Читаем Padrone della vita, padrone della morte полностью

E Walton capì di avere preso la strada sbagliata, cercando di essere ragionevole. La descrizione intelligente che Percy aveva dato dell'umanità, "sette miliardi di idioti", era scomodamente vicina alla verità. Walton avrebbe dovuto rivolgere il suo appello a un livello molto più sublimale.

Forse, pensò, al livello dei caleidovortici, quegli schemi interminabili di luce colorata che erano la principale forma di divertimento degli Immensi Idioti.

"Arriverò a convincerli" promise. "Non può esserci né dignità né nobiltà nella vita umana, quando tutti sono racchiusi in una scatola di sardine. Così li tratterò come sardine, come le sardine che sono in realtà, e spero di poterli nuovamente trasformare… trasformare negli esseri umani che potrebbero essere se solo ci fosse spazio".

Si alzò, spense la luce, si preparò ad andarsene. Si chiese se il defunto direttore FitzMaugham si fosse mai trovato di fronte a una crisi interna di questo genere, o se FitzMaugham avesse conosciuto queste grandi verità interiormente fin dall'inizio.

Probabilmente era vera la seconda ipotesi. FitzMaugham era stato un genio, una specie di superuomo. Ma FitzMaugham era morto, e l'uomo che portava avanti il suo lavoro non era certo un genio. Era soltanto un uomo.


Le notizie cominciarono a filtrare il mattino dopo. E le cose andarono come Percy aveva predetto.

Il Citizen era il più virulento. Sotto un titolo cubitale, ma chi ce lo vuol mettere nel… il foglio voleva sapere cosa avesse tentato di dire al mondo il direttore di Poppy "dalla lingua mielata" la sera prima. Non ne erano ben certi, dato che Walton, secondo il Citizen, aveva parlato in una "prosa ingarbugliata e padronale, scelta a bella posta per infinocchiare la massa dei cittadini e dei lavoratori". Ma l'impressione generale era che Walton avesse proposto una specie di resa ai dirnani con l'intenzione più o meno scoperta di vendere la Terra e i suoi cittadini a "oscuri interessi".

L'idea della capitolazione prevaleva in quasi tutti i giornali popolari.

"Dietro una nube di parole, lo zar di Poppy, Walton, ha deciso di vendere tutto il mondo all'ingrosso ai pelliverdi" diceva un giornale. "Il suo discorso di ieri sera era una massa di parole senza senso. Le sue chiacchiere da 'santificetur' e il suo viso torvo avrebbero dovuto dimostrare qualcosa, ma non ci facciamo fregare… e neppure tu fatti fregare, amico!"

I commentatori televisivi erano un po' più gentili, ma non troppo. Uno chiedeva una indagine completa sulla situazione dei rapporti tra la Terra e Dirna. Un altro voleva sapere perché Walton, un direttore provvisorio di un progetto ufficiale, si era preso la libertà di intavolare simili trattative ad alto livello. Le Nazioni Unite parevano un po' preoccupate di questo particolare, benché Ludwig avesse fatto un discorso appassionato nel quale si dimostrava che le trattative con i dirnani facevano parte dei compiti di competenza di Poppy.

Questo provocò un nuovo pandemonio. "Quanto potere ha Walton?" domandò il Citizen in una edizione successiva. "È il padrone del mondo? E se lo fosse, allora, chi diavolo accidenti è questo Walton?"

Questo colpì Walton più di tutti gli altri colpi. Gradualmente si era reso conto di controllare, in realtà, una somma di cose che gli davano poteri dittatoriali su tutto il mondo. Ma non l'aveva ancora ammesso di fronte a se stesso, e venirne accusato pubblicamente faceva male.

Una cosa era chiara: il suo tentativo di essere sincero e chiaro era stato un fallimento totale. Il mondo era abituato ai sotterfugi e alle esibizioni pirotecniche degli equilibrismi verbali, e quando non gli veniva fornito il genere che si aspettava di ricevere, cominciava a insospettirsi. La sincerità non aveva alcun valore di mercato. Presentandosi al pubblico e facendo un appello diretto, Walton aveva fatto nascere il sospetto di tenere qualcosa nascosto nella manica.

Quando la terza edizione del Citizen chiese pubblicamente una dichiarazione di guerra contro Dirna, Walton si rese conto che era venuto il momento di piantarla di giocare un gioco pulito. Da quel momento in avanti, sarebbe andato per la sua strada, a qualsiasi costo.

Strappò un foglio di carta dal suo blocco d'appunti e scrisse un breve motto: "Il fine giustifica i mezzi"!

Con questo motto come guida, si preparò a iniziare il lavoro.

14

Martinez, responsabile della sicurezza per l'intero settore del Nord-America, era un uomo piccolo ed esile, con i capelli perennemente scompigliati e occhi profondi e indagatori.

— Sellors è nella sicurezza da vent'anni. È assurdo suggerire che egli possa essere sleale.

— Ha commesso troppi errori — disse Walton. — Io suggerisco, semplicemente, che se non si tratta di un individuo incompetente, deve trovarsi sul libro paga di qualcun altro.

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