Bowman sperò che non fosse necessario ricorrere a provvedimenti così estremi. Avevano ancora un elemento AE-35 di ricambio… e forse anche un secondo elemento, in quanto il primo era stato smontato prima che si guastasse effettivamente. Ma non osavano servirsi né dell’uno né dell’altro prima di aver accertato qual era il difetto dell’impianto. Se avessero inserito un nuovo elemento, con ogni probabilità esso si sarebbe bruciato subito.
Si trattava di una situazione banale, nota a ogni proprietario di casa. Non si sostituisce una valvola fusa… finché non si è accertato perché sia saltata.
25. IL PRIMO UOMO ARRIVATO A SATURNO
Frank Poole era già passato per l’intera routine, ma non accettava nulla come dimostrato… nello spazio ciò costituiva un’ottima ricetta del suicidio. Eseguì il consueto minuzioso controllo di Betty e dei rifornimenti di carburante; anche se non sarebbe rimasto all’esterno dell’astronave per più di trenta minuti, si accertò che la capsula fosse rifornita di tutto il necessario per ventiquattr’ore. Disse poi ad Hal di aprire la camera di equilibrio e azionò il getto uscendo nell’abisso.
L’aspetto dell’astronave era identico a quello che essa aveva avuto durante l’ultima escursione… con una differenza importante. In precedenza, il grande riflettore parabolico dell’antenna a lunga portata era puntato all’indietro verso la traiettoria invisibile percorsa dalla Discovery… verso la Terra che girava così vicina alle ardenti fiamme del Sole.
Ora, senza segnali direttivi che lo orientassero, il disco aveva assunto automaticamente la posizione neutra. Era puntato in avanti nella direzione dell’asse dell’astronave… orientato per conseguenza verso il brillante faro di Saturno, dal quale li separavano ancora mesi di viaggio nello spazio. Poole si domandò quante altre difficoltà sarebbero sorte prima che la Discovery raggiungesse la sua ancora remota mèta. Guardando attentamente, riusciva a vedere che Saturno non era un disco perfetto; a entrambi i lati si trovava qualcosa che nessun occhio umano aveva mai visto prima di allora senza l’ausilio di strumenti ottici… il lieve schiacciamento causato dalla presenza degli anelli. Quali meraviglie avrebbero veduto, si disse, quando quel sistema incredibile di polvere e ghiaccio in orbita avrebbe colmato il loro firmamento, e la Discovery sarebbe divenuta un’eterna luna di Saturno! Ma un simile successo sarebbe stato vano, se non fossero riusciti a ristabilire le comunicazioni con la Terra.
Una volta di più parcheggiò Betty a sei metri circa dalla base del sostegno dell’antenna, e passò il controllo ad Hal prima di aprire il portello.
«Esco adesso dalla capsula», riferì a Bowman. «Tutto è in ordine.»
«Spero che tu abbia ragione. Sono ansioso di vedere quell’elemento.»
«Lo avrai sul banco di collaudo tra venti minuti, te lo prometto.»
Seguì per qualche tempo il silenzio, mentre Poole si spostava adagio verso l’antenna. Poi Bowman, in piedi sul ponte di controllo, udì vari sbuffamenti e grugniti.
«Può darsi che debba rimangiarmi la promessa; uno di questi controdadi si è bloccato. Devo averlo stretto troppo… pfui… ecco che cede!»
Seguì un altro lungo silenzio; poi Poole disse:
«Hal, sposta il riflettore della capsula di venti gradi a sinistra… grazie… così va bene.»
Il più vago dei campanelli d’allarme incominciò a squillare in qualche punto nelle profondità della coscienza di Bowman. V’era qualcosa di strano… non proprio di allarmante, ma soltanto di inconsueto. Si domandò crucciato per qualche secondo di che cosa potesse trattarsi, prima di capire la causa della sua preoccupazione.
Hal aveva eseguito l’ordine, ma senza darne la conferma, come faceva invariabilmente. Una volta che Poole avesse terminato, dovevano approfondire la cosa…
All’esterno della nave spaziale, sul sostegno dell’antenna, Poole era troppo indaffarato per notare qualcosa di insolito. Aveva afferrato con le mani guantate la piastra del circuito e la stava estraendo dalla scanalatura.
La piastra dell’elemento si staccò e lui la tenne alta nella pallida luce solare.
«Eccolo, il piccolo bastardo», disse all’universo in generale e a Bowman in particolare. «A me continua a sembrare perfettamente okay.»
Poi si interruppe. Il suo sguardo era stato attratto da un movimento improvviso… lì all’esterno, ove nessun movimento era possibile.
Alzò gli occhi, allarmato. La direzione dei due fasci luminosi provenienti dai riflettori della capsula, dei quali egli si era servito per fugare le ombre, proiettate dal Sole, aveva incominciato a mutare, girandogli intorno.
Forse Betty era andata alla deriva; poteva essere stato sbadato nell’ancorarla. Poi, con uno stupore così immenso da non lasciare spazio alla paura, vide che la capsula veniva direttamente verso di lui con la propulsione del getto al massimo.