Decise di tenere un diario, per registrarvi, ogni giorno, un resoconto fedele e spietato delle molte manovre nelle quali era impegolato. Avrebbe cominciato con il suo conflitto privato con Fred e con gli interessi che Fred rappresentava, avrebbe proseguito con l'episodio del siero dell'immortalità di Lamarre, e avrebbe incluso un rapporto dettagliato sui problemi dei progetti sussidiari, quello di Nuova Terra e quello della squadra per il "terraforming" di Venere capeggiata da Lang.
Questo gli diede una nuova idea. Allungò la mano verso il suo dittafono, e dettò un memorandum conciso e confidenziale diretto al vicedirettore Eglin, con la richiesta di organizzare una missione d'inchiesta nel più breve tempo possibile. Scopo: andare su Venere e mettersi in contatto con Lang. Il gruppo del "terraforming" avrebbe dovuto fare rapporto già da due settimane. Non poteva continuare a ignorare la situazione che cominciava a presentarsi francamente allarmante.
L'implacabile intercom cominciò a ronzare lamentosamente, e Walton capì che c'era qualcosa di brutto in vista.
— Che succede, Sellors? Non è riuscito a rintracciare Lamarre?
— No, signore — disse il capo della sicurezza. — Ma c'è stato un nuovo sviluppo della situazione, signor Walton. Uno sviluppo molto serio. "Molto", molto serio, signore.
Walton era pronto a tutto… a sentire un bollettino nel quale veniva annunciata formalmente la fine dell'universo per le tredici precise, magari.
— Be', mi dica di che si tratta — disse seccamente. Sellors pareva sul punto di morire d'infarto per la vergogna.
Disse, in tono esitante: — Uno dei tecnici del servizio di comunicazione stava compiendo un controllo di routine nei circuiti dell'edificio, signor Walton. Ha scoperto un contatto che pareva fuori posto, così ha controllato bene e ha scoperto che il circuito corrispondente era stato installato da poco.
— Bene?
— Era un circuito spia collegato con il suo ufficio, signore — disse Sellors, parlando tutto d'un fiato. — Questa mattina qualcuno ha ascoltato tutto quello che lei diceva nel suo ufficio, signore.
Walton strinse con forza i braccioli della poltrona, e aspettò un momento.
— Mi sta per caso dicendo che la sezione è stata tanto cieca da permettere a qualcuno di installare un impianto-spia proprio nel "mio" ufficio? — domandò. — Dove terminava questo circuito? E adesso è staccato?
— L'hanno staccato nel momento stesso in cui l'hanno scoperto, signore. Terminava nella toilette degli uomini del ventiseiesimo piano.
— E da quanto tempo era in funzione?
— Per lo meno da questa notte, signore. Quelli delle comunicazioni mi assicurano che non poteva esserci prima di ieri pomeriggio, perché allora hanno eseguito un controllo generale e non hanno scoperto niente.
Walton grugnì.
Era un misero conforto sapere che aveva avuto la sua "privacy" sino alla sera precedente; se le persone sbagliate avevano ascoltato la sua conversazione con McLeod, ci sarebbero stati dei guai, e non di piccola entità. Questo era sicuro.
— Va bene, Sellors. Questa faccenda non sarà forse colpa sua, ma tenga gli occhi aperti, in futuro. E dica a quelli delle comunicazioni che il mio ufficio deve essere controllato d'ora in poi due volte al giorno, in vista di questi pericoli, alle nove e alle tredici.
— Sissignore. — Sellors appariva enormemente sollevato dalle sue parole.
— E cominci a interrogare tutti i tecnici. Scopra il responsabile di questa faccenda, e lo chiuda in camera di sicurezza. E mi trovi Lamarre!
— Farò del mio meglio, signor Walton.
Mentre lo schermo si spegneva, Walton annotò un memorandum personale: "Fare indagini su Sellors". Fino a quel momento, come capo della sicurezza, Sellors aveva permesso a un assassino di raggiungere FitzMaugham, aveva permesso a Prior di entrare nell'ufficio di Walton, prima della promozione, aveva permesso a Fred di mascherarsi da fabbro per tutto il tempo sufficiente a penetrare negli archivi segreti di Walton, e se ne era rimasto con le mani in mano mentre Lee Percy era riuscito a inserirsi nelle comunicazioni private di Walton, e qualche tecnico non identificato aveva installato un apparecchio-spia proprio nell'ufficio del direttore, che in teoria avrebbe dovuto essere una specie di sacrario.
Nessun capo della sicurezza avrebbe potuto essere incompetente fino a quel punto. Doveva trattarsi di una campagna preordinata, organizzata dall'esterno.
Chiamò Eglin.
— Olaf, hai ricevuto il mio messaggio sulle indagini riguardanti la missione venusiana?
— È arrivato pochi istanti fa. Preparerò tutto per stasera.
— All'inferno — disse Walton. — Pianta tutto il resto e manda "subito" l'astronave. Devo sapere cosa stanno facendo Lang e i suoi uomini, e lo devo sapere subito. Se non riusciamo a produrre come prestigiatori un pianeta Venere abitabile ai terrestri, o per lo meno se non riusciamo a ventilarne la possibilità entro un paio di giorni, saremo fritti.
— Perché? Che succede?
— Vedrai. Tieni d'occhio i giornali. Scommetto che la prossima edizione del