«La gente mormora», rispose una voce diversa, impalpabile quanto la prima. «Abbiamo sentito dire che i Volturi stavano per attaccarvi. Girano voci segretissime sul fatto che non siete soli. Ovviamente le voci sono vere. Avete radunato una brigata notevole».
«Non stiamo sfidando i Volturi», rispose Carlisle con voce tesa. «C’è stato un equivoco, tutto qui. Un equivoco molto grave, certo, ma speriamo di riuscire a chiarirlo. Quelli che vedete sono testimoni. Vogliamo solo che i Volturi ci ascoltino. Non abbiamo...».
«Non ci importa di cosa vi accusano», lo interruppe la prima voce. «Non ci importa se avete infranto la legge».
«E quanto sia madornale la vostra infrazione», s’intromise il secondo.
«Da millecinquecento anni aspettiamo che qualcuno sfidi quella feccia di italiani», disse il primo. «Se c’è la minima possibilità che vengano sconfitti, staremo qui ad assistere».
«Oppure, persino ad aiutarvi a stroncarli», aggiunse il secondo. Parlavano l’uno dopo l’altro in tono sommesso e le voci si assomigliavano talmente tanto che qualcuno con un udito meno sensibile li avrebbe scambiati per un’unica persona. «Se riteniamo che abbiate qualche possibilità di riuscita».
«Bella?», mi chiamò Edward con voce brusca. «Porta qui Renesmee, per favore. Forse dovremo mettere alla prova le affermazioni dei nostri visitatori rumeni».
Mi rincuorava sapere che probabilmente metà dei vampiri nell’altra stanza si sarebbe precipitata a difendere Renesmee se i rumeni avessero avuto una reazione violenta. Non mi piacevano il suono della loro voce e il tono di oscura minaccia delle loro parole. Mentre entravo nella stanza, vidi che non ero l’unica a pensarla così. La maggior parte dei vampiri immobili li fissava con occhi ostili e alcune, cioè Carmen, Tanya, Zafrina e Senna, senza averne l’aria, si erano piazzate in atteggiamento difensivo fra i nuovi arrivati e Renesmee.
I vampiri sulla soglia erano smilzi e bassi al tempo stesso; uno aveva i capelli scuri e l’altro, invece, talmente biondi da sembrare grigio chiaro. La pelle aveva lo stesso aspetto polveroso di quella dei Volturi, anche se, secondo me, un po’ meno pronunciato. Non ne ero sicura: dato che avevo visto i Volturi solo con occhi umani, non ero in grado di fare un paragone. Gli occhi penetranti erano di un bordeaux scuro, senza pellicola lattiginosa. Indossavano vestiti neri molto semplici che potevano passare per moderni, ma riprendevano motivi antichi.
Quello scuro di capelli sorrise quando mi vide. «Bene, bene, Carlisle. Hai fatto proprio il briccone, vero?».
«Lei non è affatto quello che credi, Stefan».
«In ogni caso non ce ne importa niente», rispose il biondo. «Proprio come abbiamo detto prima».
«Quindi restate pure a osservare, Vladimir, ma sta’ sicuro che non abbiamo in programma di sfidare i Volturi,
«Allora ce ne staremo qui con le dita incrociate», iniziò la frase Stefan.
«E speriamo di avere fortuna», finì Vladimir.
Alla fine avevamo radunato diciassette testimoni: gli irlandesi Siobhan, Liam e Maggie; gli egizi Amun, Kebi, Benjamin e Tia; le amazzoni Zafrina e Senna; i rumeni Vladimir e Stefan; e i nomadi Charlotte e Peter, Garrett, Alistair, Mary e Randall, oltre agli undici membri della nostra famiglia. Tanya, Kate, Eleazar e Carmen insistevano perché le considerassimo tali.
A parte i Volturi, si trattava probabilmente della più grande adunata amichevole di vampiri adulti nella storia degli immortali.
Stavamo cominciando a nutrire un po’ di speranza. Contagiava persino me. Renesmee aveva attirato dalla propria parte così tanta gente in un tempo così breve. Sarebbe bastato che i Volturi la ascoltassero anche solo per un millisecondo...
Gli ultimi due rumeni superstiti, tutti concentrati sull’acre risentimento per coloro che avevano rovesciato il loro impero millecinquecento anni prima, se la presero con molta calma. Non toccavano Renesmee, ma non le dimostravano alcuna avversione. Sembravano misteriosamente deliziati della nostra alleanza con i licantropi. Mi guardavano esercitare il mio scudo con Zafrina e Kate, osservavano Edward rispondere a domande silenziose, vedevano Benjamin scatenare geyser nel fiume e folate di vento dall’aria immobile con la sola forza del pensiero, e a entrambi brillavano gli occhi per la violenta speranza che i Volturi avessero finalmente trovato pane per i loro denti.
Non speravamo tutti le stesse cose, ma speravamo tutti.
33
Il falsario
«Charlie, tutte le informazioni sulla compagnia sono ancora top secret, per motivi di riservatezza. So che è passata più di una settimana da quando hai visto Renesmee, ma in questo momento non è una buona idea venirla a trovare. Che ne dici se porto lei da te?».
Charlie tacque talmente a lungo da farmi temere che avesse percepito la tensione che si nascondeva dietro l’apparenza.
Ma poi borbottò: «