— Stanno succedendo parecchie cose che io non capisco, ed è qui che tu puoi aiutarmi. Sospetto che Morgan stia portando avanti una battaglia su diversi fronti. Ha in mente di annunciare tutto al mondo in un futuro molto prossimo, ma non vuole esporsi prima di essere sicuro. Mi ha lasciato questa registrazione con la promessa che non fosse divulgata al pubblico. È per questo che ho dovuto far venire qui tutti e due.
— È al corrente del nostro incontro?
— Certo. Anzi, si è dimostrato molto felice quando gli ho detto che volevo parlare con te, Maxine. È chiaro che ti stima e che vorrebbe averti come alleata. E per quanto riguarda te, Paul, gli ho assicurato che sei in grado di tenere un segreto fino a un massimo di sei giorni senza che ti venga l'apoplessia.
— Solo se mi offrono un ottimo motivo.
— Comincio a vedere la luce — disse Maxine Duval. — Ci sono diverse cose che mi hanno lasciata perplesa, e adesso hanno un po' di senso. Primo, questo è un progetto "spaziale". Morgan è ingegnere capo della Divisione "Terra".
— E allora?
— Proprio tu vieni a chiedermelo, tu, Johan! Pensa alle battaglie burocratiche quando i disegnatori di missili e le industrie aerospaziali ne sentiranno parlare! Imperi di miliardi di dollari barcolleranno, tanto per cominciare. Se non agisce con la massima cautela, Morgan si sentirà dire: "Grazie tante. Adesso ci pensiamo noi. Lieti di avervi conosciuto".
— Ti capisco, ma è in una botte di ferro. Dopo tutto la torre orbitante è un edificio, non un veicolo.
— Ma non lo sarà più dopo essere passata in mano agli avvocati. Non esistono molti edifici i cui piani superiori viaggino a dieci chilometri al secondo, o quello che è, molto più in fretta delle fondamenta.
— Potresti aver ragione. Fra parentesi, quando ho sentito i sintomi della vertigine all'idea di una torre che arriva quasi alla Luna, il dottor Morgan ha detto: "Allora provate a immaginare che non sia una torre che va in su, ma che sia semplicemente un ponte proteso in fuori". Ci sto ancora provando, senza troppo successo.
— Oh! — esclamò improvvisamente Maxine Duval. — Ecco un altro pezzo del tuo puzzle. Il Ponte.
— Che vuoi dire?
— Lo sapevi che il presidente della Terran Construction, quell'asino presuntuoso del senatore Collins, voleva dare il suo nome al ponte di Gibilterra?
— No, e questo spiega diverse cose. Ma Collins non mi dispiace. Le poche volte che ci siamo incontrati l'ho trovato molto gentile e molto intelligente. Ai suoi tempi non ha fatto studi geotermici di prima qualità?
— Saranno passati cento anni. E tu non rappresenti certamente una minaccia per la sua reputazione. Con te può anche essere gentile.
— Come mai il Ponte è scampato al destino?
— C'è stata una lieve congiura di palazzo fra i dirigenti della Terran Construction. Naturalmente il dottor Morgan non c'entrava per niente.
— Ecco perché non vuole scoprire le sue carte! Lo ammiro sempre di più. Ma adesso è andato a sbattere contro un ostacolo che non riesce a superare. Lo ha scoperto solo pochi giorni fa, e tutto il suo lavoro si è fermato.
— Lasciami indovinare — disse Maxine. — Mi serve a tenermi in allenamento, a non farmi superare dagli altri. Posso capire perché è venuto qui. La base terrestre del suo sistema d'ascensori deve trovarsi sull'equatore, altrimenti non sarebbe verticale. Diventerebbe un po' come quella torre di Pisa prima che cadesse.
— Non capisco… — disse il professor Sarath, agitando le braccia in su e in giù. — Oh, è ovvio… — La sua voce si spense in un silenzio meditabondo.
— Ora — continuò Maxine — sull'equatore esiste solo un numero limitato di posizioni, perché è quasi tutto ricoperto dall'oceano, no?, e Taprobane è ovviamente una di queste posizioni. Anche se non riesco a capire quali vantaggi particolari offra rispetto all'Africa o al Sudamerica. Oppure Morgan sta prendendo in considerazione tutte le possibilità?
— Come al solito, mia cara Maxine, le tue capacità deduttive sono fenomenali. Hai imboccato la pista giusta, ma non puoi andare oltre. Per quanto Morgan abbia fatto del suo meglio per spiegarmi il problema, non pretendo di comprenderne tutti i risvolti scientifici. Ad ogni modo risulta che l'Africa e il Sudamerica non sono adatti per l'elevatore spaziale. È questione di punti instabili all'interno del campo gravitazionale terrestre. Solo Taprobane è adatta. Peggio ancora, solo una certa località di Taprobane. Ed è qui, Paul, che tu entri in scena.
— Mamada? — esclamò il professor Sarath, che la sorpresa e l'indignazione riportarono al taprobani.
— Sì, tu. Il dottor Morgan ha appena scoperto, con estremo turbamento, che la località di cui ha "assoluto" bisogno è già occupata, se così vogliamo dire. Vuole che io lo consigli su come far sloggiare il tuo buon amico Buddy.
Adesso era Maxine a sentirsi perplessa. — Chi? — disse.
Sarath rispose immediatamente. — Il Venerabile Anandatissa Bodhidharma Manhayake Thero, reggitore del tempio di Sri Kanda — intonò, come se stesse cantando una litania. — Allora è questo il nocciolo della faccenda.