«Nella casa successiva la zia piangeva amaramente quando la ragazza sbagliava. "Il mio amore per te è immenso e tu mi hai ferito così tanto." Cambiò ancora casa e lo zio la trovò una compagnia così gradevole che non riusciva a sopportare di stare lontano da lei neppure per un attimo, e quando lei camminava, lui camminava, gli si arrossava il viso, si premeva una mano sul cuore e inspirava affannosamente perché gli mancava il fiato ma non si lagnava mai. Quando lei mangiava un dolce lo mangiava anche lui, sopportava dolori al petto e allo stomaco senza mai lamentarsi.
«Nella casa successiva ogni giorno la zia le prometteva che se si fosse comportata bene l’indomani avrebbe potuto avere questo o quello, ma l’indomani non arrivava mai, come il sole in una grigia giornata invernale.»
Avevano ormai percorso la veranda avanti e indietro per due volte quando Beth si fermò. «Questa storia non ha un finale, vero?»
«È chi ascolta la storia a determinarne di volta in volta la fine» spiegò Constance.
«Ha dimenticato il senso del dovere, la vergogna, l’amore e un paio d’altre cose.»
«Non le ho dimenticate, semplicemente non c’ero ancora arrivata.»
«È una storia molto bella, grazie.»
«Non c’è di che. Credo che andrò a vedere cosa sta combinando Charlie.»
Le due donne si fissarono per qualche istante con solennità, poi Beth annuì e prima di allontanarsi disse: «Davvero una bella storia. Ci vediamo dopo.»
Charlie era seduto al tavolo della sala della colazione e guardava Dwight Ericson passare in rassegna insieme a Bruce ogni singola voce dell’inventario. Avevano terminato di esaminare l’elenco delle stoviglie ed erano arrivati ai quadri e alle statue. Bruce era scuro in volto, accigliato e scortese. Dwight era estremamente paziente e non poteva fare altro, pensò Charlie, dal momento che i suoi uomini ci avrebbero messo una vita prima di trovare la bruciatura lasciata dal sigaro di Milton. Quella era la fase delle indagini che più detestava quando lavorava al dipartimento di polizia di New York, ricordò Charlie. Quella fase si fondava su un’attenta ricerca dei particolari, sulle perquisizioni, e spesso si finiva a cercare un ago in un pagliaio. Charlie provò una certa comprensione per Bruce, pensando alle enormi somme di denaro che Gary aveva speso per Smart House: diciassettemila dollari per i piatti di porcellana, altri tremila dollari per vari oggetti di porcellana, novemila dollari per l’argenteria e così di seguito. Cinquanta paia di lenzuola a venti dollari l’una. Charlie scosse la testa e ascoltò.
«D’accordo, d’accordo» disse Dwight. «Nell’inventario originale sono elencati quindici quadri e anche qui continuano a essere quindici. Vada avanti. Passiamo alle statue nell’ingresso. Non ne manca nessuna, vero?»
«Per ora no» rispose bruscamente Bruce.
«Bene, Mr Elringer. Non è stato in grado di aggiornare l’inventario delle camere da letto per cui presumo che anche l’inventario ufficiale possa essere sufficiente. Vorrei una copia del suo inventario.»
Bruce afferrò il taccuino.
«Howie, accompagna Mr Elringer nell’ufficio del seminterrato e fai delle copie dell’inventario in suo possesso» disse Dwight tranquillamente, ma la sua pazienza si stava esaurendo.
«Le farò io» si affrettò a dire Bruce. «Se lui vuole può stare a guardare mentre le faccio.»
«Starà a guardare.»
«Bruce» lo trattenne Charlie. «Come mai ha voluto stilare un suo inventario? Lo ha iniziato lo scorso maggio, vero?»
«Lo sa perfettamente il motivo. Non mi fidavo di quello fatto da Rich. Non mi fido della gente che è entrata e uscita liberamente da questo posto. Cinquecento dollari di portaceneri, trecento dollari di lampade, migliaia di dollari di soprammobili! Qualcuno doveva pure tenere una lista, controllare dove andavano a finire gli oggetti.» Bruce si era alzato in piedi e continuava a stringere il taccuino. «Sa quanti soldi si sono già volatilizzati? Migliaia di dollari! Sono i miei soldi, usciti da questa casa per la porta principale!»
«D’accordo, questo l’ha già detto, ma che cosa è uscito dalla porta principale, precisamente? Insomma, si riferisce a qualcosa in particolare, o si tratta di un semplice sospetto?»
Bruce si chinò e disse articolando minacciosamente le parole: «Una balena di malachite azzurra lunga all’incirca così.» Bruce indicò una misura di trenta, trentacinque centimetri. «Settecento dollari! A cosa cazzo serviva? A chi può servire una roba del genere in camera da letto?»
«Quando è scomparsa? Come faceva a sapere che mancava già dallo scorso maggio?»