Forse Bowman non era proprio ben desto, tutto sommato; gli occorsero parecchi secondi per arrivare al punto. Poi disse: «Oh… capisco. Che altro ti hanno detto?»
«Che non v’è alcuna ragione di allarmarsi. Lo hanno ripetuto due volte, e questo ha rovinato alquanto l’effetto per quanto mi riguarda. E hanno detto inoltre che stanno prendendo in considerazione un passaggio temporaneo al controllo da Terra per procedere a un’analisi del programma.»
Sapevano entrambi, naturalmente, che Hal stava udendo ogni parola, ma non potevano fare a meno di ricorrere a queste cortesi circonlocuzioni. Hal era un loro collega e non volevano metterlo in imbarazzo. Eppure, arrivati a quel punto, non sembrava necessario parlare della cosa in privato.
Bowman terminò di far colazione in silenzio, mentre Poole si trastullava con la caffettiera vuota. Stavano pensando entrambi furiosamente, ma non rimaneva altro da dire.
Potevano soltanto aspettare il rapporto successivo del Controllo Missione… e domandarsi se Hal avrebbe affrontato egli stesso l’argomento. Qualunque cosa fosse accaduta, l’atmosfera a bordo della nave spaziale si era sottilmente modificata. V’era un senso di tensione nell’aria… la sensazione, per la prima volta, che qualcosa potesse andar male.
La Discovery non era più un’astronave dall’equipaggio sereno.
24. CIRCUITO INTERROTTO
Ormai, quando Hal era sul punto di fare un annuncio imprevisto, si riusciva sempre a capirlo. I rapporti consuetudinari e automatici, o le risposte alle domande postegli, non avevano preliminari; ma quando egli si proponeva di parlare di sua iniziativa, le sue uscite venivano precedute da un breve schiarirsi elettronico della voce. Era una idiosincrasia acquisita in quelle ultime settimane; in seguito, se fosse diventata irritante, avrebbero potuto fare qualcosa al riguardo. Ma in realtà era utilissima, in quanto annunciava ai suoi ascoltatori che dovevano aspettarsi qualcosa di imprevisto.
Poole dormiva e Bowman stava leggendo sul ponte di controllo, quando Hal annunciò:
«Ehm… Dave, ho un rapporto da farti.»
«Di che si tratta?»
«Abbiamo un altro elemento AE-35 difettoso. Il mio previsore dei guasti indica che non funzionerà più entro ventiquattr’ore.»
Bowman posò il libro e fissò cogitabondo la custodia del calcolatore. Sapeva, naturalmente, che Hal non si trovava realmente lì, qualunque cosa ciò potesse significare. Se si poteva dire che la personalità del calcolatore era localizzata nello spazio, essa rimaneva nel locale sigillato contenente il labirinto degli elementi intercollegati della memoria e le griglie degli elaboratori, in prossimità dell’asse centrale del tamburo ruotante. Ma v’era sempre una sorta di costruzione psicologica che induceva a guardare la lente principale sulla custodia del calcolatore quando ci si rivolgeva ad Hal sul ponte di controllo, come se gli si stesse parlando faccia a faccia. Ogni altro atteggiamento sembrava scortese.
«Non riesco a capire, Hal. Due elementi non possono saltare in un paio di giorni.»
«Sembra effettivamente strano, Dave. Ma ti assicuro che c’è un guasto imminente.»
«Vediamo lo schermo dell’allineamento ottico.»
Sapeva benissimo che questo non avrebbe dimostrato nulla, ma gli occorreva tempo per riflettere. L’atteso rapporto della Commissione di controllo non era ancora arrivato; questo poteva essere il momento opportuno per fare con tatto qualche sondaggio.
Ecco la veduta familiare della Terra, che ora cresceva dopo la fase di mezza luna spostandosi verso il lato opposto del Sole e incominciando a mostrare loro tutto il proprio emisfero illuminato. Era perfettamente centrata sul reticolo; il pennello sottile del fascio di onde radio continuava a collegare la Discovery al mondo che l’aveva originata. Come, naturalmente, Bowman aveva saputo che doveva essere. Se vi fosse stata una qualsiasi interruzione nelle comunicazioni, avrebbe già udito l’allarme.
«Hai un’idea», domandò, «di quello che può causare il guasto?»
Era inconsueto da parte di Hal tacere così a lungo. Infine egli rispose:
«A dire il vero no, Dave. Come ho già detto prima, non riesco a localizzare l’inconveniente.»
«Sei assolutamente certo», domandò Bowman, cauto, «di non aver commesso un errore? Sai che abbiamo collaudato a fondo l’altro elemento AE-35, e che non v’era certamente alcunché di anormale.»
«Sì, questo lo so. Ma posso assicurarti che c’è un difetto. Se non è nell’elemento, può trovarsi in tutta l’apparecchiatura accessoria.»
Bowman tamburellò sulla custodia con le dita. Sì, questo era possibile, anche se sarebbe stato forse difficilissimo dimostrarlo… fino a quando un guasto non si fosse determinato effettivamente consentendo di localizzare il difetto.
«Bene, lo riferirò alla Commissione di controllo e staremo a vedere che cosa consiglieranno.» Si interruppe, ma non vi fu alcuna reazione.
«Hal», continuò, «c’è qualcosa che ti infastidisce… qualcosa che potrebbe spiegare questa difficoltà?»