Sopra di lui si stendeva il profilo del martello. La larghezza della testa dello squalo misurava oltre un quarto della lunghezza del corpo, dunque le due bombature laterali erano molto distanti. Bohrmann vedeva solo il bordo, non gli occhi e le narici. Cominciò a colpirlo con la console, ma sembrava che lo squalo non se ne accorgesse neppure. Poi l'animale lo spinse verso il limite della luce. Se fossero andati oltre, Bohrmann non sarebbe più riuscito a vederlo.
Non poteva permettersi di lasciare la zona di luce.
La rabbia di Bohrmann crebbe ancora. Sollevò il braccio sinistro, che si trovava nelle fauci, e colpì il palato dell'animale. In effetti, in un certo senso, poteva dirsi fortunato, perché lo squalo aveva aggredito il suo fianco sinistro per intero e non soltanto un braccio o una gamba. In quel caso, lui sarebbe stato ormai spacciato, come Frost; la parte centrale della corazza, invece, non aveva punti deboli come gli anelli di giuntura. Insomma era troppo grande e massiccio per essere divorato, anche per quel colosso. E sembrava averlo capito anche l'animale, che scosse la testa con forza ancora maggiore. Bohrmann era sul punto di perdere i sensi. Probabilmente aveva già diverse costole rotte, ma, più l'animale lo scuoteva, più cresceva la sua rabbia.
Piegò all'indietro il braccio destro e colpì più volte con la console la testa a forma di martello…
Improvvisamente fu libero.
Lo squalo lo aveva sputato. Evidentemente Bohrmann aveva colpito un punto sensibile, un occhio o una narice. Il corpo gigantesco si abbassò velocemente, passandogli di fianco e lo scagliò contro le rocce. Per un istante, sembrò davvero che lo squalo stesse fuggendo. Bohrmann rifletté febbrilmente su come sfruttare la situazione. Non s'illudeva di poter tentare la risalita verso l'
Non poteva permettersi di perderlo, a nessun costo.
Lo squalo era scomparso nell'oscurità. Poi riapparve, un po' discosto. Un'ombra blu.
Bohrmann guardò la parete.
Là c'era la grotta!
L'enorme pesce martello rimaneva a una certa distanza. Al di sotto dell'isola luminosa, gli altri due squali ancora impegnati coi resti di Frost e stavano finendo al di fuori della zona illuminata. Bohrmann si chiese quando avrebbero lasciato quel corpo maciullato per avventarsi contro di lui. Un attimo dopo, smise di chiederselo. Nella penombra, lo squalo più grande aveva fatto una virata sorprendentemente veloce e stava tornando indietro.
Bohrmann s'infilò nella fenditura.
Era stretta. La tuta con le bombole lo ostacolava, ma riuscì a entrare, benché le sue braccia fossero strette come in una morsa. Cercò di spingersi all'interno, ma lo squalo era già su di lui.
La testa del martello sbatté contro i bordi della roccia. L'animale rimbalzò all'indietro. Aveva una testa troppo larga per entrare. Nuotava in un cerchio così stretto che sembrava quasi inseguire la propria coda, poi attaccò un'altra volta.
Dall'ingresso della fenditura si staccarono pezzi di lava, formando una nuvola che offuscò la visuale. Bohrmann premette ancora di più le braccia contro il corpo. Non aveva idea di quanto fosse profonda quell'apertura. Fuori, lo squalo stava infuriando contro la roccia, creando vortici di sedimenti e schegge. La nuvola circondò anche Bohrmann. La luce blu che arrivava anche lì dentro sparì quasi completamente.
«Dottor Bohrmann?» Era la voce di van Maarten, molto debole. «Bohrmann, per l'amor del cielo, risponda!»
«Sono qui.»
Van Maarten emise un rumore, forse un sospiro di sollievo. Si capiva poco in mezzo al frastuono provocato dallo squalo. Sott'acqua, il rumore era completamente diverso che in superficie, un cupo miscuglio cavernoso di tutte le possibili vibrazioni. Bohrmann cominciò a tremare e improvvisamente l'assalto cessò. Era schiacciato nella fessura, avvolto dalla nebbia di particelle. La luce dell'isola s'intravedeva appena. «Sono infilato in una fessura rocciosa», disse.
«Mandiamo giù i robot», disse van Maarten. «E due uomini. Abbiamo ancora due tute.»
«Se lo scordi. Il POD non funziona.»
«Lo so. Abbiamo visto che cos'è successo a Frost…» A van Maarten mancò la voce. «Gli uomini verranno lo stesso, hanno arpioni con cariche esplosive e…»
«Cariche esplosive? Che idea fantastica!» sibilò Bohrmann, caustico.
«Frost era convinto che non vi sarebbero serviti.»
«No. Certo che no.»
«Il POD ha sempre funzionato…»
Qualcosa colpì frontalmente Bohrmann e lo premette con forza dentro la fenditura. Ne fu talmente sorpreso che si dimenticò di gridare. Nella vaga luce torbida scorse il martello. Lo squalo si era girato su un fianco e stava colpendo l'uomo tenendo il martello in verticale. Inoltre stava cercando di entrare nella grotta.