Lui era uno dei cinque agenti di cambio, tutti abbastanza giovani. La clientela era prevalentemente ebrea e generalmente anziana: vedove settantacinquenni che abitavano negli enormi appartamenti residenziali della 72a
Strada, e sarti in pensione che masticavano sigari e vivevano in West End Avenue e a Riverside Drive. Alcuni di loro avevano proprio un mucchio di soldi, che investivano nei modi più prudenti possibili. Alcuni erano praticamente senza un centesimo, però insistevano a comperare quattro azioni della Con. Edison e tre della Compagnia dei telefoni solo per avere l’illusione della prosperità. Dal momento che la maggioranza dei clienti erano anziani e non lavoravano, la maggior parte degli affari nell’ufficio erano trattati di persona e non per telefono; c’erano sempre una decina di cittadini anziani che chiacchieravano in gergo davanti alla telescrivente che trasmetteva i listini di borsa, e, ogni tanto, uno di loro si accostava barcollando alla cattedra del suo agente favorito e piazzava un ordine. Il quarto giorno di lavoro di Selig un cliente di venerabile età subì un decisivo attacco di cuore nel corso di un recupero di nove punti. Nessuno si mostrò sorpreso o almeno addolorato, né gli agenti né gli amici della vittima: i clienti morivano nell’ufficio con la media di uno al mese, venne a sapere Selig. Destino. Finisci per aspettartelo che i tuoi amici caschino lì morti, quando arrivi a una certa età. Rapidamente lui diventò un favorito, soprattutto delle vecchie signore; a loro piaceva perché era un bel ragazzo ebreo, e parecchie si offrirono di presentarlo alle loro avvenenti nipotine. Queste offerte lui le rifiutò sempre, però con molta grazia; era una regola fissa per lui, quella di essere cortese e paziente con loro, di recitare la parte del nipote. La maggioranza di loro era ignorante, praticamente donne analfabete, conservate in uno stato di innocenza per tutta la vita da mariti dal polso fermo, avidi di guadagno, propensi agli attacchi alle coronarie; adesso, avendo ereditato più denaro di quanto potevano spenderne, non avevano proprio nessuna idea di come gestirlo, ed erano interamente alle dipendenze del bel giovane agente di cambio. Sondando le loro menti, Selig le trovò quasi sempre obnubilate e miseramente non coltivate — ma come si può arrivare a 75 anni senza aver mai avuto un’idea? — tuttavia una minoranza delle donne più vivaci si rivelarono energiche, di una rapacità appassionata e volgare, piacevole in una certa maniera. Gli uomini erano ancora meno attraenti, stracarichi di quattrini, eppure sempre all’erta per farne degli altri. La volgarità e la ferocia della loro ambizione gli riusciva repellente, e lui non guardava mai nelle loro menti più di quanto era strettamente necessario, cioè per arrivare ad avere una migliore idea degli scopi dei loro investimenti in modo da poterli servire come loro volevano essere serviti. Lui decise che un mese in mezzo a gente del genere sarebbe stato sufficiente per cambiare un Rockefeller in un socialista.Gli affari erano continui, però niente di spettacolare; una volta che si fu procurato il suo gruppetto di fissi, le provvigioni di Selig arrivarono a 160 dollari alla settimana, il che significava molti più soldi di quanti lui ne avesse mai fatti in precedenza, ma ancora non intravedeva la possibilità di introiti del livello desiderato. Sei stato fortunato a essere arrivato qui in primavera — gli disse un altro agente. — Durante l’inverno tutti i clienti vanno in Florida e noi possiamo crepare prima che qualcuno ci procuri un affare qui. — Come aveva predetto Nyquist, riusciva a far saltar fuori qualche interessante guadagno lavorando per conto proprio; c’erano sempre piccole quantità di denaro che giravano in ufficio, informazioni calde con appiccicata della bella grana. Quando cominciò aveva 350 dollari da parte, ma rapidamente moltiplicò il suo malloppo fino a una notevole somma a quattro cifre, facendo i soldi su Chrysler e Control Data e la RCA e la Sunray DX Oil, comprando e vendendo sulla base di voci di assorbimenti, di divisioni, o di guadagni su utili energetici; però scoprì che Wall Street segue due strade, e molti dei suoi guadagni sfumarono con affari mal calcolati su Brunswick, Beckman Instruments, e Martin Manetta. Arrivò ad accorgersi che non ce l’avrebbe mai fatta ad avere abbastanza grana per andarsene fuori dal mondo a scriversi il suo romanzo. Del resto il mondo aveva veramente bisogno di un altro romanziere dilettante? Si chiedeva che cosa avrebbe fatto in seguito. Dopo tre mesi che faceva l’agente di cambio aveva una certa sommerta in banca, però non era granché, e per di più lui era annoiato a morte.