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Tuttavia c'era un argomento che entrambi evitavano di toccare: il loro passato. Eragon non spiegò come aveva trovato Saphira, conosciuto Brom o da dove veniva. Dal canto suo, Murtagh era altrettanto laconico sulla ragione per cui l'Impero gli dava la caccia. Era un tacito accordo che comunque funzionava.


Eppure, grazie alla stretta vicinanza, fu inevitabile che apprendessero qualcosa l'uno dell'altro. Eragon rimase affascinato dalla familiarità che Murtagh aveva con gli intrighi di palazzo e la politica dell'Impero. Sembrava conoscere le mosse di ogni nobile e cortigiano e saperne valutare l'impatto sugli altri. Eragon. ascoltava con attenzione, senza riuscire a liberarsi da un vago senso d'inquietudine e sospetto,


La prima settimana trascorse senza tracce dei Ra'zac, e per un po' i. timori di Eragon si acquietarono; malgrado questo, la notte continuavano ad alternarsi nei turni di guardia, Eragon si era aspettato di incontrare Urgali sulla via per Gil'ead, ma nemmeno di quei mostri trovarono tracce. Credevo che queste terre desolate pullulassero di Urgali, si disse. Ma non sarò io a lamentarmi se hanno scelto di andare da qualche altra parte.


Non sognò più la donna. E anche se provò a divinarla con la cristallomanzia, vide soltanto una cella vuota. Ogni volta che passavano per un villaggio o una città, chiedeva sempre se c'era una prigione. In quel caso, si travestiva e andava a controllare, ma non l'aveva ancora trovata. I suoi travestimenti divennero sempre più complicati quando notò gli editti con il suo nome e la sua descrizione, che promettevano una lauta ricompensa per chi avesse contribuito alla sua cattura, affissi in diverse città.


Il viaggio verso nord li costrinse a passare vicino alla capitale. Urù'baen, Era una regione molto popolata, il che rendeva arduo passare inosservati. Drappelli di soldati pattugliavano le strade e sorvegliavano i ponti. Impiegarono parecchi giorni, giorni di tensione e scatti di nervosismo, per aggirare la capitale.


Una volta superata senza intoppi Urù'baen, si ritrovarono ai margini di una vasta pianura. Era la stessa che Eragon aveva attraversato dopo aver lasciato la Valle Palancar; solo che ora si trovava sul lato opposto. Proseguirono lungo il perimetro della pianura, sempre diretti a nord, seguendo il corso del fiume Ramr.


Il sedicesimo compleanno di Eragon cadde in quel periodo. A Carvahall ci sarebbero stati grandi festeggiamenti per celebrare il suo ingresso nell'età adulta, ma nella natura selvaggia non ne parlò neppure con Murtagh.


A quasi sei mesi di età, Saphira era molto più grande. Le sue ali erano enormi e robuste: ogni pollice di esse era necessario per sollevare il suo corpo muscoloso e le ossa pesanti. Le zanne che sporgevano dalle sue labbra erano grosse quanto il pugno di Eragon, e le punte affilate come Zar'roc.


E finalmente arrivò il giorno in cui Eragon si tolse le bende dal fianco. Le sue costole erano del tutto guarite; gli era rimasta solo una piccola cicatrice dove lo stivale del Ra'zac gli aveva lacerato la pelle. Sotto gli occhi di Saphira, si stiracchiò piano, e quando non avvertì alcun dolore allungò le membra con più forza e fletté i muscoli, compiaciuto. In altri tempi avrebbe sorriso, ma dopo la morte di Brom accadeva molto di rado.


Si infilò di nuovo la tunica e si avvicinò al piccolo fuoco da campo che avevano acceso. Murtagh era seduto, intento a tagliuzzare un pezzo di legno. Eragon estrasse Zar'roc dal fodero. Murtagh si irrigidì, ma il suo volto rimase calmo. «Adesso che ho ripreso le forze, ti andrebbe di allenarti con me?» gli chiese Eragon.


Murtagh depose il pezzo di legno. «Con le spade? Così ci faremo del male.»


«Dammi la tua arma» disse Eragon. Murtagh esitò, poi gli porse lo spadone. Eragon ne smussò iI taglio con la magia, come Brom gli aveva insegnato. Mentre Murtagh esaminava l'arma, Eragon disse: «La farò tornare come prima quando avremo finito.»


Murtagh controllò l'equilibrio della sua lama. Soddisfatto, rispose: «D'accordo.» Eragon gettò lo stesso incantesimo su Zar'roc, assunse la posizione di attacco e si slanciò, mirando alla spalla di Murtagh. Le loro spade s'incrociarono a mezz'aria. Eragon si liberò con grazia e fece un allungo che Murtagh schivò, balzando di lato.


È veloce, pensò Eragon.


Duellarono con impegno, ciascuno nel tentativo di indurre l'altro alla resa. Dopo uno scambio particolarmente accanito, Murtagh scoppiò a ridere. Non solo era evidente che nessuno dei due riusciva ad avere un vantaggio sull'altro, ma erano così uguali da stancarsi allo stesso ritmo. Riconoscendo la destrezza dell'altro con un mutuo sorriso, continuarono a duellare fino ad avere le braccia a pezzi e la schiena striata di sudore.


Alla fine Eragon dichiarò: «Basta così!» Murtagh si fermò di colpo e sedette a terra di schianto, ansante, Eragon lo imitò, stringendosi il petto per l'affanno. Nessuno dei duelli con Brom era stato così feroce.


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