Fu la fortuna a rivelargli Kitty. Lei venne in un afoso mattino di luglio alle nove e mezzo. Il mercato non era ancora aperto, la maggioranza degli agenti se n’erano volati sui monti Catskill per passarvi l’estate, e le uniche persone presenti in ufficio erano: Martinson, il manager, Nadel, uno degli altri agenti, e Selig. Martinson era tutto preso dalle sue cifre, Nadel era occupato al telefono con qualcuno del centro e tentava di portare a buon fine una complicata trattativa per l’America Photocopy, e Selig, disoccupato, stava sognando ad occhi aperti di innamorarsi della bellissima nipotina di qualcuno. Fu allora che la porta si aprì ed entrò la bellissima nipotina di qualcuno. Non proprio bellissima, forse, però certamente molto attraente: una ragazza sulla ventina, snella e ben proporzionata, alta forse un metro e 60, o 70 con capelli vaporosi castano brillante, occhi azzurro-verdi, lineamenti deliziosamente tratteggiati, una figurina stupenda. Appariva timida, intelligente, in un certo qual senso innocente, un curioso miscuglio di conoscenza e di ingenuità. Indossava una blusa candida di seta, una catenina d’oro cadeva sui piccoli seni, e una gonna lunga fino alla caviglia, scura, che lasciava intravedere un accenno di bellissime gambe. No, non una ragazza bellissima, però certamente graziosa. A guardarla vi rinfrescava. Maledizione, si chiedeva Selig, cosa ci viene a fare in questo tempio del diavolo alla sua età? Arriva qui con cinquant’anni di anticipo. La curiosità lo spinse a scandagliarla mentre lei si muoveva nella sua direzione. Alla ricerca soltanto di dati superficiali: nome, età, stato civile, indirizzo, numero di telefono, motivo della visita, che altro?
Non ne ricavò niente.
Questo lo lasciò esterrefatto. Era un’esperienza incredibile. Unica. Allungarsi verso una mente e trovarla assolutamente inaccessibile, opaca, come se fosse nascosta dietro un muro impenetrabile… non gli era mai successo prima. Non afferrò nessuna aura proveniente da lei, assolutamente niente. Avrebbe potuto essere un manichino da vetrina di un grande magazzino, oppure un robot senza cervello proveniente da un altro pianeta. Lui rimase seduto lì, sbattendo le palpebre, cercando di rendersi conto del motivo del suo fiasco. Rimase così scosso dalla sua totale opacità che addirittura dimenticò di ascoltare quello che lei stava dicendogli, e fu obbligato a chiederle di ripetere.
— Ho detto che mi piacerebbe aprire un conto di mediazione. Voi siete un agente di cambio?
Impacciato, maldestro, ferito dalla improvvisa durezza della ragazza, lui le fornì i termini di apertura di conto. Nel frattempo gli altri agenti erano arrivati, però era troppo tardi: secondo le regole della ditta, lei era sua cliente. Sedendo davanti alla sua scrivania tutta ingombra, lei gli parlò della sua necessità di fare alcuni investimenti, mentre lui studiava l’elegante affilata struttura del suo naso arcuato, combatteva senza successo contro la sua sconcertante e enigmatica inaccessibilità mentale, e nonostante quell’inaccessibilità, o forse proprio a causa sua, sentiva che stava inesorabilmente innamorandosi di lei.
Lei aveva 22 anni, da un anno uscita da Radcliffe, proveniva da Long Island, e condivideva un appartamento in West End Avenue con due altre ragazze. Non sposata: c’era stata una lunga banale relazione che era terminata in un fidanzamento rotto non tanto tempo prima: lo avrebbe scoperto più tardi (quant’era strano per lui non scoprire tutto d’un colpo, prendendo tutte le informazioni che voleva). La sua formazione base era matematica e lei lavorava come programmatrice, su un elaboratore elettronico, un termine che, nel 1963, per lui significava molto poco; non era sicuro se lei disegnava computer, o faceva l’operatrice o li aggiustava. Recentemente aveva ereditato 6 mila 500 dollari da una zia dell’Arizona, e i suoi genitori, che evidentemente erano rigidi e formidabili sostenitori dell’educazione tipo nuota-o-annega, le avevano detto di investire i soldi per conto suo, così da assumersi delle responsabilità da adulta. Perciò era venuta all’ufficio di cambio più vicino, come un agnello che va a farsi tosare, per investire i suoi soldi. — Che cosa desiderate? — le chiese Selig. — Metterlo al sicuro o fare qualche piccolo traffico per guadagnare sul capitale?
— Non lo so. Non conosco neanche l’abc del mercato di borsa. Desidero soltanto non fare nessuna sciocchezza.