Stone, la cui vita era determinata dal desiderio di arrivare primo, aveva preparato una perizia, forzato i tempi per lo sviluppo del prototipo e consigliato la costruzione. La Statoil lo aveva assecondato. D'improvviso, il suo spazio d'azione e il suo credito erano aumentati enormemente. Lui curava in modo esemplare i contatti con le società incaricate dello sviluppo del progetto e otteneva la precedenza assoluta per i desideri e le esigenze della Statoil. Ma era sempre perfettamente consapevole di camminare sul filo del rasoio. Finché non ci fossero state critiche sull'attività del colosso industriale, il consiglio di amministrazione avrebbe visto Stone come un vero conquistatore. Tuttavia, se si fossero dovuti presentare all'opinione pubblica per spiegare situazioni di emergenza, senza dubbio l'avrebbero mollato. L'uomo migliore era sempre il miglior capro espiatorio. Stone sapeva che doveva riuscire a ottenere un posto nel consiglio di amministrazione prima che a qualcuno venisse in mente di sacrificarlo. Bastava che il suo nome fosse collegato una volta soltanto alle idee d'innovazione e di profitto e tutte le porte si sarebbero spalancate. A lui sarebbe bastato scegliere in quale compiacersi di entrare.
Almeno aveva immaginato la faccenda in questi termini.
E adesso stava su quella maledetta nave.
Non sapeva con chi prendersela: con Skaugen che l'aveva tradito o con se stesso? Non rientrava tutto nelle regole del gioco che ben conosceva? Perché si agitava? Era accaduto. Lo scenario peggiore era diventato realtà. Tutti si mettevano al sicuro. Skaugen sapeva che prima o poi i disastrosi avvenimenti sulla scarpata continentale sarebbero arrivati all'opinione pubblica. Se non si voleva rischiare di fare una pessima figura, nessuno poteva rimanere in silenzio ancora a lungo. Il sondaggio fatto dalla Statoil tra le altre industrie petrolifere aveva avviato un processo che non si poteva più fermare. Tutti erano sotto pressione. Con la minaccia di una catastrofe ambientale, gli accordi segreti non erano più possibili. Ormai si trattava unicamente di vedere chi, in quella situazione, se la sarebbe cavata con un'elegante virata e chi sarebbe stato abbattuto.
Stone schiumava di rabbia. Skaugen che recitava la parte della brava persona gli faceva venire il vomito. Finn Skaugen era il peggiore di tutti. Il suo gioco era di gran lunga più perfido di quello che lui avrebbe potuto concepire, anche nel suo momento più nero. Che cos'era successo? Naturalmente Stone aveva agito con ampi margini di manovra, ma perché aveva potuto farlo? Perché gli avevano concesso quegli spazi! Pazzesco! E lui non li aveva neppure sfruttati appieno. Un verme sconosciuto, e allora? Ovviamente aveva «dimenticato» quella perizia idiota. Nessun verme aveva mai rappresentato un pericolo per i viaggi via mare e per le piattaforme di produzione. Migliaia di navi passavano ogni giorno in mezzo a minuscoli esseri viventi. Restavano forse in porto a causa di una nuova specie di granchio? Di nuove specie se ne scoprivano in continuazione.
Poi c'era la faccenda degli idrati. Da morire dal ridere. Le fuoriuscite di gas erano sotto controllo. Ma cosa sarebbe successo se avesse divulgato quelle perizie? Maledetti burocrati, che razzolavano in tutto ciò che doveva essere servito caldo finché non lo trasformavano in una poltiglia fredda. Avrebbero ritardato la costruzione, senza motivo, assolutamente senza motivo.
Ma gliel'avrebbe fatta vedere lui. Clifford Stone non era ancora liquidato. Qualunque cosa fosse successa alla stazione, lui l'avrebbe scoperto e l'avrebbe rimessa a posto. Soltanto allora si sarebbe visto chi aveva fatto le scarpe all'altro.
Lui sarebbe andato sino in fondo.
Personalmente!