«Non occorre separaci subito» disse Eragon. «È una lunga strada, fino a Gil'ead.» La sua voce s'incrinò appena, e il ragazzo guardò il sole, socchiudendo gli occhi, per distrarsi. «Dovremmo partire prima che il giorno invecchi troppo.»
«Ti senti in grado di viaggiare?» gli chiese Murtagh, aggrottando la fronte.
«Devo fare qualcosa, altrimenti impazzisco» rispose Eragon in tono brusco. «Lavorare di spada, esercitarmi con la magia o restare seduto a oziare non mi sembrano valide alternative in questo momento: quindi scelgo di viaggiare.»
Spensero il fuoco, fecero i bagagli e condussero i cavalli fuori dalla grotta. Eragon porse le redini di Cadoc e Fiammabianca a Murtagh, dicendo: «Va' avanti. Io scendo subito.» Murtagh intraprese la lenta discesa lungo il pendio scivoloso. .
LA CATTURA
C
avalcare era un vero tormento per Eragon: le costole rotte gli impedivano di procedere spedito, e se cercava di trarre un respiro un po' più profondo, il dolore diventava lancinante. Nonostante tutto, non voleva fermarsi. Saphira volava basso, la mente legata con quella del
ragazzo per consolarlo e infondergli forza.
Murtagh cavalcava deciso sul suo stallone, a cui era legato Cadoc, che seguiva docile il passo del superbo animale. Eragon osservò il grigio destriero per qualche minuto. «Hai un cavallo magnifico. Come si chiama?»
«Tornac, come l'uomo che mi ha insegnato a combattere.» Murtagh diede una pacca affettuosa sul fianco dell'animale. «Mi è stato dato quando non era che un puledro. È impossibile trovare in tutta Alagasëia un animale più coraggioso e intelligente di lui, tranne Saphira, s'intende.» «È una bestia straordinaria» commentò Eragon, ammirato. Murtagh rise. «Sì, ma Fiammabianca è il cavallo più simile a lui che abbia mai visto.»
Coprirono una breve distanza quel giorno, eppure Eragon era contento di essere di nuovo in marcia. Gli teneva la mente lontana da pensieri più torbidi. Stavano attraversando un territorio selvaggio. La strada per Dras-Leona era a parecchie leghe di distanza, alla loro sinistra. Volevano lasciare un ampio margine nell'aggirare la città per puntare verso Gil'ead, che si trovava poco più a sud di Carvahall.
Vendettero Cadoc in un piccolo villaggio. Mentre il cavallo veniva portato via dal nuovo proprietario, Eragon si infilò in tasca le poche monete guadagnate con aria avvilita. Era difficile separarsi da Cadoc dopo aver attraversato mezza Alagaësia e aver seminato gli Urgali in groppa all'animale.
Le giornate si susseguirono senza avvenimenti degni di nota, mentre il piccolo gruppo viaggiava isolato. Eragon scoprì con piacere che lui e Murtagh condividevano diversi interessi; trascorsero lunghe ore a discutere di caccia e tiro con l'arco,