«No, è addirittura buona.» Judith fece una pausa. «Però lei, poco tempo fa, ha dichiarato che, in tutta la loro storia, le Nazioni Unite non hanno mai avuto un segretario generale tanto debole. È stato al ricevimento degli ambasciatori di tre settimane fa, ricorda? Io ho dato fiato alle stesse trombe e ci siamo presi le solite legnate dal solito schieramento.»
«Sì, lo so. Mio Dio, quante penne si sono arruffate! Però è davvero un rammollito. Bisogna poter dire la verità, maledizione! Ma dove vuole arrivare?»
«Dicevo solo così…»
«Lei non dice le cose solo così. Forza, quale sarebbe l'alternativa?»
«Vuole dire l'alternativa a un'assemblea in cui siedono dozzine di rappresentanti del Medio Oriente?»
Il presidente tacque per un momento, poi disse: «Gli Stati Uniti».
Judith finse di riflettere. «Credo che sia una buona idea, signore», mormorò.
«Ma così avremo di nuovo addosso i problemi di tutto il mondo, non crede, Jude?»
«Li abbiamo comunque addosso. Siamo l'unica superpotenza. Se vogliamo continuare a esserlo, dobbiamo anche continuare ad assumerci le responsabilità. Inoltre i tempi cattivi sono tempi buoni per i forti.»
«Lei e i suoi proverbi cinesi…» sospirò il presidente. «Non riceveremo questo incarico su un piatto d'argento. È ancora troppo presto. Dobbiamo impegnarci per rendere credibile il motivo per cui desideriamo metterci al vertice di una commissione d'indagine mondiale. Come crede che verrà presa nel mondo arabo, in Cina, in Corea, una simile iniziativa? Oh, a proposito di Asia, ho sfogliato il dossier sui suoi scienziati. Ce n'è uno che sembra asiatico. Non avevamo detto che asiatici e arabi dovevano starne fuori?»
«Un asiatico? Come si chiama?»
«Ha un nome ridicolo… Wakawaka o qualcosa del genere.»
«Oh, Leon Anawak. Ha letto il suo curriculum?»
«No, gli ho dato solo una scorsa.»
«Non è asiatico.» Judith aumentò la velocità a dodici chilometri all'ora. «Io sono di gran lunga la più asiatica in tutto il gruppo del Whistler.»
Il presidente rise. «Ah, Jude. Potrebbe anche venire da Marte e io le concederei comunque i pieni poteri. È un vero peccato che non possa venire quaggiù a vedere la partita di baseball. Ci troviamo tutti al ranch, se non succede nulla. Mia moglie sta facendo marinare le costate.»
«La prossima volta, signore», disse Judith.
Si intrattennero ancora un po' sul baseball. Judith non ribadì la proposta di mettere gli Stati Uniti al vertice della commissione d'indagine mondiale. Al massimo entro un paio di giorni, il presidente si sarebbe convinto che era un'idea sua. Era sufficiente avergli inculcato l'idea.
Dopo la conversazione, corse ancora per qualche minuto, poi, sudata com'era, si mise al pianoforte e appoggiò le dita sulla tastiera. Si concentrò.
Qualche secondo dopo, la sonata per pianoforte in Sol maggiore di Mozart riempì la suite.
KH-12
Il suono del pianoforte di Judith Li si perdeva nei corridoi del nono piano, come un vapore che diventasse sempre meno denso, e usciva anche dalla finestra semiaperta delia suite. A cento metri di altezza dalla superficie terrestre, le onde sonore si diffondevano in cerchi. Un orecchio allenato avrebbe potuto sentirle, seppure debolmente, anche dal punto più alto dello Château che, come un castello delle fiabe, aveva una torre abitabile col tetto a spioventi. Al di sopra del tetto, il suono cominciava a disperdersi. Dopo un centinaio di metri si era già mescolato con moltissime altre onde sonore e più andava verso l'alto, più diventava debole. Un chilometro al di sopra della superficie terrestre, si sentivano ancora il rombo dei motori, lo scoppiettante rumore di piccoli aerei a elica e i rintocchi della campana della chiesa presbiteriana nel villaggio di Whistler, normalmente pieno di turisti, ma ormai entrato a far parte della zona vietata. Il crepitio degli elicotteri militari, che costituivano il collegamento principale col mondo esterno, s'indeboliva solo a duemila metri.
Da quell'altezza, si godeva di una vista mozzafiato sull'hotel, così bello che pareva una costruzione da sogno, maestoso in mezzo alla foresta. Sulle montagne, invece, si vedevano zone splendenti di neve e attraversate da solchi.
Là sparivano anche gli ultimi rumori provenienti dalla Terra.