«Lei è in pieno delirio di onnipotenza! Lei ama la sua carriera!»
«E la mia patria!» gridò Judith Li. «E lei a che cosa crede? Io so in cosa credo. Solo gli Stati Uniti d'America riusciranno a salvare il mondo…»
«E a stabilire una volta per tutte quali sono i ruoli, vero?»
«E allora? Il mondo vuole sempre che gli Stati Uniti facciano il lavoro sporco, e lo stiamo facendo anche adesso! Ed è giusto così! Non possiamo permettere che il mondo condivida il sapere degli yrr, quindi dobbiamo distruggerli e preservare quel sapere. Così saremo definitivamente noi a guidare la storia di questo pianeta e nessun dittatore, nessun regime che non ci sia amico potrà mettere in discussione questa egemonia.»
«Lei intende annientare l'umanità.»
Judith Li digrignò i denti. «Oh, voi scienziati vi riempite la bocca con argomenti simili. Non avete mai creduto che questo nemico si potesse sconfiggere e neppure che il suo annientamento arrivasse a risolvere i nostri problemi. Ve la fate sotto, piagnucolate all'idea che l'estinzione degli yrr possa distruggere l'ecosistema del pianeta. Ma gli yrr lo stanno già distruggendo! Crede che non sia il caso di mettere in conto qualche danno all'ambiente se, in compenso, torniamo a essere la specie dominante del pianeta?»
«Lei è l'unica che vuole dominare. Ed è una povera pazza. Come crede di dominare i vermi e impedire che…»
«Prima avveleniamo gli uni, poi gli altri. Quando non avremo più gli yrr tra i piedi, il campo sarà libero.»
«Lei avvelena l'umanità.»
«Sa una cosa, Sigur? Ridurre il numero degli esseri umani può avere anche i suoi vantaggi. A dire la verità, il pianeta potrebbe trarre profitto dal diventare più… spazioso.» Socchiuse le palpebre. «E ora si tolga dai piedi.»
Johanson non si mosse. Si tenne stretto al cavo e scosse la testa. «Il batiscafo non è utilizzabile», affermò.
«Non ci credo.»
«Allora non le resta che correre il rischio.»
Judith annuì. «Lo farò.»
Sollevò la pistola e sparò. Johanson cercò di scansarsi, ma sentì la pallottola penetrare nello sterno. Un'ondata di freddo e di dolore lo investì.
Quella stronza aveva sparato.
Le sue dita si staccarono dal cavo, una alla volta. Barcollò, cercò di dire qualcosa, si girò e cadde bocconi nella cabina tubolare del pilota.
Elevatore esterno
Nel momento in cui vide saltare Samantha, Anawak dubitò che sarebbe andata bene: lei scalciava in aria, ma si era gettata troppo a sinistra. Anawak si lanciò all'indietro, spostandosi contemporaneamente di lato, allargò le braccia e sperò che l'impatto non li spedisse entrambi in mare.
Benché fosse minuta, Samantha lo colpì con la forza di un autobus in corsa.
Anawak cadde sulla schiena, con Samantha sopra. Scivolarono sul piano inclinato, strillando. Lui cercò di spingere i tacchi contro il pavimento, ma la sua testa sbatté contro l'asfalto. Era la seconda volta in quel giorno che faceva un'esperienza sgradevole sull'elevatore, e sperava intensamente che fosse l'ultima.
Si fermarono appena prima del bordo.
Samantha lo fissò. «Tutto bene?» gli chiese con un filo di voce.
«Mai stato meglio.»
Lei si staccò da Anawak, cercò di alzarsi, ma ricadde. «Non ce la faccio.»
Anawak saltò in piedi. «Che c'è?»
«Il mio piede. Il destro.»
Anawak s'inginocchiò e le toccò la caviglia.
Samantha gemette. «Credo sia rotta.»
Lui si bloccò. La nave si era forse inclinata ancora?
La piattaforma scricchiolò.
«Mettimi un braccio intorno alle spalle.» Aiutò Samantha a rialzarsi. Appoggiandosi a lui sarebbe riuscita a procedere su una gamba sola. Faticosamente, raggiunsero l'interno dell'hangar. Non si vedeva a una spanna dal naso e oltretutto il pavimento era diventato molto ripido.
Fu allora che sentì la rabbia crescere dentro di lui.
Quello era il mar di Groenlandia. L'estremo nord. E lui proveniva dall'estremo nord. Era un inuk. Un inuk al cento per cento! Era nato nell'Artico e apparteneva a quelle zone. Ma di certo non sarebbe morto lì e neppure sarebbe morta Samantha. «Forza», la incitò. «Avanti.»
Deepflight 3
Judith Li corse al pannello di controllo.
Fece risalire un po' il Deepflight e lo spostò lungo il molo finché non fu esattamente sopra di lei. Vide i due vani vuoti. I siluri perforanti erano infilati nei loro supporti, mentre i due siluri più piccoli erano stati tolti per far spazio ai tubi pieni di veleno. Perfetto! Il Deepflight disponeva ancora di un considerevole armamento.