Fu solo quando si trovò a volare sopra l’Atlantico, diretto a ovest, che Carewe cominciò a rilassarsi. Per non svelare i propri movimenti, aveva preferito non pagare attraverso i canali normali, cioè attraverso la Farma. Aveva usato il suo credito-disco per i due voli da Kinshasa a Lisbona, e da Lisbona a Seattle. A Lisbona aveva tremato per un attimo, quando aveva scoperto che il biglietto costava più di mille neodollari: non aveva idea se il suo conto personale arrivasse a coprire quella cifra. Però il computer non aveva fatto obiezioni, e solo allora gli era tornato in mente che quel mese il valore del neodollaro era straordinariamente alto rispetto all’escudo.
Uno degli effetti collaterali dell’immortalità era stato la necessità di ristrutturare i sistemi monetari del pianeta. Anche senza tener conto dell’aumento di produttività, il reddito medio di un individuo negli Stati Uniti (stimato sui cinquemila dollari alla metà del ventesimo secolo e proiettato a un tasso di sviluppo minimo del 2,5 per cento) avrebbe raggiunto, nel giro di tre secoli, un tetto di più di otto milioni di dollari l’anno. L’avvento della biostasi, che permetteva a tutti di sfruttare al massimo le risorse naturali e le capacità cerebrali, aveva portato l’aumento annuo di produttività nell’ordine del dieci per cento, per cui erano diventati prevedibili redditi annui di un miliardo di dollari. Per impedire che il dollaro si trasformasse in un’unità di misura priva di significato, il suo valore veniva fissato in base a una percentuale costante del prodotto nazionale lordo, calcolato di mese in mese. Gli altri Paesi avevano adottato misure simili grazie ad accordi internazionali, ed era stata creata anche una riserva monetaria delle Nazioniunì, per assorbire le eventuali disparità fra le monete dei diversi Paesi.
L’aereo stava scendendo negli strati più densi dell’atmosfera, quando Carewe, affondato nel sedile, fece una strana scoperta. Aveva volato per qualcosa come ottomila chilometri senza immaginare nemmeno una sola volta la possibilità di un incidente. I pericoli di un disastro aereo erano niente se paragonati alle esperienze vissute a terra negli ultimi due giorni, eppure era sopravvissuto. Si era trovato in situazioni in cui la sua vita dipendeva solo dalle sue capacità, e le aveva affrontate con successo. Quel pensiero lo riempì di un gelido stupore che non l’abbandonò nemmeno quando sbarcò a Seattle. Viaggiando da est a ovest, aveva guadagnato tempo: a Seattle era ancora pomeriggio. Riuscì a prendere un volo locale che lo depositò a Three Springs al tramonto.
Gli edifici coloratissimi si stavano facendo bui. Finestre e pareti a specchio riflettevano il colore verderame del cielo. Il mondo aveva di nuovo un aspetto caldo, familiare. La sensazione di pericolo che Carewe avvertiva diminuì d’intensità. Adesso gli sarebbe bastato scoprire che Athene lo aspettava a casa, e l’interludio africano sarebbe svanito come un sogno. Al garage dell’aeroporto si fece consegnare la sua pallottola e guidò lentamente verso casa. La bolla era buia, come lui immaginava già; ma, vedendola, ammise con se stesso di aver segretamente sperato nel ritorno di Athene. Entrò, accese le luci. Athene aveva messo tutto in ordine prima di partire: sembrava che lì dentro nessuno avesse mai vissuto. L’aria era fredda, sterile.
“Come ho potuto permettere che succedesse?” Carewe era sconvolto dalla propria stupidità, dall’assoluta mancanza di tatto con cui aveva affrontato le circostanze; Una volta che l’E-80 gli era entrato in corpo, avrebbe dovuto chiamare Barenboim e lasciare che fosse lui a convincere Athene della verità. Invece, aveva sacrificato il proprio matrimonio per proteggere gli interessi della Farma, e il sacrificio era stato inutile, perché qualcun altro sapeva dell’E-80, o almeno sospettava. Carewe era stanco, e il suo polmone sinistro sbuffava come se avesse corso; ma decise di andare da Athene, per sistemare le cose. Se necessario, l’avrebbe portata da Barenboim; però esisteva un modo più semplice e infinitamente più piacevole di dimostrarle che era ancora un maschio attivo…