«Vediamo» disse Eragon, la bocca piena di pane. La spada, leggera e affusolata, con un guardamano a croce le cui estremità terminavano a punta, entrava perfettamente nel fodero dell'elfa. Non c'era modo di stabilire se l'arco fosse suo, ma era così finemente sagomato che Eragon dubitava che potesse appartenere a qualcun altro. «E adesso?» domandò, addentando, ancora il pane. «Non possiamo restare qui per sempre. Prima o poi i soldati ci scopriranno.»
«Adesso» disse Murtagh, incoccando una freccia sul proprio arco «aspettiamo. Come ho detto, la nostra fuga è stata organizzata.»
«Non capisci; c'è uno Spettro qui intorno! Se ci scopre, siamo spacciati.»
«Uno Spettro!» esclamò Murtagh. «In questo caso, di' a Saphira di venire subito. Dovevamo aspettare fino al cambio della guardia, ma adesso ogni istante che passa siamo sempre più in pericolo.» Eragon riferì il messaggio, trattenendo a stento le domande per non distrarre la dragonessa. «Hai sconvolto i piani fuggendo da solo» brontolò Murtagh, senza allontanare lo sguardo dall'ingresso del refettorio.
Eragon sorrise. «Allora avrei dovuto aspettare. Ma il tuo tempismo è stato perfetto. Non sarei mai stato in grado nemmeno di strisciare, dopo, se avessi dovuto combattere tutti quei soldati solo con la magia.»
«Lieto di esserti stato d'aiuto» ribatte Murtagh. S'irrigidì, mentre udivano degli uomini che correvano.. «Speriamo soltanto che lo Spettro non ci trovi.»
Una risatina glaciale echeggiò nella sala. «Temo che sia un po' troppo tardi per questo.» Murtagh ed Eragon si volsero di scatto. In fondo al refettorio era comparso lo Spettro, solo. Reggeva una pallida spada, con un graffio sottile sulla lama. Sganciò il fermaglio che gli chiudeva il mantello e quello si afflosciò a terra, scoprendo un corpo snello e asciutto come quello di un corridore. Ma Eragon rammentava gli ammonimenti di Brom: l'aspetto di uno Spettro era ingannevole, poiché loro erano molto più forti di un essere umano.
«Ebbene, mio giovane Cavaliere, che ne dici di misurarti con me?» ghignò lo Spettro. «Non avrei dovuto fidarmi del capitano quando mi disse che avevi mangiato tutto il tuo cibo. Non farò di nuovo lo stesso errore.»
«Ci penso io, a lui» disse Murtagh, posando l'arco per sguainare la spada.
«No» disse Eragon tra i denti. «Lui mi vuole vivo, di te non gli importa. Lo tratterrò per un po', ma tu faresti meglio a trovare il modo di uscire di qui.»
«E sia» disse Murtagh. «Non dovrai trattenerlo per molto.»
«Lo spero proprio» rispose Eragon, cupo. Estrasse Zar'roc e avanzò lentamente. La lama rossa scintillava sotto la luce delle torce infisse alle pareti.
Gli occhi dello Spettro ardevano come tizzoni. Rise sommessamente. «Credi davvero di potermi sconfiggere. Du Sùndavar Freohr? Che nome ridicolo. Mi sarei aspettato qualcosa di più appassionante da parte tua, ma suppongo che sia il massimo che tu sia riuscito a trovare.» Eragon non accettò la provocazione. Scrutò il volto dello Spettro con attenzione, in cerca di un battito di ciglia, una smorfia delle labbra, qualcosa che gli suggerisse la prossima mossa dell'avversario.
Prima che uno dei due potesse fare un gesto, il soffitto tremò con un boato, e prese a cadere una nuvola di polvere che colorò tutto di grigio, mentre pezzi di legno si schiantavano sul pavimento. Dal tetto provenivano grida e stridore di metallo. Temendo di essere colpito dalla pioggia di detriti, Eragon alzò gli occhi. Lo Spettro approfittò della sua distrazione e attaccò.
Eragon riuscì per un soffio a levare Zar'roc per parare un colpo diretto al costato. Le lame cozzarono con un fragore che gli fece sbattere i denti e formicolare il braccio.
Sopra di loro continuavano a levarsi strida terribili, come una punta di ferro passata su una pietra. Tre lunghe crepe si aprirono nel soffitto. Qualche tegola cadde nella sala. Eragon le ignorò, anche quando una si schiantò a poca distanza dai suoi piedi. Per quanto fosse stato addestrato da un maestro di scherma come Brom, e si fosse allenato con Murtagh, che era un'abile spadaccino, non si era mai trovato così in difficoltà. Lo Spettro stava