FRA’ TIMOTEO – Io non so chi `e stato truffato. Questo cattivo di Ligurio all’inizio mi ha raccontato quella prima storia, per tentarmi. Se non l’avessi accetata, non mi avrebbe raccontato la seconda storia che era vera. Certamente, non voleva rivelare i loro segreti inutilmente. S`i, mi hanno ingannato, per`o posso trarne anche dei vantaggi. Messer Nicia e Callimaco sono ricchi, e da ciascuno posso ricevere molti soldi, tenendo conto della semplicit`a di Nicia e dell’affare di Callimaco. Senza dubbi, la cosa deve essere tenuta in segreto. Ma anche per loro `e importante non raccontare a nessuno di questa truffa. Sia come si voglia
[54], io non me ne pento. `E ben vero che ho qualche dubbio. Possono emergere dificolt`a perch'e madonna Lucrezia `e saggia e buona: ma io la coinvolger`o in sulla bont`a. E tutte le donne hanno alla fine poco cervello; e se una donna sa dire due parole, gi`a `e considerata intelligente. Come si dice, in una terra di ciechi chi ha un occhio `e signore.Lucrezia (
LUCREZIA – Ho sempre avuto paura che la voglia di messer Nicia di avere figli, ci potesse portare a qualche errore
[55]; e per questo, quando lui mi proponeva qualcosa, ero sempre sospettosa, soprattutto dopo quel caso quando andavo in chiesa ogni mattina e un frate ha comiciato a corrermi dietro. Ma di tutte le cose che abbiamo provato a fare, questa mi pare la pi`u strana. Non posso nemmeno pensare a sottomettere il mio corpo a questo vituperio, in pi`u causare la morte dell’uomo che mi vituperer`a. Perch'e io non credo che mi sia permesso fare cos`i. Anche se fossi l’unica donna rimasta al mondo che deve fare risorgere tutta l’umana famiglia, nemmeno in questo caso lo farei.Fra’ Timoteo, Lucrezia
FRA’ TIMOTEO – Benvenuta. Io so quello che Lei vuole sentire da me, perch'e messer Nicia me ne ha parlato. A dire il vero, io sono stato sui libri pi`u di due ore a studiare questo caso, e, dopo molti studi, ho scoperto molti argomenti che, ed in particolare ed in generale, possono fare al caso nostro. Lucrezia – Padre, Lei dice la verit`a o ride?
FRA’ TIMOTEO – Ah, madonna Lucrezia! Non sono cose da ridere. Ma lei mi conosce da molto tempo!
LUCREZIA – Padre, no; ma questa mi pare la pi`u strana cosa che ho mai sentito.
FRA’ TIMOTEO – Madonna, La capisco, ma io non voglio che Lei dica pi`u cos`i. Ci sono molte cose che da lontano sembrano terribili, insopportabili, strane, ma dopo, quando ti avvicini diventano umane, sopportabili, familiari. Si dice speso che sono maggiori gli spaventi che i mali: e questa `e una di quelle cose.
LUCREZIA – Se Dio vuole!
FRA’ TIMOTEO – Voglio tornare a quello che dicevo prima. Quanto alla coscienza, Lei deve seguire la regola che dice: dove c’`e un bene certo e un male incerto, non si deve mai lasciare quel bene per paura di quel male. Qui c’`e un bene certo, che Lei rester`a incinta, acquister`a un’anima a messer Domenedio; il male incerto `e che quello che andr`a a letto con lei, dopo la pozione, morir`a. Ma si trovano anche quelli che non muoiono! Ma perch'e la cosa `e vaga e non si sa mai, `e meglio che messer Nicia non corra quel pericolo. Quanto all’azione in s'e, che sia peccato, questo `e una favola, perch'e la volont`a `e quella che pecca, non il corpo. Un peccato vero e proprio `e dispiacere al marito. Lei invece lo compiace. Poi, `e un peccato trovare piacere in quel vituperio, ma lei gi`a soffre e quindi non pecca. Oltre a questo, lo scopo `e pi`u importante di tutto il resto: il Suo scopo `e di riempiere una sedia in paradiso, e di accontentare Suo marito. Dice la Bibbia che le figlie di Lot, credendo essere rimaste sole nel mondo, sono andate a letto col proprio padre; e, perch'e la loro intenzione era buona, non hanno peccato.
LUCREZIA – Di che cosa mi persuade?
FRA’ TIMOTEO – Giuro sul mio cuore consacrato, non `e un gran peccato. Se lei cede al desiderio di Suo marito far`a un peccato come, per esempio, se mangia la carne il mercoled`i che `e un peccato che se ne va con l’acqua benedetta Si lasci persuadere. Deve anche rendersi conto che una donna, che non ha figli, non ha casa: quando muore il marito, resta come una bestia, abbandonata da tutti.
LUCREZIA – A che cosa mi conduce, padre?
FRA’ TIMOTEO – La conduco a una cosa per cui Lei sar`a sempre grata a me e pregher`a Dio per me; e tra un anno sar`a soddisfatta. Di che ha paura? Nella nostra citt`a ci sono almeno cinquanta donne che al tuo posto leverebbero le mani al cielo.
LUCREZIA – Va be’, sono d’accordo: ma non so se sar`o viva domattina.
FRA’ TIMOTEO – Non dubitare, figlia mia: io pregher`o Iddio per te, io dir`o la preghiera dell’Angelo Raffaello, che ti accompagni. Vada serena e in pace, e si prepari a questo mistero.