Читаем Un milione di domani полностью

— Sono Dewery Storch — disse, tendendo la mano. — Mi avevano avvisato del vostro arrivo, ma dove avete l’armatura?

Carewe gli strinse la mano. — Nel mio anfibio.

— Bisognerà che torniate a prenderla. Non vi hanno detto…

— Impossibile. L’anfibio è finito in fondo al fiume. È affondato.

— Come sarebbe a dire, affondato? — Gli occhi castani di Storch si fissarono in quelli di Carewe.

— Sarebbe a dire che è colato a picco nel fiume. — Carewe cominciava a spazientirsi. — Il motore si è spento di colpo. È già una fortuna se ho salvato la pelle.

Storch scosse piano la testa. — Continuo a non capire. Dite che il motore si è spento in mezzo al fiume, ma i galleggianti d’emergenza non si sono gonfiati?

— Galleggianti d’emergenza? — La mascella di Carewe tremolò. — Nemmeno per idea. L’anfibio è affondato come un sasso. — In silenzio, assimilò quell’informazione nuova. Se il congegno d’emergenza non aveva funzionato in concomitanza con un incidente già strano di per sé, le probabilità che si trattasse di un caso diventavano ridicolmente basse.

— Bisognerà indagare sulla faccenda — disse Storch. — Devono avervi dato un veicolo che era in manutenzione. Guasti del genere non dovrebbero verificarsi.

— Lo pensavo anch’io — ribatté Carewe, gelido. — Per poco non mi sono ammazzato.

Storch lo squadrò con aria preoccupata. Carewe ne fu confortato. — Non vi chiederò di avventurarvi nel villaggio con noi, per oggi. Se tornate indietro lungo il sentiero potete farvi dare…

— Preferirei venire con voi. — Carewe sentiva il bisogno di affrontare il battesimo dell’azione e ancora di più, per ragioni che gli sfuggivano, voleva fare buona impressione su Storch. Forse, si trattava solo del patetico desiderio di dimostrare che, dietro la facciata esterna da freddo, lui era ancora un “uomo”.

— Siamo a corto di personale, signor Carewe, ma non potrei mai permettervi di correre un rischio simile.

— La responsabilità è soltanto mia.

Storch esitò. — Va bene. Però restate in coda agli uomini e non uscite allo scoperto finché non vi darò il segnale. Chiaro?

— Chiarissimo.

Il gruppo s’incamminò sul sentiero. Ascoltando qua e là frammenti di conversazione, Carewe scoprì che quello verso cui si stavano dirigendo non era un villaggio vero e proprio, ma semplicemente un agglomerato di edifici sparsi su una superficie di quattro chilometri quadrati circa e divisi in gruppi di dodici capanne al massimo. Il gruppo di capanne che avevano davanti sarebbe stato affrontato per primo, e nessuno poteva prevedere che razza di accoglienza li aspettasse. I rapporti preliminari indicavano che i Malawi non possedevano armi da fuoco, ma non si sapeva esattamente quanto fosse attendibile l’informazione.

Quando apparve la prima delle capanne col tetto di foglie, gli uomini si divisero, disperdendosi nella vegetazione. Carewe ebbe l’impressione che gli altri non fossero dilettanti come lui. Si nascose automaticamente dietro un albero, in attesa degli eventi. Gli sembrava di essere un bambino che giocasse ai cow-boy. Il silenzio era assoluto, a parte il ticchettio costante della pioggia.

D’improvviso, gli uomini delle Nazioniunì si misero a correre. Le loro armature verdi sembravano corazze di insetti giganteschi. Avanzarono fra le nubi di vapore che si alzavano dal suolo, chiudendo a tenaglia le capanne. Il cuore di Carewe cominciò a battere forte, quando si udì un grido. Seguirono urla rauche e altre grida in un crescendo tumultuoso, poi tornò una calma relativa. Apparve la figura robusta di Storch, che fece un cenno a Carewe e svanì di nuovo tra le capanne.

Carewe corse avanti con una certa riluttanza e raggiunse le capanne. Gli uomini della squadra avevano circondato una decina di indigeni, tutti con un’espressione depressa. Parecchi se ne stavano inginocchiati nel fango, ma alcuni continuavano a lottare, ed era difficile tenerli fermi. Donne e bambini guardavano dalla soglia delle capanne, e ogni tanto lanciavano gemiti ululanti. Uno degli uomini in ginocchio aveva una brutta ferita alla testa. Un rivolo di sangue scarlatto che si mescolava alla pioggia gli scendeva lungo la schiena. Guardando il sangue, Carewe avvertì una fitta ai testicoli. Di colpo, provò una ripugnanza estrema per quello che gli uomini delle Nazioniunì stavano facendo.

— Il nostro antropologo, dottor Willis — disse Storch, comparso al suo fianco. — Seguitelo. Somministrate il biostatico a tutti quelli che secondo lui sono al di sopra dei sedici anni.

— Sedici anni! È il limite ufficiale?

— Sì. Perché?

— Mi sembra che siano un po’ troppo giovani per…

— Questi sono primitivi, signor Carewe. Primitivi. Non fatevi illusioni. Non priverete nessuno della meravigliosa esperienza del primo amore, o roba del genere. A sedici anni, qui c’è gente che dovrebbe già essere impotente.

— Mi sembra troppo presto lo stesso — insistette Carewe. Poi diede un’occhiata di sbieco a Willis, un freddo con sopracciglia bianche come le ali di un gabbiano.

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