«Gary ha avuto da ridire riguardo alla sua scelta?» domandò Charlie. «Ha dovuto affrontare delle discussioni per lasciarlo e tornare all’università?»
Beth spinse il cucchiaio intorno al piatto con un dito e scosse la testa. «Non abbiamo mai litigato» rispose. «Mai. All’inizio mi disse che tornare all’università era una buona idea e in seguito mi confermò che comunque non aveva tempo per me, non in quel periodo. Era completamente assorbito dal lavoro per Smart House. Naturalmente acconsentì ad aiutarmi finanziariamente, finché i soldi non cominciarono a scarseggiare. Non siamo mai stati separati nel modo in cui la gente pensava che fossimo. Semplicemente non stavamo insieme. Fino alla fine ha creduto che un giorno mi sarei stufata di lavorare per mantenermi e sarei ritornata.»
«E lei? Lo pensava anche lei?» le domandò Charlie senza riuscire a nascondere lo sconcerto che quella donna gli procurava. Non si rendeva conto che era una gran bella donna, peraltro dannatamente intelligente?
Beth lo guardò candidamente e sospirò. «Non lo so. Probabilmente alla fine sarei tornata da lui se avesse insistito molto. Una volta aveva detto che si poteva far fare qualsiasi cosa si volesse ai computer, il trucco consisteva nel trovare il linguaggio giusto, il metodo appropriato e la corretta sequenza dei comandi per comunicare loro cosa si desiderava. Gary era convinto che questo valesse anche per le persone. E aveva ragione, quantomeno riguardo alle persone. Facevano sempre esattamente quello che voleva lui, sempre.»
Charlie scosse la testa guardandola con un’espressione seria. «Per uno dei due non è stato così, Beth. Alla fine o un computer o una persona non hanno fatto esattamente quello che Gary voleva.»
6
«Come dolce c’è una torta di
Beth guardò Constance come per cercare aiuto, ma ricevette solo un sorriso d’incoraggiamento. Questo significava che si fidavano di lei o che la stavano mettendo alla prova? Sentì aumentare la confusione che provava e scosse la testa, ma Charlie stava facendo segno al cameriere di avvicinarsi mentre Constance non la guardava affatto. Congedato il cameriere, Charlie si voltò verso Beth ansioso di ascoltarla.
«Cominciamo dal fratello, Bruce» le suggerì vedendo che esitava a parlare.
«In Bruce» disse Beth dopo una pausa «sembra che genio e follia vadano di pari passo, ma è tutta una finzione. Gary non era pazzo» si affrettò a precisare senza sapere perché lo stesse difendendo anche adesso. In preda alla confusione si fermò, poi aggiunse prudentemente: «Non si rendeva conto di quello che ci faceva… che faceva a loro.» Dovette fermarsi nuovamente perché nemmeno questo era esatto. Charlie emise un vago brontolio e Constance si limitò ad aspettare. Beth provò a spiegarsi. «Le sue priorità erano diverse» disse infine. «Tutto ciò che aveva a che fare con problemi, rompicapi, giochi e ogni aspetto intellettuale aveva la precedenza, mentre le persone venivano dopo.» Rifletté un secondo poi annuì. «Vedete, non è che ignorasse le persone, piuttosto non rappresentavano una priorità per lui. Una volta» si affrettò a dire, domandandosi nuovamente perché si desse tanto la pena di far comprendere a Charlie e Constance com’era Gary, dal momento che non aveva più alcuna importanza «quando Jake era ancora sposato, la moglie gli diede un ultimatum. Poteva continuare a lavorare per sempre diciotto ore al giorno o poteva restare sposato con lei, le due cose insieme non erano compatibili. Gary capì perfettamente cosa stava accadendo e diede a Jake anche più lavoro. Volle metterlo alla prova pur rendendosi perfettamente conto delle conseguenze che questo avrebbe avuto, del costo che Jake e sua moglie avrebbero dovuto pagare. Quello per lui era un altro problema, niente di più. Aveva una buona comprensione dei meccanismi umani, ma li valutava con un metro tutto suo.»
Il cameriere portò il caffè e rimasero in silenzio finché non si fu allontanato. A quel punto Charlie disse: «Harry.»
Beth chiuse ripetutamente gli occhi e cercò di radunare i pensieri, di inquadrare Harry. «È sempre in tensione» disse lentamente. «È come se avesse avuto la visione di qualcosa che aveva sempre giudicato irraggiungibile, e all’improvviso si fosse convinto di poterci arrivare. Come la vetta di una montagna» aggiunse, e guardò alternativamente Charlie e Constance. «Dovete sapere che Harry è uno scalatore. Scala le montagne in maniera quasi ossessiva.» Charlie annuì. «A volte ho l’impressione che stia sempre scalando una montagna anche se ha i piedi per terra. Non vorrei mai trovarmi sulla sua strada, non esiterebbe a togliermi di mezzo, e se dovessi finire a terra, pazienza.»
«Anche Gary?»