Читаем Un milione di domani полностью

— È stato meraviglioso — rispose lui, senza mentire, — però questa mia vita così eccitante e misteriosa diventa più complicata di minuto in minuto. Sai, il motivo che mi ha spinto a salire sulla tua navicella è che volevo tornare a casa in fretta.

— Vuoi dire che se dovessi fermarti a Kinshasa potrebbero ucciderti?

— Ancora peggio, ma non posso spiegarti.

— Allora mettiamoci in marcia. — Colleen agitò le braccia, incamminandosi. — Ho amici, a Kinshasa. Sbrigheranno in un attimo le formalità. Potrai partire subito.

— Formalità! — Carewe s’avviò dietro la ragazza. — Ti capita spesso di perdere una navicella?

— La navicella non è andata persa — rispose lei, secca. — Secondo te, a cosa servono i sistemi automatici di atterraggio? La navicella dev’essere atterrata a Kinshasa ieri. Magari non con la grazia che avrei usato io, ma comunque sarà ancora intera.

— E piena di gas allucinogeno?

— Ne dubito. Il sistema di controllo ambientale rinnova completamente l’aria della cabina ogni cinque minuti.

— Sì? — Carewe aiutò Colleen a superare una sporgenza del terreno. — Sino a ora, quelli che stanno cercando di farmi fuori non hanno lasciato molte prove. Se il contenitore del gas era di plastica autosolubile, non sarà rimasto niente… Ma perché ci siamo lanciati dalla navicella?

— Dirò che si è trattato di un guasto. Dovrebbero impiegare almeno un paio di giorni per poter scoprire che è una bugia.

— Vorrei tanto che fosse stato solo un guasto — disse lui, abbandonandosi ai suoi pensieri.

— Ti saresti perso un bel divertimento — ribatté Colleen, maliziosa. Poi lo precedette senza difficoltà, muovendo agilmente le gambe muscolose e snelle. Si orientarono al rumore dell’elicottero, e nel giro di un quarto d’ora raggiunsero il punto in cui erano atterrati il giorno prima. Quando trovarono il primo sedile, la tunica di Carewe era inzuppata di rugiada caduta dalle foglie. Il sedile era piegato di fianco sotto un albero. L’elicottero stazionava pazientemente al di sopra delle fronde umide, agitate dallo spostamento d’aria.

— Dov’è il mio sedile? — chiese Colleen.

Carewe si guardò attorno un attimo, poi puntò l’indice. Il sedile della ragazza era ancora sospeso tra i rami. — Eccolo lì. Tu stavi là sopra.

Colleen fischiò.

— Non vorrai dire che mi sono buttata giù da un’altezza simile?

— Già. Quasi me la facevo addosso.

— Be’, ammetterai che è una trovata originale. Racconterò a tutte le ragazze cosa devono fare, la prima volta che volano su questa rotta.

Carewe trovò difficile sorridere. Colleen cominciava a parlare come tutte le ragazze frustrate che aveva conosciuto, quelle che spesso finivano con l’iscriversi a un club priapico; eppure gli era parsa tanto diversa. Di colpo, capì che la metamorfosi era iniziata quando lei gli aveva chiesto se fosse sposato. Restò a guardarla, preoccupato, mentre si arrampicava sull’albero e raggiungeva senza difficoltà il sedile. Poi la ragazza prese qualcosa dal sedile, se lo portò alla bocca, e lui udì vagamente la sua voce mischiarsi al rumore dell’elicottero. Un minuto dopo, Colleen era di nuovo a terra, e si infilava la camicetta azzurra nella sottana.

— Ci mandano giù due gabbie. — Il suo tono di voce era indifferente.

— Colleen — disse lui, in fretta, — forse questa è l’ultima possibilità che abbiamo di parlarci da soli.

— Può darsi.

Carewe le prese le mani. — Sono sposato da dieci anni, e stanotte ho tradito mia moglie per la prima volta. L’unica volta. — Lei cercò di allontanare le mani, ma lui le tenne strette. — Però non sono sicuro di avere ancora una moglie. E successo qualcosa. Non posso dirti di cosa si tratta. Comunque il fatto che io sia in Africa, che finga di essere freddo e che cerchi di non farmi ammazzare rientra in questo qualcosa.

— Perché me lo dici?

— Perché non voglio che tu pensi che me ne torno al tepore del focolare, tra le braccia di mia moglie, dopo essermi divertito. Non sono uno che fa le cose per caso…

— Ma perché mi stai dicendo questo?

— Perché per me tu sei importante. Potrei amarti, Colleen.

Negli occhi della ragazza si accese una luce di sfida. — Credi?

— Ne sono sicuro. — Quelle parole rattristarono Carewe perché erano quasi, ma non completamente, vere. Era grato a Colleen, e una gratitudine che non riesce a esprimersi perfettamente si trasforma in senso di colpa. — Senti, se dovessi scoprire di non avere più moglie…

— Non dirlo, Will. — Si sforzò di sorridere. — Non diventare troppo nobile.

Carewe le lasciò andare le mani. Istintivamente, si separarono, mentre le due gabbie scendevano tra le fronde degli alberi.

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