Читаем La missione di Sennar полностью

Proseguì lungo le scale finché non trovò quello che cercava: i tre piani dedicati alla magia. Si avvicinò a un bibliotecario e gli spiegò di cosa aveva bisogno. L’uomo, che indossava una casacca di velluto grigio su cui spiccava lo stemma dorato della Terra del Sole, squadrò prima gli abiti della ragazza, poi la spada. «Vogliate seguirmi» disse con sufficienza, quindi la guidò fino all’ultimo piano e le indicò un ampio tavolo di marmo.

Tornò poco dopo con una pila di tomi voluminosi. «La biblioteca chiude alla sesta ora» disse lapidario mentre si allontanava.

Nihal guardò sconsolata il mucchio di libri. Sarebbe stato un lavoro lungo e noioso.

Scovò notizie su ogni artefatto magico esistente, lesse antiche leggende sui folletti, imparò tutto il necessario sui Padri della Foresta, ma nessun libro riportava una sola parola sulla Lacrima.

Trovò soltanto qualche riga sulla resina:

La resina dei Tomren, conosciuti dal volgo come Padri della Foresta, viene spesso usata come palliativo per le lievi sofferenze. Essa inoltre permette di ristabilirsi rapidamente dalle grandi fatiche. Quando essiccata, la resina assume una forma cristallizzata assai gradevole.

Seguiva una pagina di descrizione dettagliata. Alla fine, poche laconiche righe:

Le concrezioni di resina essiccata, da alcuni indicate con il nome di Lacrime, vengono talvolta utilizzate come pietre non preziose nell’arte orafa.

Nihal restò con il naso incollato ai libri fino a sera, ma non trovò nulla. Quando, scoraggiata e con la testa che le doleva, alzò gli occhi dall’ultimo volume, si rese conto che fuori era calato il buio. La vasta biblioteca era illuminata da massicci bracieri in bronzo e da grandi torce alle pareti. Si alzò in piedi, si stiracchiò e si guardò intorno alla ricerca del bibliotecario. Non lo vide, così scorse le ultime righe del tomo che aveva sottomano, senza la minima speranza di trovarci qualcosa di interessante: la solita descrizione circostanziata e una sfilza di cenni storici dell’uso della Lacrima nelle epoche passate. Nihal sbadigliò.

Poi però, sull’ultima pagina, notò uno strano simbolo, un timbro nero. Solo allora si accorse che era riportato identico anche sulla copertina. Cercò ancora il bibliotecario e finalmente lo vide seduto a un tavolo lontano. Si avviò verso di lui con il tomo in mano.

«Che cosa vuol dire questo?» Gli mostrò il simbolo.

Il bibliotecario fece una faccia strana e le tolse il libro di mano. «Che non avrei dovuto darvelo.»

«Peccato» rispose Nihal in tono sarcastico «l’ho già letto tutto. Allora, che cosa vuol dire?»

Il bibliotecario alzò gli occhi al cielo, ma Nihal non fece una piega e rimase lì, in attesa di una risposta.

«Vuol dire che l’autore del libro è stato condannato dal Consiglio. Libri del genere vengono dati in lettura con una certa cautela.» L’uomo guardò il nome sulla copertina. «Megisto. Certo, lo storico. Niente di troppo pericoloso. Si può leggere senza problemi.»

«E perché sarebbe stato condannato dal Consiglio?» insistette Nihal.

Il bibliotecario sospirò, rassegnato. «Era un mago mediocre, si dedicava più che altro a studi storici. Poi divenne un collaboratore del Tiranno, ma grazie agli dèi fu catturato e punito.»

Esattamente il genere di cose che eccitava la curiosità di Nihal. «Potete darmi qualche libro sulla storia di questo Megisto?»

«Non ha nulla a che fare con la vostra ricerca, mi sembra.»

Quel mago le dava sui nervi. Nihal gli rivolse un sorriso gelido. «Ho cambiato argomento di studio proprio adesso. Qualche problema?» Appoggiò con noncuranza la mano sull’elsa della spada.

L’uomo le scoccò un’occhiata infastidita e si incamminò verso una serie di scaffali neri.

Nihal non li aveva notati prima e il cuore le balzò in gola. Erano quattro, alti fino al soffitto e chiusi da una robusta grata in ferro battuto, a proteggere centinaia di volumi, anch’essi neri. Sul dorso di ciascuna copertina spiccava solo una runa scarlatta. Nihal sapeva di cosa si trattava, gliene aveva parlato Sennar: erano i Libri Proibiti. Vi era racchiusa la magia oscura, frutto del male. Sennar era stato vago sull’argomento e Soana era stata altrettanto evasiva, ma Nihal era al corrente che quella magia era proibita dal Consiglio. Era volta al sovvertimento malefico della natura e per ogni incantesimo richiedeva in pegno l’anima del mago. In quei libri erano celati i peggiori incantesimi di offesa, quelli che il Tiranno aveva perfezionato e portato alla forma più evoluta.

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