"La vita è un processo" aveva detto Theresa. Era una delle mie co-madri, una tecnica sanitaria specializzata in psicologia. Per metà dell’anno lavorava su una nave mineraria d’alto mare, la
"Immagina la colpa come una fascia di ferro fissata attorno a qualcosa che sta crescendo: il tronco di un albero, il collo di un bambino. Prima o poi, delle due cose una dovrà succedere: se la fascia non si spezza, la cosa che cresce resterà deforme.
"Impegnati al cambiamento, Lixia, a vivere nel presente, a creare e ricreare quella che sei. Fa’ del tuo meglio. Comprendi ciò che fai. E non sentirti in colpa."
Un buon consiglio, dissi al ricordo di Theresa. Raccolsi i miei stivali e m’incamminai verso il nostro accampamento.
Inzara
L’oracolo andò a raccogliere radici e bacche, Derek andò in cerca di legna e io feci un inventario delle cose appartenute a Inahooli. Due tuniche… tre, se contavo quella che avevo indosso, un mantello di pelle, un paio di sandali e un coltello. Tutte le tuniche erano adorne di ricami: disegni geometrici. Il mantello aveva un fermaglio, simile a una fibbia, fatto di bronzo e rivestito d’argento. L’argento si andava assottigliando.
— Lixia! — gridò Derek.
Gettai a terra il mantello e attraversai di corsa il boschetto. Derek si trovava sul limitare orientale.
— Laggiù! — Puntò il dito.
Sull’aperta pianura c’era un cavaliere. Era in sella a un cornacurve. Riuscivo a distinguere le lunghe corna ricurve dell’animale. Un secondo animale, un altro cornacurve, seguiva il primo.
— Nia? — domandai.
— Credo di sì.
Il cavaliere si avvicinava. Riconobbi le ampie spalle e il suo modo di cavalcare: agile, disinvolto, un po’ ciondolante sulla sella. — Dobbiamo chiamare subito Eddie — dissi.
Derek mi rivolse un’occhiata. — È il caso che sia io a parlare. Sono un miglior politico di te, e dobbiamo dare delle spiegazioni. La sventurata morte di una guida religiosa indigena.
— Okay.
Nia ci raggiunse e smontò di sella. — Bene, l’ho trovato. — Indicò con la mano il cornacurve. — E anche l’attrezzatura. Sono affamata. C’è qualcosa da mangiare?
— Sì — risposi.
— Io mi occupo degli animali — disse Derek. Allungò la mano e Nia gli porse le redini.
— Dove hai preso quella tunica? E che cosa è successo alla sua faccia? — Indicò Derek.
— Inahooli è tornata.
—
— È venuta a cercarci durante la notte. Abbiamo dovuto ucciderla. Io ho dovuto ucciderla.
— Tu? — Nia mi fissò a occhi sgranati.
— Sì.
Nia restò silenziosa per un momento. Alla fine disse: — Ogni morte imprevista è spiacevole. Una morte così, avvenuta durante una lite, è peggiore delle altre. Lo spirito della persona defunta è certamente adirato. È probabile che porti sventura. Quando arriveremo in un posto dove c’è una sciamana, chiederemo che esegua cerimonie per placare Inahooli o scacciarla. Sarebbe meglio fare qualcosa anche per l’uomo del canyon, anche se non ha la stessa importanza quando un uomo muore all’improvviso. — Aggrottò la fronte. — Avete seppellito Inahooli?
— Sì.
— Con dei doni?
— Sì. L’oracolo le ha dato la sua collana.
— Bene. Forse non ci sarà sventura. — Nia non sembrava sicura di sé. — Quella donna era pazza e pericolosa. Se l’è cercata. Gli spiriti non se la prenderanno con noi, e di solito i fantasmi non percorrono grandi distanze. Una volta che ce ne saremo andati da qui, dovremmo essere al sicuro. — Nia fece il gesto che significava "me lo auguro" o "lo spero".
Tornammo all’accampamento. Tirai fuori del cibo: carne essiccata e frutta secca. Nia mangiò. — Mmm! Stavo morendo di fame sulla pianura. — Si appoggiò all’indietro e sospirò. — Il cibo è della donna?
Feci il gesto dell’assenso. — Derek gliel’ha spiegato.
Nia osservò il pezzo di frutta che aveva in mano. Dopo un po’ se lo cacciò in bocca. — Ci pensavo mentre cercavo il cornacurve. All’inizio ho pensato che ero io resposabile di ciò che stava succedendo. Ma non può essere così. — Finì di masticare e inghiottì, poi si grattò il naso. — Quasi sempre la sventura proviene da qualcosa di imprevisto o particolare. Bene, ho fatto cose strane e ho avuto la mia parte di sfortuna. Ma in questo caso è stata Inahooli a comportarsi in modo bizzarro. Siamo arrivati nella sua terra. Eravamo stranieri. Ma lei non ci ha fatto una buona accoglienza. Al contrario, ha cercato di ucciderci. Ora, tutti sanno che le donne non litigano con chi è straniero. Questo è un comportamento maschile.
— Le donne non litigano mai con chi è straniero? — chiesi.