Charlie rallentò e mise la freccia. Guardò Constance che gli rispose con un sorriso e uno sguardo che sembrava dire: "Ero sicura che sapevi dov’era un buon ristorante". Parcheggiò e scesero davanti a un locale su cui campeggiava la scritta LA ZUPPA DI MOLLUSCHI DI RAY E ALTRE PRELIBATEZZE. Charlie respirò profondamente l’aria di mare fresca e velata di foschia. A casa loro ci dovevano essere almeno trentasetle gradi, pensò con soddisfazione.
Il ristorante era piuttosto piccolo, e oltre alla sala principale comprendeva altri due ambienti con séparé. Si sedettero in uno dei séparé che si affacciavano sul parcheggio, consultarono il menù e d’un tratto Beth esclamò: «Oh, sì, ecco perché!»
«Prima ordiniamo» disse Charlie con decisione. «Voi due potete pure scegliere tra le altre prelibatezze, io prenderò una zuppa di molluschi.»
Ordinarono tutti e tre la zuppa e appena il cameriere si fu allontanato Beth disse: «Se mi accusa di assassinio non posso più ereditare nulla. Le azioni ritornano comunque alla società ma lui e sua madre ne ereditano la proprietà. Saranno loro i beneficiari delle azioni. Farà firmare a Maddie un piano di pagamento differito che anche lui accetterà, e la società non dovrà sborsare milioni di dollari per pagare le azioni di Gary. La società inoltre non verrà sospettata di aver inventato un computer pazzo che uccide la gente.» Beth annuì. «È questo il suo movente.»
«La società è veramente senza un soldo?» domandò Charlie.
«Praticamente sì. Come dicono loro, c’è stato un flusso di cassa. Immagino vi sia un fondo gestionale, del denaro a credito per ordinazioni inevase o cose simili, ma nulla più di questo. Gary ha speso per Smart House ogni centesimo su cui ha potuto mettere le mani. Se riusciranno a dimostrare che il computer di Smart House non c’entra niente, naturalmente per loro sarà come aver trovato una miniera d’oro. Dio solo sa quanto guadagneranno quando cominceranno a vendere i programmi avanzati, i sistemi informatici e tutto quello che ha a che fare con Smart House.»
Charlie la studiava con attenzione. «Se l’assassino è un uomo, mi sembra che si sia dato la zappa sui piedi da solo attirando i sospetti sul computer. Siete tutti coinvolti nella società, anche se lei quando ne parla si riferisce solo a "loro".»
Beth arrossì e abbassò la testa. «Credo di aver sempre pensato alla società come se non fosse stata una cosa che mi riguardava veramente» mormorò. «Era sempre qualcosa che riguardava Gary e loro, non me.»
«Per quanto tempo siete stati sposati?» le domandò Constance; e Charlie, sebbene quella non fosse il genere di domanda che avrebbe posto in quel momento, si appoggiò allo schienale per vedere dove voleva arrivare.
«Dieci anni» rispose Beth a bassa voce.
«Eravate due bambini» replicò Constance a voce altrettanto bassa e con un tono particolarmente comprensivo.
«Sì. Ci siamo conosciuti a diciannove anni. Gary stava già finendo il dottorato di ricerca ed era molto timido, aveva un’aria così buffa e goffa. Non aveva avuto ragazze prima di me, ma nemmeno io avevo avuto una gran vita sociale prima di incontrarlo. In un certo senso anch’io ero timida e avevo un aspetto buffo e goffo. Eravamo diversi dagli altri ragazzi e forse per questo riuscimmo ad andare d’accordo. Nessuno capiva cosa avessimo trovato l’uno nell’altro e adesso anch’io me lo chiedo, ma allora… In tutti quegli anni, in particolare per i primi sette, ho fatto esattamente tutto quello che ha voluto lui. Era un gran lavoratore, determinato a lasciare un segno nel mondo dell’informatica, era pieno di idee, alcune folli, altre semplicemente meravigliose. E un segno l’ha lasciato davvero. Voleva progettare dei nuovi computer e mettere a punto un pacchetto con mezza dozzina di software totalmente compatibili che occupavano una minima parte di memoria. Gary è riuscito a realizzare anche questo.»
Il cameriere arrivò con le zuppe. Il suo evidente apprezzamento nei confronti di Beth risultava stranamente rassicurante. Era giovane, probabilmente più giovane di Beth, eppure la trovava interessante. Beth però non si accorse di nulla. Constance la osservò mangiare qualche boccone poi, non appena sembrò perdere interesse nel cibo, le chiese: «Lavorava con lui sui computer a quel livello? Ha la mia completa ammirazione per questo. Le uniche cose che so dei computer è che si attacca la spina, si inserisce un programma e si spera che tutto vada per il meglio.»
Beth rise educatamente. «A dire il vero ho lavorato per lui solo i primi anni. In quel periodo mi sono laureata, e quattro anni fa gli ho detto che volevo ritornare a studiare per specializzarmi in letteratura inglese. Il primo anno in cui sono tornata all’università ho continuato a lavorare con lui, ma era troppo faticoso e pian piano ho lasciato perdere. Tre anni fa mi sono trasferita a Berkeley in un appartamento, e da quel momento ho visto Gary molto poco. Non so quanta strada abbia fatto in quel periodo, ma direi parecchia.»