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Un tempo, alla prospettiva di una bella rissa, Paul non si tirava mai indietro. Non c’era neanche bisogno di colpirlo, bastava il minimo insulto. Andava fuori di testa per un niente. Ma ovviamente ora che volevo una bella zuffa rabbiosa, epica, di quelle che ti sfondano, era diventato una pappamolla.

Non era uno smacco sufficiente che un altro dei nostri avesse subito l’imprinting? Insomma, ormai erano già quattro su dieci! Quando sarebbe finita? Quella stupida leggenda doveva essere un’eccezione, una cosa rara, accidenti! E com’erano stucchevoli, poi, tutti quei colpi di fulmine!

Perché era toccato a mia sorella? Perché era toccato a Paul?

Quando Rachel era tornata dallo Stato di Washington alla fine del secondo semestre, visto che la secchiona si era diplomata prima del tempo, la mia più grande preoccupazione era stata di tenerla all’oscuro del segreto. Difficile, perché non ero abituato a fare tanti misteri in casa mia. Ero solidale con Embry e Collin, dato che i loro genitori non sapevano che fossero licantropi. La madre di Embry pensava che il figlio stesse attraversando una qualche fase di ribellione. Lo tenevano sempre in punizione perché se la svignava di continuo, ma chiaramente il poveraccio non poteva farci niente. Ogni notte sua madre andava in camera a controllare che ci fosse e ogni notte trovava la camera vuota. Lei strillava, lui incassava in silenzio, e il giorno dopo era di nuovo tutto punto e a capo. Avevamo anche cercato di parlare con Sam chiedendogli di mettere la madre di Embry al corrente della faccenda, per dargli un po’ di tregua. Ma Embry ci disse che non gli importava: il segreto era troppo importante.

Così avevo fatto tutti i preparativi del caso per mantenere il segreto. Poi, due giorni dopo il ritorno di Rachel, Paul l’aveva incontrata casualmente in spiaggia. Così, ridendo e scherzando... amore a prima vista! E quando ci si imbatte nell’anima gemella e arriva l’imprinting, quella robaccia da licantropi con annessi e connessi, i segreti non servono più.

Così Rachel venne a sapere tutto quanto. E io mi trovai ad avere Paul per futuro cognato. Nemmeno Billy ne era particolarmente entusiasta, ma gestiva la cosa molto meglio di me. Certo, in quel periodo si rifugiava dai Clearwater più spesso del solito e io non capivo cosa ci guadagnasse. Infatti, si liberava di Paul, ma doveva sorbirsi Leah.

Chissà se un proiettile sparato dritto nella tempia mi avrebbe ucciso, o se invece avrebbe solo combinato un gran casino che poi, per giunta, mi sarebbe toccato pulire?

Mi buttai sul letto. Ero stanco, d’altronde non dormivo dall’ultima volta che ero stato di ronda, ma sapevo che non avrei preso sonno. In testa avevo l’inferno. I pensieri mi ronzavano nel cranio come uno sciame di api disorientate e chiassose. Di tanto in tanto pungevano pure. Dovevano essere calabroni, altro che api. Le api pungono e poi muoiono. Invece, a pungermi ripetutamente erano sempre gli stessi pensieri.

L’attesa mi stava facendo impazzire. Ormai erano passate quasi quattro settimane. A quel punto, in un modo o nell’altro, mi aspettavo di ricevere notizie. Ero rimasto sveglio notti su notti cercando di immaginare sotto quale forma sarebbero arrivate.

Charlie che telefonava singhiozzando per dire che Bella e suo marito erano scomparsi in un incidente. Un disastro aereo? Non sarebbe stato semplice simularlo, a meno che le sanguisughe non si fossero fatte scrupolo di sacrificare un gruppo di passeggeri innocenti per renderlo verosimile. E perché poi? Bastava un piccolo velivolo. Forse ne avevano uno da immolare alla causa.

E se l’assassino fosse tornato a casa da solo, dopo che il tentativo di trasformarla in una di loro era fallito? Forse non ci aveva nemmeno provato. Magari l’aveva maciullata come un pacchetto di patatine, in preda all’impulso di assaporarla? Tutto sommato, la vita di lei era meno importante del piacere di lui...

Oppure immaginavo una versione drammatica: Bella scomparsa in un incidente tremendo, vittima di un’aggressione finita in tragedia. Strozzata con il cibo, a cena. Un incidente d’auto, come mia madre. Era talmente frequente da essere persino banale.

L’avrebbe riportata a casa? L’avrebbe seppellita qui per Charlie? Cerimonia con la bara chiusa, ovviamente. Quella di mia madre l’avevano sigillata con i chiodi...

Speravo almeno che lui tornasse, in modo da averlo a tiro.

O magari non ci sarebbe stata nessuna versione particolare. Charlie avrebbe chiamato mio padre per sapere se aveva notizie del dottor Cullen, visto che un bel giorno non si era fatto vedere al lavoro. L’abitazione era abbandonata e al telefono non rispondeva nessuno. Poi un telegiornale di seconda categoria avrebbe ripreso la notizia, sospettando un crimine...

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