«Forse il diluvio universale è stato altrettanto catastrofico», stava dicendo Peak, in conclusione del suo minuzioso excursus. «Le inondazioni fanno parte di diversi miti e tradizioni religiose. Forse la prima descrizione di uno tsunami, raccontata come una catastrofe naturale, risale al 479 avanti Cristo ed ebbe luogo nel mar Egeo. Nel 1755, Lisbona fu investita da un'onda alta dieci metri: i morti accertati furono sessantamila. Sappiamo anche con certezza dell'esplosione del Krakatoa, nel 1883. La camera vulcanica crollò e, come conseguenza, si ebbe la formazione di un'immensa caldera sottomarina. Due ore più tardi, ondate alte quaranta metri colpirono le regioni costiere di Sumatra e Giava, furono distrutti oltre trecento villaggi e morirono quasi trentaseimila persone. Nel 1933 uno tsunami molto più piccolo colpì la città giapponese di Sanriku e infuriò a nord-est di Honshu. Bilancio: tremila morti, novemila edifici distrutti, ottomila navi affondate. Nessuno di questi avvenimenti si avvicina neppure lontanamente allo tsunami dell'Europa settentrionale. Là, gli Stati costieri erano altamente industrializzati. Nel complesso, vivevano duecentoquaranta milioni di persone, in prevalenza sulle coste.»
Si guardò intorno. La sala era immersa nel silenzio.
«In un colpo, tutta la regione è cambiata dal punto di vista geologico», riprese Peak. «Le conseguenze per l'umanità non sono ancora prevedibili, ma per l'economia sono assolutamente devastanti. Alcune delle più importanti città portuali del mondo sono andate distrutte, in parte o completamente. Fino a pochi giorni fa, Rotterdam era una delle più importanti piazze commerciali di tutti i tempi, il mare del Nord una delle principali riserve di combustibili fossili, con una produzione di circa quattrocentocinquantamila barili di petrolio al giorno. La metà delle risorse petrolifere europee era al largo della costa norvegese, un'altra parte al largo dell'Inghilterra, senza contare che là si trovava anche una parte consistente dei giacimenti mondiali di gas naturale. Il numero delle vittime è valutato tra i due e i tre milioni, quello dei feriti e dei senzatetto è molto più alto.»
Peak pronunciava quelle cifre come se stesse dando le previsioni del tempo, apparentemente senza la minima emozione.
«Non è chiaro che cosa abbia provocato lo smottamento. I vermi rientrano senza dubbio tra le eccezionali mutazioni con cui abbiamo a che fare. Nessun avvenimento naturale spiega la comparsa di questi eserciti di miliardi di vermi e batteri. Tuttavia i nostri amici di Kiel e il dottor Johanson ritengono che al puzzle manchi ancora una tessera. Che le distese di idrati diventassero così instabili solo a causa dell'infestazione non era ipotizzabile e quindi non era possibile prevedere una simile catastrofe. Deve essere entrato in gioco un fattore supplementare, che, con l'ondata, ha rivelato solo la parte superficiale del problema.»
Con un brivido, Karen Weaver si raddrizzò sulla sedia. Benché l'immagine dal satellite apparsa in quel momento sullo schermo fosse stata scattata da una grande altezza, e risultasse sfocata e schiarita artificialmente, lei aveva riconosciuto subito la nave.
«Questa ripresa spiega ciò che voglio dire», riprese Peak. «Stavamo sorvegliando la nave col satellite…»
«Una nave oceanografica, la
Le luci della nave spiccavano pallide dalla superficie nera. Poi, improvvisamente, il mare si picchiettò di macchie chiare, che si allargavano finché esso non sembrò ribollire.
La
Poi affondò come un sasso.
Karen era sconvolta. Nessuno l'aveva preparata a quello. Adesso sapeva dov'era Bauer. La
«È stata la prima volta, dall'inizio delle anomalie, che abbiamo potuto osservare questo effetto», disse Peak. «Blowout di metano in questa zona ci erano noti da tempo, tuttavia…»
Karen alzò la mano. «Non avete mai ipotizzato che potesse succedere qualcosa del genere?»
Peak la scrutò. Il volto sembrava intagliato nel legno, tanto era immobile. «No.»
«E che cosa avete fatto quando la
«Niente.»
«Non avete fatto niente, benché la zona e la nave fossero sorvegliate con un satellite?»
Peak scosse lentamente la testa. «Abbiamo osservato una serie di navi che affondavano e abbiamo raccolto informazioni. Non si può essere contemporaneamente ovunque. Nessuno poteva pensare che proprio quella nave…»