Seguirono le istruzioni della dragonessa e la trovarono intenta a bere in un corso d'acqua ai piedi di una piccola rupe, l'elfa ancora inerte sulla sella. Saphira li accolse con un mugolio di gioia. Murtagh aiutò Eragon a sollevare l'elfa dalla groppa di Saphira per adagiarla a terra. Poi si accasciarono contro la parete di roccia, esausti. Saphira esaminò l'elfa, incuriosita.
Murtagh seguì il loro sguardo. «A quanto ne so, lei è il primo elfo che il re. abbia catturato. È da quando si sono ritirati in isolamento che il re li cerca senza successo... finora. Quindi o il re ha trovato il loro nascondiglio, oppure l'elfa è stata catturata per caso. Propendo per questa seconda ipotesi. Se avesse scoperto il loro rifugio, il re avrebbe dichiarato guerra e inviato tutto l'esercito. Dato che questo non è successo, la domanda è: gli uomini di Galbatorix sono riusciti a farsi dire da lei dove si trovano i suoi simili prima che la salvassimo?»
«Non lo sapremo finché non avrà ripreso i sensi. Ma adesso raccontami che cosa è successo dopo che mi hanno catturato. Come sono finito a Gil'ead?»
«Gli Urgali lavorano per l'Impero» disse Murtagh senza tanti preamboli, spingendo indietro i capelli con la mano. «E a quanto pare, anche lo Spettro. Saphira e io abbiamo visto gli Urgali consegnarti a lui... anche se al momento non sapevo chi fosse…e a un gruppo di soldati. Sono stati loro a portarti a Gil'ead.»
La mente di Eragon tornò a quando aveva parlato con gli Urgali a Teirm, e al "padrone" che avevano menzionato.
Furioso, Eragon esclamò; «Questo vuoi dire guerra! Quando i popoli dell'Impero lo sapranno, si ribelleranno per schierarsi con i Varden.»
Murtagh posò il mento su una mano. «Anche se venissero a sapere di questa infamia, pochi si unirebbero ai Varden. Con gli Urgali ai suoi ordini, il re possiede abbastanza guerrieri da chiudere i confini dell'Impero e mantenere il controllo; non importa quanto il popolo gli sia ostile. Con questo regno del terrore, sarà in grado di manipolare l'Impero a suo piacimento. E per quanto la gente possa odiarlo, potrà sempre essere convinta di avere un nemico in comune con lui.» «E chi potrebbe essere?» domandò Eragon, confuso.
«Gli elfi e i Varden. Diffondendo le giuste chiacchiere, verranno ritratti come i più odiosi mostri di Alagasëia...nemici che aspettano di impossessarsi delle loro terre e delle loro ricchezze. L'Impero potrebbe addirittura arrivare a dire che gli Urgali sono stati mal giudicati e che sono veri amici, alleati contro questi terribili nemici. Mi chiedo soltanto che cosa il re abbia promesso loro in cambio di questi servigi.»
«Non funzionerebbe» disse Eragon, scuotendo il capo. «Chi si lascerebbe imbrogliare da un'assurdità come questa? Per giunta, perché il re vorrebbe una cosa del genere? Il potere è già suo.»
«Ma la sua autorità viene sfidata di continuo dai Varden, per i quali il popolo ha simpatia. E poi c'è il Surda, che gli si oppone da quando si è separato dall'Impero. Galbatorix è potente all'interno dell'Impero, ma il suo braccio è debole al di fuori. E per quanto riguarda il lasciarsi imbrogliare, sai, la gente crederà a qualunque cosa lui dica. È già successo prima.» Murtagh cadde in silenzio, con lo sguardo perso in lontananza.
Le sue parole avevano turbato Eragon. Saphira lo cercò con la mente.