— Non preoccuparti. Adesso ti… — Carewe si tolse la tunica e la usò per coprirla; poi si guardò intorno: era sempre più buio nella foresta. L’aria si stava raffreddando in fretta. I soli materiali disponibili erano erba e foglie. Raccolse bracciate d’erba, le mischiò alle foglie più grosse e le sistemò sulle gambe della ragazza, sopra la tunica. Quando ebbe finito, l’oscurità era completa. Adesso era lui a rabbrividire. S’infilò sotto la tunica, cercando di non buttare all’aria il manto vegetale, e prese Colleen tra le braccia. Lei gli si avvinghiò con un movimento dolce, naturale; distese una gamba sopra quella di Carewe. Lui sentì che il suo corpo riacquistava calore. Restò perfettamente immobile. Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Trascorsero minuti, forse ore, mentre Carewe solcava gli oceani del sonno. Negli intervalli di veglia, le stelle non erano più sopra di lui, erano davanti a lui; immobile all’estremità di un pianeta in movimento, correva fra mille pericoli in una galassia sovraffollata. Alla fine, si accorse che Colleen era sveglia.
— Will Carewe? — disse lei.
— Sì. — Lui si costrinse ad assumere un tono calmo. — Andrà tutto bene.
— Cos’è successo? Ho solo ricordi folli.
— Temo di averti coinvolta in faccende esclusivamente mie. — Le raccontò come erano andate, secondo lui, le cose, dal principio alla fine.
— E adesso stai cercando di portarmi fino al fiume Congo?
— Be’, non sei tanto pesante. Direi che abbiamo fatto un paio di chilometri. — Improvvisamente, si accorse che Colleen non aveva spostato la gamba, e che il seno di lei premeva senza esitazione contro il suo petto.
— Lei rise dolcemente fra le tenebre. — Sei un caso disperato, Will Carewe. Non ti sei…
— Non mi sono cosa?
— Oh, niente. Credi che abbiamo molte speranze di raggiungere la civiltà a piedi?
— Non so. Speravo che me lo potessi dire tu.
Colleen lasciò trascorrere un minuto intero, prima di rispondere. — Una cosa posso dirtela di sicuro.
— Cioè?
— Tu non sei freddo.
— Ah! — Per un attimo pensò di ribattere, ma il suo corpo stava offrendo alla ragazza la prova più esplicita. — Sei arrabbiata?
— Dovrei arrabbiarmi?
— Be’, quando sono arrivato qui ti ho vista prendere il sole.
— Secondo me, tu pensavi ad altro. In ogni modo, mi hai insospettita anche ieri. Hai ingannato molte donne?
— Un sacco — l’assicurò lui.
— Non dovevano essere vere donne, Will. — Quelle parole furono accompagnate da una spinta dolce, persuasiva, del suo ventre, e niente al mondo avrebbe potuto impedirgli di rispondere. Le loro bocche s’incontrarono. Carewe bevve dalle labbra di Colleen un miele dolce, rassicurante. “La tua sicurezza” chiese la mente al corpo, “è mai stata un motivo sufficiente?” Cercò di respingere per un attimo le ondate di desiderio, di darsi il tempo di riflettere. Athene? Sua moglie aveva sconvolto tutte le regole del gioco. Colleen? Toccò il sangue che le si era raggrumato sulla fronte.
— Sei ferita — sussurrò.
— Io sono immortale, e gli immortali guariscono in fretta. — Il respiro caldo di lei gli inondava la bocca. — E poi, potremmo non uscire vivi da qui.
— D’accordo — disse lui. Poi le scivolò sopra, la coprì totalmente. — Ci guadagniamo tutt’e due.
All’alba, dopo che si furono aiutati a vicenda a rivestirsi, Carewe prese Colleen per il braccio e s’incamminò verso ovest, ma lei oppose resistenza.
— Non dobbiamo andare da quella parte — disse. — Bisogna tornare al punto in cui siamo atterrati.
— E perché?
— I sedili della navicella sono costruiti secondo gli standard delle Nazioniunì. Ognuno contiene un’emittente radio che comincia a trasmettere subito dopo l’espulsione.
Carewe l’afferrò alla spalla.
— Vuoi dire che non ci siamo persi?
— Ho mai detto qualcosa del genere?
— Ieri sera dicevi che forse non saremmo usciti vivi di qui.
Colleen scrollò le spalle. — Poteva morderci un serpente velenoso.
— Razza di una… — Carewe scosse la ragazza, cercando di non ridere. — Perché non me l’hai detto ieri sera?
— Be’…
— Ti sono sembrato un po’ troppo duro, superiore a tutto?
Lei rise, lo abbracciò alla vita. — Non vergognarti, Will. Reciti la parte troppo bene. A tua moglie puoi raccontare che ti ha sedotto un pilota di pochi scrupoli.
— Cosa ti fa pensare che io abbia una moglie?
— Sei sposato, no?
— Già. Un matrimonio singolo. Ha importanza?
Colleen esitò. Prima che potesse rispondere, da est giunse il suono d’un velivolo. — Sarà meglio spicciarci. Ci staranno cercando, e ci faranno domande.
— È probabile. — Carewe fece una smorfia. La prospettiva di essere salvato significava tornare a problemi che diventavano sempre più complessi. Ormai gli era impossibile immaginare di rientrare a Three Springs di soppiatto, senza attirare l’attenzione di nessuno. Era scomparsa una navicella. Carewe si sarebbe trovato al centro di un cancan enorme. I suoi nemici si sarebbero messi in allarme. Forse era in pericolo il segreto dell’E-80.
— Cosa c’è, Will? — Gli occhi di Colleen frugarono i suoi. — È stato tanto orribile, per te?