Читаем Un milione di domani полностью

— Ottimo. Pensaci tu. Intanto io accompagno dentro i nostri ospiti. — Barenboim sfiorò un comando sulla fiancata dell’auto e il gas uscì con un sibilo dai palloni, che si sgonfiarono. Non appena riuscì a muoversi, Carewe scese dal veicolo e aiutò Athene a uscire dalla stessa portiera. Quella dalla sua parte era troppo accartocciata per riuscire ad aprirla. Barenboim, tenendosi alla larga da Carewe, con la torcia pronta a colpire, fece un cenno in direzione del laboratorio. Carewe scrollò le spalle, abbracciò Athene alla vita e s’incamminò. Arrivato nell’atrio, fece per salire la scalinata a destra.

— Di lì no. Scendiamo nel seminterrato. — Barenboim indicò una porta alla base della scala. Carewe l’aprì, si tirò dietro Athene. Discesa una rampa di scalini, si trovarono in un seminterrato adibito a laboratorio per esperimenti alle alte temperature. Il centro del locale era occupato da quella che gli sembrò una fornace elettronica. Tutt’attorno, telemicroscopi, servomani e proiettori di campi di calore.

— Will — mormorò Athene, — non dovevi venire qui. Ci uccideranno.

Carewe tentò, inutilmente, d’inventare una bugia rassicurante. — Sembra proprio di sì — disse, distrutto.

— E io che credevo che tu non fossi il tipo… Non hai paura, Will?

— Di’ pure che sono completamente terrorizzato. — Gli sarebbe piaciuto spiegarle quello che aveva scoperto in quei giorni, e cioè che vivere all’ombra della paura, come lui aveva sempre fatto, era un po’ come essere morti, ma temeva di sembrare ridicolo. E, siccome lei era Athene, forse aveva già capito.

— Athene — disse Carewe, disperato, — ti ho delusa…

— No, Will, no. — Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, mentre si portava alle labbra la mano del marito.

— Questo è troppo — commentò Barenboim, in tono annoiato. — Risparmiatemi la scena della riconciliazione.

— Hy — disse lentamente Carewe, — mi spiace moltissimo di non essere riuscito ad aprirti in due quando ho lanciato il coltello. Però, in un certo senso, la cosa non è troppo importante. Tu non esisti, quindi non c’era nessun bisogno che ti uccidessi. — Restò a osservare gli occhi di Barenboim, ed ebbe la magra soddisfazione di constatare che per la prima volta era riuscito a entrare in contatto con la mente glaciale dell’altro. Adesso capiva che in passato Barenboim non aveva fatto altro che servirsi di lui con lo stesso distacco con cui avrebbe fatto a pezzi un animale di laboratorio per un esperimento. Improvvisamente, si sentì quasi vecchio quanto Barenboim.

Le labbra effeminate dell’immortale furono scosse da un rictus, poi si tesero in un sorriso. — Bello, Will — disse. — Molto profondo.

Tenendo la torcia puntata su Carewe, Barenboim si avvicinò a un quadro di comando montato sulla parete e alzò una serie di interruttori. I campi di forza che si vennero a creare erano versioni enormemente amplificate dei tenui campi usati per il controllo meteorologico, e servivano a contenere l’ambiente caldo come il sole che si stava sviluppando nella fornace. Le griglie installate sul soffitto, direttamente sopra la fornace, risucchiavano il calore in eccesso, trasferendolo a un impianto che provvedeva a riscaldare il resto dell’edificio.

— Sei in ritardo — disse Carewe. Athene seppellì la faccia nella sua spalla. — Sono già stato alla polizia. Ho raccontato tutto quello che so di te.

— Che non è poi molto. — Barenboim regolò un cursore.

— Sanno che hai tentato di farmi uccidere in Africa e a Idaho Falls.

— Una piccola correzione, Willy. Sanno che qualcuno ha tentato di ucciderti, ma siccome Gwynne, ahimè, è sparito dalla circolazione, nessuno potrà risalire fino a me. E poi, che movente potrei avere?

— Soldi — rispose Carewe. — Sanno che la Farma sta andando verso il tracollo.

Per un attimo, la faccia di Barenboim si rannuvolò. — Temo, Willy, di aver commesso un errore di valutazione quando ti ho scelto. Non so come tu abbia fatto a eliminare Gwynne, e per tutto questo tempo hai dato prova di una resistenza insospettabile… Però non sai ancora spiegarmi come la tua morte possa risolvere i miei eventuali problemi finanziari.

— Speravo che me lo dicessi tu.

— Ci credo. — Barenboim era tornato del solito umore gioviale. Diede un ultimo tocco al quadro dei comandi e se ne allontanò. — A quanto ne so, nei telefilm, a questo punto il criminale spiega tutto. Però, giusto per dimostrarti quanto sono inumano, penso che non starò alle regole del gioco. Che ne dici? Ti sembra una buona vendetta?

— Non c’è male — ammise Carewe, bilanciandosi su un piede. Poco prima, le reazioni di Barenboim si erano dimostrate alquanto lente; la sua unica speranza era scattare in avanti e tentare di impossessarsi della torcia. — Però mi chiedo cosa l’abbia ispirata. Tu sei fiero della tua disumanità, quindi dev’ essere stato… ah… il mio accenno alla tua incompetenza negli affari.

— Incompetenza! — Barenboim sembrava veramente arrabbiato.

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