Читаем Breaking Dawn полностью

Paul, Jared e io attaccheremo Edward e Rosalie. Stando alle informazioni che abbiamo avuto da Jacob, penso che saranno loro a proteggere Bella. Nei paraggi ci saranno anche Carlisle, Alice e probabilmente Esme. Brady, Collin, Seth e Leah si concentreranno su di loro. Chiunque avrà la possibilità di attaccare, lo sentimmo tutti balbettare mentalmente il nome di Bella, la creatura, lo farà. La nostra priorità assoluta è questa: distruggere la creatura.

Il branco ringhiò all’unisono, in segno di consenso. La tensione aveva fatto rizzare il pelo a tutti. I movimenti si erano fatti più frenetici e il rumore delle zampe sul terreno salmastro era più acuto, le unghie raschiavano il suolo.

Solo io e Seth restavamo immobili, gli occhi fissi sul marasma di denti digrignati e orecchie appiattite. Il naso di Seth quasi toccava terra, chino di fronte agli ordini di Sam. Sentivo quanto soffriva per quell’imminente atto di slealtà. Per lui si trattava di vero tradimento. All’epoca dell’alleanza, quando aveva combattuto al fianco di Edward Cullen, Seth gli si era affezionato sinceramente, fino a considerarlo un amico.

Tuttavia non oppose resistenza. Per quanto gli facesse male, avrebbe obbedito. Non aveva scelta.

E io che scelta avevo? Quando l’alfa parlava, il branco obbediva.

Sam non aveva mai approfittato della sua autorità fino a quel punto. Sapevo che non gli faceva affatto piacere vedere Seth inginocchiato al suo cospetto come uno schiavo ai piedi del padrone. Non lo avrebbe costretto se non fosse stato convinto che non c’erano alternative. Non poteva mentirci, considerato com’erano collegate le nostre menti. Pensava davvero che fosse nostro dovere distruggere Bella e il mostro che portava in grembo. E credeva davvero che non avessimo tempo da perdere. Ne era così convinto da mettere in gioco la sua stessa vita.

Capii che si sarebbe occupato lui di Edward: secondo Sam, la minaccia maggiore veniva dalla capacità del vampiro di leggerci nel pensiero. Sam non avrebbe permesso che qualcun altro si accollasse il rischio.

Considerava Jasper il secondo avversario, in ordine di forza, perciò lo aveva affibbiato a me. Sapeva che fra i membri del branco ero quello con maggiori possibilità di successo. Aveva lasciato i bersagli più semplici ai lupi più giovani come Leah. La piccola Alice non costituiva un pericolo, se privata del dono della preveggenza, e sapevamo dai tempi dell’alleanza che Esme non aveva l’istinto della lotta. Carlisle rappresentava un’incognita, ma la ripugnanza che provava nei confronti della violenza avrebbe agito da freno.

Mi venne la nausea, ancora più che a Seth, quando vidi dipanarsi il piano di Sam, che vagliava tutte le alternative possibili per concedere qualche possibilità di sopravvivenza a ogni membro del branco.

Era tutto al rovescio. Quel pomeriggio avevo fatto ferro e fuoco pur di attaccarli. Ma Seth ci aveva visto giusto: non ero pronto per quella battaglia. Mi ero lasciato accecare dall’odio. Non avevo valutato la cosa con attenzione sufficiente perché sapevo cosa avrei visto se lo avessi fatto.

Carlisle Cullen, ecco cosa avrei visto. Guardandolo senza l’odio che mi velava gli occhi, non potevo negare che ucciderlo sarebbe stato un crimine. Era buono. Buono come gli umani che proteggevamo. Forse anche di più. Probabilmente lo erano anche gli altri, ma sul loro conto non ero così certo. Non li conoscevo altrettanto bene. Carlisle non avrebbe risposto a un attacco, anche se la posta in palio era la sua vita. Per questo avremmo potuto ucciderlo senza troppe difficoltà: perché non voleva che noi, i suoi nemici, morissimo.

Era sbagliato.

Non soltanto perché il pensiero di uccidere Bella equivaleva al pensiero di uccidere me stesso, a un suicidio.

Devi collaborare, Jacob, ordinò Sam. La tribù viene prima di tutto.

Mi sbagliavo, Sam.

Le tue motivazioni erano sbagliate. Ma ora abbiamo un dovere da compiere.

Mi feci forza. No.

Sam ringhiò e si fermò. Mi guardò negli occhi e ululò fra i denti.

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