Читаем Morire dentro полностью

Un altro agente di cambio — metti Nadel — le avrebbe fatto il discorsetto del Niente Avventura Niente Guadagno, e, raccomandandole di dimenticare concetti vecchi e sorpassati come i dividendi, l’avrebbe guidata verso un portafoglio azionario, Texas Instruments, Collins Radio, Polaroid, roba del genere. Poi avrebbe manipolato i suoi soldi ogni tanto, sostituendo alla Polaroid la Xerox, alla Texas Instruments la Fairchild Camera, alla Collins l’American Motors, poi all’America Motors di nuovo la Polaroid, ricavandone esorbitanti guadagni per sé, e forse facendo un po’ di soldi anche per lei, o forse perdendone un po’. Selig non aveva lo stomaco adatto per manovre di quel tipo. — Questo può sembrare indigesto — disse lui — però ci lascia lavorare veramente sul sicuro. Vi raccomanderò qualche operazione discreta che non vi renderà mai ricca ma di cui non dovrete neppure mai pentirvi. E poi potrete starvene lì a guardar crescere i vostri soldi, senza prendervi la briga di seguire le quotazioni di borsa ogni giorno per scoprire se dovete vendere. Perché voi non avete effettivamente nessun bisogno di preoccuparvi delle fluttuazioni a breve termine, non è così? — Questo non era per niente quello che Martinson gli aveva raccomandato di dire ai nuovi clienti, ma che andasse all’inferno e ci crepasse. Le procurò qualche azione della Jersey Standard, qualcuna della Telephone, un po’ di IBM, due buone azioni della compagnia dell’elettricità, e 30 di un fondo a capitalizzazione fissa, che si chiamava Lehman Corporation; le possedevano un mucchio di agenti anzianotti. Lei non fece domande, non volle neppure sapere che cosa fosse un fondo a capitalizzazione fissa. — Ecco qua — disse lui. — Adesso possedete un portafoglio. Siete una capitalista. — Lei sorrise. Era un sorriso timido, quasi forzato, ma lui pensò di scorgere più che simpatia nei suoi occhi. Era un’agonia per lui non riuscire a leggerle nel pensiero, essere costretto a dipendere dai simboli esteriori per indovinare che impressione le aveva fatto. Comunque afferrò al volo l’occasione. — Che cosa fate questa sera? — le chiese. — Io esco di qui alle quattro.

Lei era libera, disse. Però lavorava dalle undici alle sei. Lui decise di andarla a prendere a casa attorno alle sette. Il calore del sorriso di lei, quando lasciò l’ufficio, non lasciava adito a errori. — Fortunato bastardo — disse Nadel. — Cos’hai fatto, hai preso un appuntamento? Questo viola il regolamento degli agenti, che proibisce di portarsi a letto i clienti.

Selig si limitò a ridere. Venti minuti dopo che le contrattazioni erano state aperte scambiò sotto banco 200 Molybdenum contro Amex, e all’ora di pranzo coprì la sua vendita un punto e mezzo più in basso. Questo dovrebbe coprire il costo della cena, s’immaginò, e avanzerà qualcosa. Nyquist il giorno precedente gli aveva dato la soffiata: le Moly hanno vita breve, garantito che presto sballano completamente. Durante la pausa di mezzogiorno, sentendosi soddisfatto di se stesso, telefonò a Nyquist per riferirgli la manovra. — Hai coperto troppo presto — disse Nyquist immediatamente. — Perderà ancora cinque o sei punti questa settimana. Aspettati facili guadagni per questo.

— Non sono così ingordo.

— Se non lo sei, non puoi arricchire.

— Penso che mi manchi il fiuto del giocatore di borsa — disse Selig. Restò un poco lì a pensare. Di fatto lui non aveva telefonato a Nyquist per parlargli dell’acquisto sottocosto delle Molybdenum. Ho incontrato una ragazza, voleva dirgli, e ho un curioso problema con lei. Ho incontrato una ragazza, ho incontrato una ragazza. Di colpo la paura lo afferrò alla nuca. La silenziosa passiva presenza di Nyquist all’altro capo del telefono appariva qualcosa di terrificante. Riderà di me, pensò Selig. Lui ride sempre di me, è pacifico, perché pensa che non me ne accorga. Ma questa è roba da pazzi. Disse: — Tom, oggi è successo qualcosa di strano. È entrata una ragazza nell’ufficio, una ragazza molto attraente. Mi incontrerò con lei questa sera.

— Congratulazioni.

— Aspetta. Il fatto è che io ero assolutamente incapace di leggerle nel pensiero. Voglio dire, non sono riuscito neppure a cogliere l’aura. Opaca, assolutamente opaca. Non mi era mai successo prima d’ora. E a te?

— Non mi sembra.

— Completamente opaca. Non capisco. Che cosa poteva significare per lei l’avere un paravento così solido?

— Forse oggi sei stanco — suggerì Nyquist.

— No. No. Riesco a leggere chiunque altro, proprio come sempre. Ma non lei.

— Questo ti irrita?

— Naturalmente.

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