Il sole aveva fatto capolino fra le nuvole un’ora prima: la foresta era grigia anziché nera. Verso l’una Seth era sprofondato nel sonno, rannicchiato in un angolo, e all’alba lo avevo svegliato per darmi il cambio. Nonostante avessi corso tutta la notte, era stata un’impresa far tacere il mio cervello: non sarei mai riuscito ad addormentarmi se non mi avesse concesso un po’ di tregua. Per fortuna la corsa cadenzata di Seth mi aveva dato una mano. Uno, due-tre, quattro, uno, due-tre, quattro, ta, ta-ta, ta
: lo scalpiccio sordo e ininterrotto delle sue zampe sulla terra umida mentre percorreva il circuito che delimitava la proprietà dei Cullen. A forza di andare su e giù, avevamo già tracciato un nuovo sentiero. Seth aveva la testa sgombra: i suoi pensieri non erano altro che macchie indistinte di verde e grigio, le immagini della boscaglia che gli sfilava accanto. Infarcirmi la testa di ciò che vedeva lui mi aiutò e impedì alle mie visioni di guadagnare il centro della scena.E a un tratto, l’ululato lancinante di Seth squarciò la quiete del mattino.
Mi alzai di scatto. Le mie zampe anteriori si lanciarono nella corsa ancora prima che quelle posteriori si fossero sollevate da terra. Mi affrettai a raggiungere il punto in cui Seth era rimasto pietrificato e restai ad ascoltare assieme a lui il rumore delle zampe che avanzavano, di corsa, verso di noi.
Buongiorno, ragazzi.
Seth si lasciò sfuggire un guaito sbigottito. E non appena entrambi riuscimmo a decifrare con maggiore chiarezza quei nuovi pensieri, ringhiammo.
Oddio! Vattene, Leah!
, ruggì Seth,Mi fermai appena raggiunsi Seth che, il capo reclinato all’indietro, stava per lanciare un altro ululato, di fastidio anziché di paura.
Piantala di fare caciara, Seth.
Va bene. Uffa! Uffa! Uffa!
Uggiolò e prese a dare zampate per terra, scavando solchi profondi.Leah si avvicinava a passo sostenuto: nel sottobosco s’intravedeva già la sua sagoma.
Smettila di guaire, Seth. Sei proprio un bamboccio!
Emisi un grugnito, le orecchie appiattite sul cranio. Leah indietreggiò meccanicamente di un passo.
Cosa credi di fare, Leah?
Sbuffò. Mi pare abbastanza ovvio, no? Mi unisco al branco degli sporchi ribelli. Ai cani da guardia dei vampiri.
Latrò piano, sarcastica.Invece no. Ora tu torni indietro, prima che ti strappi i tendini a morsi.
Pensi di potermi acchiappare?
Con un ghigno si mise in posizione. Ti va di fare una gara, impavido capo?Feci un respiro profondo, riempiendomi i polmoni fino a che non mi si gonfiarono i fianchi. Poi, quando fui certo che non avrei urlato, sbuffai con foga.
Seth, va’ a dire ai Cullen che è solo quella stupida di tua sorella.
Pensai questo nel tono più aspro che potevo. Me ne occupo io.Subito!
Seth fu felice di obbedire. Sparì in un lampo diretto verso la casa.Leah uggiolò. Si tese verso di lui con il pelo ritto. Lo mandi dai vampiri da solo?
Sono quasi sicuro che preferisca che gli facciano la festa piuttosto che passare un altro minuto con te.
Sta’ zitto, Jacob. Ops, scusa... Volevo dire, sta’ zitto, eccelso alfa.
Che cavolo sei venuta a fare qui?
Pensi che possa starmene a casa come se niente fosse mentre mio fratello si immola volontario come osso per i vampiri?
Seth non vuole la tua protezione e non ne ha nemmeno bisogno. A dire il vero, qui non sei gradita.
Oh! Ahi ahi, questo sì che mi fa male, molto male!
, latrò. Dimmi se c’è qualcuno che mi gradisce e me ne vado.Quindi non ha niente a che vedere con Seth, giusto?
Certo che sì. Sto solo mettendo in chiaro che essere gradita non è la mia priorità. Diciamo che non è esattamente il mio elemento motivante, non so se mi spiego.
Digrignai i denti e cercai di raddrizzare la testa.
Ti ha mandata Sam?