SERVITORE: Il signor Conte La ringrazia, e manda una bottiglia di vino di Can
MARCHESE: Oh, oh, vorrà comparare? il suo vin di Canarie con il mio vino di Cipro? Lascia vedere
[73]. Povero pazzo! È una porcheria, lo conosco all’odCAVALIERE: Prima si deve assaggiarlo però… (
MARCHESE: Non voglio assaggiar niente. Questa è una impertin
Scena ottava
Il Cavaliere, Mirandolina ed il Servitore
CAVALIERE: Il povero Marchese è pazzo.
MIRANDOLINA: Ha portato via anche la bottiglia, forse per calmarsi.
CAVALIERE: È pazzo, Le dico. E Lei che l’ha fatto impazzire
.[76]MIRANDOLINA: Sono di quelle che fanno impazzire gli uomini?
CAVALIERE: Sì, Lei è… (
MIRANDOLINA: Signor Cavaliere, se mi permette… (
CAVALIERE: Si fermi.
MIRANDOLINA: Perdoni; io non faccio impazzire nessuno. (
CAVALIERE: Mi ascolti. (Si alza, ma resta alla tavola.)
MIRANDOLINA: Scusi. (
CAVALIERE: Si fermi, Le dico. (Con imperio.)
MIRANDOLINA: Che vuole da me? (
CAVALIERE: Nulla. (Si confonde.) Beviamo un altro bicchiere di Borgogna.
MIRANDOLINA: Va bene signore, lo facciamo presto presto, e poi me ne vado.
CAVALIERE: Si siede.
MIRANDOLINA: In piedi, in piedi.
CAVALIERE: Tenga. (
MIRANDOLINA: Faccio un brindisi, e me ne vado subito. Un brindisi che mi ha insegnato mia nonna.
(
Scena nona
Il Cavaliere, ed il Servitore
CAVALIERE: Bravissima, venga qui: senta.. Ah malandrina! Se n’è fuggita. Se n’è fuggita, e mi ha lasciato cento diavoli che mi tormentano.
SERVITORE: Comanda di portare la frutta in tavola? (
CAVALIERE: Va al diavolo ancor tu. (
SERVITORE: Signore.
CAVALIERE: Va dal cameriere della locanda e digli di portarmi subito il mio conto.
SERVITORE: Capito.
CAVALIERE: Senti. In due ore i bauli devono essere pronti.
SERVITORE: Vuol partire forse?
CAVALIERE: Sì, p
SERVITORE: Ma se mi vede fare i bauli?
CAVALIERE: Digli ciò che vuoi. M’hai inteso.
SERVITORE: (Oh, quanto mi dispiace andar via, per causa di Mirandolina!), (Da sé, parte.)
CAVALIERE: Eppure è vero. Io sento nel partir di qui una dispiacenza nuova, che non ho mai provata. Ma restare è tanto peggio per me. Tanto più presto mi conviene partire. Sì, donne, sempre più dirò male di voi; sì, voi ci fate del male, ancora quando ci volete fare del bene.
Scena quindicesima
Fabrizio e detto
FABRIZIO: È vero, signore, che vuole il conto?
CAVALIERE: Sì, l’hai portato?
FABRIZIO: Adesso la padrona lo fa.
CAVALIERE: Lei fa i conti?
FABRIZIO: Oh, sempre da sola. Anche quando viveva suo padre. Scrive e sa fare il conto meglio di qualche giovane di negozio.
CAVALIERE: (Che donna singolare è lei!). (
FABRIZIO: Ma vuole andar via così presto?
CAVALIERE: Sì, così vogliono i miei aff
FABRIZIO: La prego di ricordarsi del cameriere.
CAVALIERE: Porta il conto, e so quel che devo fare.
FABRIZIO: Lo vuol qui il conto?
CAVALIERE: Lo voglio qui; in camera per ora non ci vado.
FABRIZIO: Va bene; in camera sua c’è quel seccatore del signor Marchese. Carino! Fa l’innamorato della padrona; ma può lecc
CAVALIERE: Il conto! (