse stato pronto a rivelarlo.»